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3 maggio 2015 Urele Appuntamento ore 8 con Giammichele. “Dove andiamo?” “sopra Baunei, vi porto a vedere grotta Urele, sei pronta a sporcarti?” “Prontissima” così mi porto il ricambio. Lasciamo la macchina a Olobizzi e vedo che ci sono enne macchine parcheggiate. “Urka, frequentato il posto” “eia, è l’inizio di parecchi sentieri”. Salutiamo escursionisti diretti a Biriola e deviamo a destra per un sentiero che presto diventa un merletto di campi solcati, l’ideale per i nostri arti. Però il panorama ci ripaga alla grande, prima ci affacciamo su delle creste e poi sui strapiombi di Punta Mudaloro. Lo spettacolo è indescrivibile, praticamente una delle cose per cui vale la pena vivere. Arriviamo quindi alla grotta Urele, gran cavernone pieno di ossa e cocci di tutte le età, abitato da sempre. Io e il Nozz andiamo in esplorazione, salendo per delle concrezioni che portano a una sala sottostante con rametto discendente che conduce ad altra sala. Continuo da sola e mi affaccio in un vano arrampicabile con ramo di ginepro infilato in un buco. “Vuoi vedere che continua qua?” però son sola e già c’è il Nozz che strepita che non devo proseguire. “Occhei,ci torniamo col casco” visto che ho dato anche una gran capocciata. Giammichele ci fa affacciare sopra una parete verticalissima “vedete la baietta?, c’è una scala che c’arriva” “andiamo!” così scendiamo per un posto impossibile che conduce ad una cortigia, l’avresti detto? Da qua si può scendere lungo la parete. Ben, ci sarei andata, ma devo far i conti con le gambe altrui. Al ritorno portiamo il cannonau di Pietro a Ignazio e fratelli, che hanno un bellissimo cuile a Olobizzi. Per ringraziamento ad interposta persona ci invitano a mangiare su tattaliu e teste di capretti, formaggi di capra e salsicce di porceddu, il tutto annaffiato con ottimo cannonau. Vita da non morir mai!.

4 maggio 2015 Cala Luna A sentire le previsioni dovrebbe fare caldo africano anomalo, non ci resta che andare al mare, si ma dove? “andiamo a Cala Luna per scala su molente e torniamo per scala sarga”. Il programma ci trova tutti d’accordo per cui c’incamminiamo, col dovuto carico, giù per scala su mulente. Visto che grondiamo sudore come acquasantiere, tralasciamo l’arco e arriviamo in codula abbastanza rapidamente. Fortuna che arriva dal mare un refolo di vento per cui ci godiamo ben bene la codula fino al bar. Aperto!! E vai! Caffè!!! Ora dobbiamo affrontare lo stagno a mollo, che l’acqua ci fa bene ai piedi puzzolenti. Sparpagliamo il vestiario in uno dei grottoni e ci facciamo il bagno a mare temperatura sifone di su Palu, che secondo me risorge proprio sotto sto grottone. Ora può una speleologa restare indifferente davanti ai grottoni, seppur già visti, visitati, perlustrati, fotografati innumerevoli volte? No! Così me li faccio tutti, Sa Crificio soffia, ho una voglia di andarci che levati, ma in costume e scalza posso si e no arrivare fin dove curva, ancorchè fornita di led, che uno manco s’alza dal letto senza led. Bon, fatte le doverose perlustrazioni non mi resta che sdraiarmi all’ombra e leggere il libro. Ma dopo un po’ mi vien voglia di vedere la grottina stretta, quella che avevo fatto con Francesco. Rigorosamente in costume e scalza. Alla strettoia però non m’azzardo proseguire oltre, se si scassa il led, cosa che può ben succedere, qua dentro il Nozz non ci passa e dovrei tornare a tastoni. Va ben, fine delle esplorazioni, mi pare che al mare ci siamo rimasti fin troppo, ne approfittiamo che è arrivato un po’ di nuvolo per tornar su, appena vestiti riecco il sole, come da prassi. “Facciamo scala sarga a tappe” propone il Nozz, ma di tappe ne facciamo solo due, alla salita nel bosco prendiamo il via manco c’avessero promesso la pastasciutta bigoli oio e sardela. In men che non si dica arriviamo alla macchina rossi più del solito, che noi neri manco per sogno. Tappa in biblioteca per altro libro sardo da leggere e poi ci dobbiamo proprio rassegnare a sbranarci sti bigoli..oio e sardela!!!

5 maggio 2015 Cartoe La bolla di caldo oggi sta toccando l’apice, scappiamo a Cartoe e lì si sta benone per l’effetto mitigatore dell’acqua gelida marina. Saggiamente avremmo dovuto restarci tutto il giorno, ma alle tre abbiamo appuntamento con Pietro per andare alla festa di S.Francesco a Lula. Nell’avvicinarci a Dorgali ogni kilometro i gradi salgono da 25 a 35 gradi unitamente all’afa. A Eranu Pietro ci invita in cantina che fa fresco, impossibile andare a Lula dove fa 40 gradi. Non ci resta che optare per la biblioteca che là stiamo di casa, oggi camminiamo col cervello..e ci stiamo facendo una cultura sarda che levati!

6 maggio 2015 Fuili - Cala Luna La nostra meta agognata sarebbe Badde LuPiro da Calaluna, andiamo ad informarci per il traghetto “alle 11 parte, perché non c’è abbastanza gente” bon, allora andiamo a Calaluna a piedi da Fuili, dove lasciamo la macchina. Prima del “maipiùquestoschifo..” una guardia forestale ci fa la ramanzina preventiva “dove andate? Che fare? attenti perché c’è gente che si rompe le caviglie per le scale e poi tocca andare a cercarla e soccorrerla”. Ecchè! ha visto il tutore? “stia ben attento lei che noi siamo speleo, frequentiamo questi posti da 30 anni e ho un figlio del CNSAS” come dire, semmai vien lui apposta da Roma a soccorrermi, mica la guardia forestale che mi fa la multa se mi vede girare con la paletta a prender bulbi…Però si intromette un tizio che ci fa sapere che per 5 euri possiamo tornare col traghetto compresa una macchina che ci riporta pure a Fuili. Si vede che questi lo sanno che siamo fracichi “grazie tante!” e c’incamminamo giù per Fuili. Appena si sale ecco il Nozz che si ferma “che caldo!” e si mette in mutande. Immagino la guardia forestale col binocolo a commentare sui turisti sprovveduti che girano niente meno che in mutande! Per non essere compresa nella brutta figura faccio finta di non conoscerlo e me ne vado a fotografare orchidee che mai ho visto così strambe da ste parti, grossa come una seadas una e con il muso di cinghiale un’altra. Endemiche sarde sicuramente. Proseguiamo abbastanza lineari verso Calaluna dove arriviamo in 2,30 anziché le due ore scritte nel sentiero, sicuramente scritto da quelli del CAI che, notoriamente, camminano ignari di orchidee, buchi e fossili e manco si fermano a mangiarsi una banana o fare un miliardo di foto nei medesimi posti già fotografati. A Calaluna dovremmo fare i bagnanti con libro e pancia al sole. Al sole???? Andò sta? Quasi quasi mi metto la maglia di lana. Per non morir di freddo me ne vado a esplorare ripari sotto roccia e, già che ci sto, i pietroni di Calaluna, sempre fotografati e mai visti da vicino. “Torniamo a piedi?” “chesseimatta!! Per 5 euri ti riportano pure a Fuili” appunto e poi vedere i grottoni dal mare è tutt’altra cosa. pagina successiva
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