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11 maggio 2015 Cartoe Riposo al mare a Cartoe, splendida spiaggia, non c’è nessuno, acqua pulita e ghiaccia, ombra quanto basta, libri edificanti, la noia mortale che assale ad una certa, invece al Nozz assale la fame. Bon, questo sempre fame ha. Tanto pure io ho fame di camminare, per cui, mangiato il mezzo panino con la mortazza, m’incammino in pieno asfalto e nell’ora più calda verso luoghi inesplorati. Ossia a cercar di arrivare al Cedrino dalla strada di Eranu-cimitero di Dorgali. In effetti prendo una sterrata che porta ad un lurido rigagnolo e vedo il sentiero che porta a Corallinu, bon riconosciuti i posti, visto che tra l’altro c’è un cancello, ritorno verso Dorgali dove ho appuntamento in biblioteca col Nozzolone. “Mi hai portato il pc? Che devo socializzare con i miei amici fotografi” macchè, allora non mi resta che consultare l’Arrigoni, la bibbia della flora sarda. Ahò riposati ci siamo. Quando ce vò ce vò.

12 maggio 2015 Codula FuiliIl Nozz, in un impeto di ardimento, propone la discesa di codula Fuili “bravo, e come torniamo alla macchina?” anche stavolta ci aiuta San Bachisio, con un provvidenziale Tuk Tuk che, per la modica cifra di 20 euri, ci porta dal basso Fuili all’inizio della gola. A dire il vero il guidatore avrebbe voluto portarci a Cartoe o al limite a Osalla, ma proprio sopra Fuili non gli era mai capitato, così ci propone di piantare la tenda nel suo terreno tutto massi vulcanici, come dire, se questi scendono Fuili possono ben dormire nel duro. Ci carichiamo gli zaini pieni di corda e scendiamo per la gola. Al primo salto vedo il Nozzolone che arma con un nodo da scarpe “e io come scendo?” “ti faccio sicura dal basso”. Ben, il saltino era breve ed è andato tutto bene. Cammina cammina troviamo un altro saltino già armato con una buona corda rossa e nodi, almeno qua sono tranquilla. Arrivati al salto alto e pauroso anche, il Nozzolone, dopo essersi ben riposato, fa il traverso, armato con corda metallica, e si sporge per mettere la nostra corda annodata col nodo da scarpe. Poi lo vedo titubante “se ti molli dai una musata?” “Ecco, proprio questo è il problema” così lo attacco alla longe mia per farlo scendere nella verticale senza scosse. Ora toccherebbe a me, mi attacco alla longe lunga perché se adopero la corta e poi mi mollo, non c’arrivo più a levarla. Ora dovrei sporgermi e mettere il discensore, ma non solo la parete è aggettante ma anche spanciante, ossia dovrei stare in bilico su una gamba sola. Così mi reggo con una mano e con l’altra tento di arrivare alla corda, mentre sento quello di sotto che sbraita “hai la longe, adopera tutte e due le mani” si bravo, e se casco sulla longe dove lo metti il fattore due? E poi immagino che metto il discensore e, visto che mi fa sicura con un mezzo barcaiolo, la corda scorre, il nodo da scarpe si disfa e mi trovo spiaccicata di sotto. Pauraaaa! Bon, tanto del Nozz mi fido, anche San Bachisio ci mette la sua e riesco a mettere il discensore e calarmi senza dare la musata. Sono tutta contenta che i salti sono finiti, macchè, ce n’è subito un altro alto dopo. Questo non ce lo ricordavamo “arriva la corda?” anche a sporgermi non si vede, ariecco il nodo da scarpe, ma se mi ha retto prima mi reggerà ancora. Infatti. Mentre il Nozz rifà la corda vede che è lesionata. Annamo bè, nodo da scarpe, sicura del Nozzolone dal basso, corda lesionata, che altro? fortuna che ogni tanto c’è un salto con la corda rossa e nodi, fortuna che i salti alti sono finiti e non mi resta che infilarmi in tutti i buchi della codula per cercare la famosa grotta del bandito, che ho visto su Flickr, niente da fare, mi riempio solo di peteghe e vai a sapere dov’è sta grotta. Arriviamo sani e salvi alla spiaggia di Fuili, ecchè ci facciamo il bagno qui asciugandoci con l’imbraco?? No, risaliamo di gran carriera il “maipiùquestoschifo…” e via, a Cartoe dove, finalmente, riesco a nuotare come si deve. Ad una certa ci telefona Pietro preoccupato “siete usciti dalla gola?” eccerto, nonostante il nodo da scarpe, la sicura dal basso e la corda lesionata….San Bachisio ci protegge.

13 maggio 2015 Voragine di Tiscali “Che facciamo oggi?” chiedo al Nozz che ha dormito finchè hanno cantato la vacca, il gallo, i cani, le pecore e tutto l’ambaradam che ci circonda, “niente di faticoso” è la laconica risposta “Grotta Orgoi?”propongo speranzosa “Ahò, sei de coccio, ti pare tranquilla come camminata??” “allora Trocco de Corrojos, anzi, la grotta di Tiscali!!” “si questa mi va”. Bon, partiamo con tutta calma e facciamo sosta al rifugio di Lanaittho per sapere quant’è accessibile Su Bentu. Prese le informazioni di rito, eccoci al dunque, cioè al quadrivio di sentieri, ricordarsi qual’è quello giusto è impresa impossibile per due rincogniti come noi. E pensare che c’eravamo andati a settembre. Ne sbagliamo due e imbocchiamo il terzo che si rileva essere quello giusto. Già siamo fusi che tutti sti sentieri iniziano in bella salita sotto il sole cocente. Che si sa che toccherebbe partir presto. Con le doverose tappe di rito ci troviamo davanti alla grotta che è ora di mangiare, le 13 in punto. Che fai, non mangi? Si, non si sa quanto staremo dentro, meglio avere la pancia piena. Eccoci in grotta, speranzosi di vedere il famoso raggio di luce, macchè. Stavolta andiamo al ramo Nord, perdendo una cifra di tempo a far foto una peggio dell’altra. Però c’è una arrampicatina scivolosa, il Nozz non se la sente senza corda, salgo io e proseguo un po’, ma trovandomi davanti ad altri passaggi viscidi torno indietro che già quello sta sbraitando per tutta la grotta che non devo andare da sola e con le mani occupate una con la digitale e l’altra con il faretto. Mentre perdo tempo a far foto insulse il Nozz risale un pendio e trova il ramo Est, che avevamo sempre tralasciato, non so bene perché. Dire bello è poco, è una immensa galleria formata da due pareti di faglia altissime, con un calcare stratificato meraviglioso, il pavimento di sabbia perfettamente liscio, qualche colata con eccentriche qua e là e stalagmiti da splash. La galleria risale tra massi, identica alla parte fossile di Pietrasecca. Arriviamo quasi in fondo ma tralasciamo il resto perché c’è qualche passaggio ardito da fare. Il Nozz è convinto che quella è la vecchia via dei pastori nuragici e se trovi il pertugio si esce. A sto punto anche lui si esalta a far foto e ne facciamo un sacco in tutti i modi, peggio dei maniaci fotografi di grotta, finchè ci accorgiamo che è tardino e magari Pietro si mette pensiero. Usciamo vah, molto a malincuore che l’avremmo girata per bene da quant’è bella e imponente sta grotta, giganteschina una cifra. Fuori il caldo ci prende alla gola, via via, andiamo a Sugologone a ristorarci, non dentro la risorgente che si paga anche a vederla. Fuori che ci sono la fontana e il bar. Torniamo da Pietro tutti felici e contenti, certo ci mancano Francesco e le pupe ma per il resto non ci manca nudda. “E la strettoia che mi ha scorticato tutto, fatta l’avete?” ci chiede Pietro “ahò, questi per portarci la gente l’hanno scavata! Hanno levato il deposito fluviale, guarda le foto!!” “bene hanno fatto” risponde Maria “così può diventare turistica per farla vedere a tutti”. Anatema!!!! Tiriamo fuori tutto il nostro repertorio contro le turisticizzazioni, colate di cemento, strade, luci e civiltà “ragione avete, meglio che resti selvaggia” appunto….

14 maggio 2015 Serra Oseli 14 maggio 2015 “Eccoci Giammichele, pronti con luci, caschi e tuttecccose per la grotta!!!” siamo tutti gasati perché già pregustiamo un bel buco e poi le escursioni con Giammichè non ci deludono mai!!, stavolta c’ha proposto una grotta con acqua. La sera prima m’ero letta di tutte le grotte di Serra Oseli e dintorni e immagino ci porti a Suttaterra de su Predargiu. “Dove andiamo?” “A Serra Oseli”. Benissimo. Lasciamo la macchina lungo una sterrata ed iniziamo a percorrere un impervio sentiero che costeggia la Serra. Giammichè trotterella ben bene e noi lo seguiamo strascinoni. Non oso dire ad alta voce che non mi regge la pompa, con la scusa di bere mi metto sotto un enorme leccio e cerco di riprendere fiato, ho le gambe molli. Vedo che anche il Nozz non fiata ma è provato. Sarà stata l’escursione di ieri, sarà che oggi fa un caldo afoso tremendo, sarà, come dice Giammichele, che non stiamo trovando la grotta. Ogni tanto il nostro amico si arrampica sulle rocce sovrastanti a cercare la scala, lo seguo ogni volta e il Nozz resta sotto speranzoso “e’ qua?” “no, non era così, ci sono stato appena 20 anni fa ma non era così”. Secondo me tra frane, smottamenti, alberi cresciuti ed alberi cascati, grasso che cola che ancora c’è Serra Oseli, penso, visto che non ricordo nemmeno cosa ho mangiato per cena, altro che 20 anni fa. Va beh, seguitiamo a percorrere una specie di traccia sotto le rocce finchè anche il Nozz getta la spugna “io sono arrivato”. Dove? Qua! E si pianta come uno spit sulla roccia senza muoversi più. “Va ben, riposatevi” concede Giammichele e sparisce a cercare la via, anche se non è qua, seguita a ripetere. Noi ci riposiamo ben bene, poi, quando ci sembra di aver riposato troppo tentiamo di raggiungere Giammichele sparito nel nudda, “sarà avanti?” “sarà in cima alle rocce?” non sappiamo che fare, lo chiamiamo a squarciagola finchè sentiamo in lontananza l’eco di una risposta, tipo venite, tipo rimanete dove siete, nel dubbio cerchiamo di raggiungere la voce. Eccolo che arriva zampettando “eh,si fa caldo, oggi non è giornata” ci dice guardandoci “meglio che torniamo per la valle” nel senso, con sti due non è il caso di far battuta, son due stracci mosci. “Non torniamo per la serra a cercar la via?” propongo tanto per fare la spavalda “meglio di no” risponde, che già sa con chi ha a che fare. Per tornare però troviamo un sentiero da cinghiali, pieno di rovi che levati “Giammichè, perché non traversiamo il torrente e passiamo sulla strada?” chiede il Nozz “ma che!! Se si passa benissimo!!!” . Poi però appena vede un varco manda il Nozz per la strada e io seguo Giammichele perché so che dentro un sentiero da cinghiali si trovano rarità botaniche, infatti trovo la Glechoma sardoa e mi gaso una cifra, manco avessi trovato un buco con acqua. Che te le dico a fa, passiamo il tempo a fotografare ogni ramaglia meglio se invisibile all’occhio umano. Alla macchina la butto là “ma non potremmo andare a Suttaterra de Supredargiu?” “no, meglio Babbai” occhei, visto il calore immane che ci copre come una cappa, concordo. Al pomeriggio io e il Nozz, salutato il nostro amico, cerchiamo refrigerio a Cartoe, fa caldissimo anche qua e l’acqua non è manco tanto pulita. Bon, allora il bagno lo facciamo alle terme di Su Anzu e poi, sai che ti dico? In biblioteca a Dorgali si sta una meraviglia e il bagno lo faccio immersa nell’Arrigoni, che devo tentare di catalogare le schifezze di piantucole che ho fotografato.

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