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Sardegna 2015

24 aprile 2015 Pensione! Finita la mia vita lavorativa, davanti a me il sogno di lunghe camminate in montagna. “Bene! iniziamo dalla Sardegna, che ne dici Nozzolò?” “Certo, cucurru su corvu è la mia meta ideale”.
Bon, il traghetto mi attende, butto i vetri nella campana e casco dal marciapiede esattamente come un pero marso. Un dolore atroce, la caviglia immediatamente gonfia e l’idea che proprio proprio mi sono rotta il piede. “Andiamo al pronto soccorso” “nemmeno per idea, andrò in quello di Nuoro, ora prendiamo il traghetto…qua le colleghe me l’hanno tirata”.

25 aprile 2015 S'Eranile Arrivo ad Arbatax alle 4,30 di mattina e via, verso l’ospedale di Nuoro. “Quelli hanno distrutto mezzo supramonte per prepararti il gesso, del resto stiamo di casa qua!” mi consola il Nozzolone. Al pronto soccorso non c’è nessuno in attesa, bon, sarebbe un buon motivo per trasferirsi qua in pianta stabile. “C’è solo da aspettare le 8 che arriva il radiologo” mi fa l’infermiera mentre mi offre una sedia a rotelle sgonfia. Paziento fino alle 9,30. “Sarà andato a festeggiare con la bandiera rossa sto radiologo” dico, mentre certo di impratichirmi con la sedia sgonfia. Tutto sommato sono molto gentili, faccio amicizia con un infermiere che mi rassicura che secondo lui non ho niente di rotto, perché ha la vista rx. In effetti niente di rotto, devo solo mettere un tutore che, ovviamente, a Nuoro non si trova, e fare assoluto riposo per 15 giorni.
Non ci resta che andare a S’Eranile e iniziare il riposo, fortuna che ho una tonnellata di libri e S’Eranile è incantevole, tutto fiorito, sistemato da Maria con la massima cura ed amore, e pure lei ha il braccio rotto.

26 aprile 2015 Bosa Oggi, domenica, che tutore vuoi comprare? Andiamo a Bosa come turisti, mi fascio ben bene la caviglia e via. Ovviamente ogni sito archeologico è nostro. Prima la domus de janas Marras, laddove scopro che finalmente riesco a camminare; dopo la necropoli di Filigosa a Macomer, dove riesco anche a risalire verso il nuraghe; infine il sentiero geologico di Bosa, nel quale mi lancio a capofitto verso la cima del vulcano bosano.
“No esagerare” dice il Nozz citando Cesare. Occhei, allora ci fermiamo solo a nuraghe Nuradeo, dove al massimo devo scavalcare una recinzione. Ma non avevi male alla caviglia? Certo, San Bachisio* ha fatto la grazia!

* San Bachisio . Il nome – non riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa – deriva da Bacchus, indica chiaramente che prima che il duca bizantino Zabarda sconfiggesse definitivamente il re dei Barbaricini Ospitone, si praticava il culto orgiastico. Furono poi i bizantini, paghi di salvare le apparenze della religione cristiana senza poterne imporre la sostanza, ad ottenere lentamente che Bacco fosse trattato alla stregua di un santo cristiano. San Bachisio è il patrono di Bolotana ed è proprio nei bassorilievi di quella chiesa che il culto orgiastico risulta manifesto.

27 aprile 2015 Cagliari Oggi andiamo a Cagliari con la scusa di comprare un tutore per la caviglia e la voglia vera di visitare il famosissimo orto botanico. Il paesaggio campidanese è una meraviglia, ci sarebbe da fermarsi ogni piè sospinto ma abbiamo troppe cose da fare.
San Bachisio, nostro protettore, ci fa cascare letteralmente davanti al venditore di tutori, a fianco della grotta della vipera. Compro immediatamente il tutore, me lo infilo e andiamo senza meno a visitare la grotta. Per un euro a testa un ragazzo ci spiega per filo e per segno la storia della grotta, ex tomba punica riadattata romana, della necropoli soprastante di Tuvixeddu, di Cagliari e di mezza Sardegna nonché i risvolti giuridici del palazzinaro che vuol distruggere la necropoli e sta spillando soldi alla regione Sarda, a mò di risarcimento che non gliela fanno distruggere in pace. Cesss! schifezze che ti rovinano l’anima, il fegato ma non l’appetito. Per ben 7 euro mangiamo alla tavola calda della vipera, veramente bene. La vipera, per inciso, sarebbe simbolo di fedeltà coniugale, come dire..tento a te che se ce provi te beco e mori, te seppellisco nella necropoli di Tuvixeddu presto cementificata, contento sei? Eia.
Ora mi aspetta l’orto botanico. Mi ci immergo con tutto il sacro furore viperino mentre il Nozz fa la fila alla posta pur di non venire. Mi incanto davanti a tutto sto ben di dio che non so dove cominciare, endemiche sarde? Piante esotiche? Succulente giganteschine? Intanto vado pure a visitare la cisterna punico romana che è parte integrante dell’orto. Certo, serve anche l’acqua per innaffiare tutto sto piantaio. Ogni tanto il Nozz mi telefona “a che punto stai?” “all’inizio” che non so più cosa fotografare, ogni pianta è mia. Quando mi accorgo che sto fotografando nuovamente l’Euphorbia caput-medusae chiamo il Nozz “torniamo a casa che sto diventando verde”.

28 aprile 2015 Dorgali Oggi soffia il famoso famigerato vento sardo, freddo pure. Giorno da passare nella biblioteca di Dorgali dove ci iscriviamo, troppi libri sardi ci fanno gola e dobbiamo leggerli tutti. Ne approfitto pure per rialzare l’economia del posto, cercando una parrucchiera, perché i nuragici vogliono che mi presenti bene, mica tutta sconclusionata peggio del solito. Il vento non accenna a diminuire ma per provare il tutore, al pomeriggio, faccio S’Eranile-Dorgali andata e ritorno ginocchioni a fotografare orchidee che ce ne stanno più lungo sta strada che in tutta la Sardegna. Il tutore fa il suo dovere, ma senza meno San Bachisio c’ha messo del suo. Il cinese del negozio dei cinesi mi dice che domani non c’è vento, ne sa più dei sardi sto qua.

29 aprile 2015 Cuccuru su Corvu In effetti oggi non c’è vento, iniziamo a pascolar calcari che sarebbe ora. Optiamo per cuile e grotta Toddeitto, che è semplice come camminata. Nessun problema né per la caviglia né per la gamba del Nozz. Così decidiamo di provare ad arrivare a Cuccuru su corvu, che dovrebbe stare sopra, peccato che non ci sia sentiero, solo una traccia per calcari, di quelli belli ignoranti taglienti, famose a capì.
Altro che passeggiatina, mi trovo a cercar il sentiero su per un cucuzzolo che mi tocca pure arrampicare, essendo la più sana del gruppo, e a momenti mi scapicollo se non fosse che c’ho sto San Bachisio che mi ha retto per tempo. Però noi siamo talmente contenti di stare a Cuccuru su corvu che non ce frega niente che siamo vecchi pensionati pieni di acciacchi e mezzi impediti. Ritroviamo pure un ovile dove c’eravamo già stati nei nostri vagabondaggi, io me lo ricordavo bene il Nozz no, ma s’è arreso all’evidenza davanti al ginepro torto, quello se lo ricordava, voglio vedere, è la copertina del mio sito! Al ritorno propongo di andare al mare, che si sa, in Sardegna c’è. Al porto? Macchè, il Nozzolone mi propone Fuili, accidenti, con sta caviglia, va ben, come dire di no? Andiamo e prendiamo pure un po’ di sole, poco per carità, poi al ritorno la fatidica frase di rito “MAIPIU’INQUESTOSCHIFODISARDEGNA!” che è il mantra della risalita da Fuili, tipo buttar le monetine nella fontana per favorire il futuro e certo ritorno in sti posti.

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