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15.5.2017 Su Codulone.
Che nottataccia!! Qua comincia a far caldo “apriamo la finestra, non si respira”. Con l’arietta fresca arrivano i suoni bucolici della valle di Oddoene. Scampanio di capre e pecore, belati strappa lacrime, sbaiamenti di cani lontani, strillamenti di galli, galline, conigli (…) , ma questi non dormono mai? In attesa che Alberto Angela ci spieghi il dormire degli animalacci, non dormiamo noi. E alla mattina immagino di vedere il Nozz traballare più che mai. “Sto meglio” dice. Che la cura sia l’insonnia?. “Dove vuoi andare?” chiedo prendendo la palla al balzo “sulla traccia di Su Codulone” niente meno!. Qualcosa di più facile no? Tipo cercare il bastone di Giorgio, chessò. Eh no! ha questa curiosità repressa e prima di morire di traballamento vuol risalire su Codulone. “Portatevi la corda” consiglia Giammichele. Lasciamo la macchina prima di Doloverre ed iniziamo a risalire la valle verso Tiscali. Chi incontriamo? Maria! Tutta energica e pimpante che porta una squadra di turisti “Come stai?” chiede al Nozz “quella non ti fa riposare no!”. Le notizie in Sardegna girano che è una bellezza! Sarà colpa di Fb? Salutiamo Maria, che procede con la baldanza della vera donna sarda e, da continentali insonnoliti, cerchiamo sta traccia. Fino ad un certo punto tutto ok. Poi ci sono due vie, una a destra, si vede e si sente, porta al sentiero dove sta Maria. Quella a sinistra effettivamente sale lungo il costone di un monte, comincio a salirlo e vedo un muretto. “E’ questo!” strillo al Nozz. “No, è dall’altra parte!” “ma arriviamo al sentiero di Maria” e poi sto fatto del muretto mi incuriosisce, secondo me è una scala di Billia Mereu. “Allora andiamo dove vuoi tu, ma non è questa la via” risponde il Nozz. Non me lo faccio ripetere due volte e salgo sto ghiaione ripido, quasi quasi pentendomi della scelta. Arriva anche il Nozz e valutiamo che c’è la solita vegetazione impenetrabile per arrivare dove? Non si sa. Aggirare il monte, immagino. Però deponiamo le armi e precipitosamente torniamo al punto di prima per prendere la traccia a destra. Che, come supposto, porta al sentiero per Tiscali, all’altezza del grottone. Il Nozz non è ancora stanco e decide di proseguire per punta Doronè, ma si ricorda che, in effetti, è ancora troppo distante. “Mangiamo!” propongo, più che altro perché sono interessata al grottone. E bene feci! Ho trovato tre pitture rosse, tra altre moderne. “Se lo dico a Giammichele non mi crede, ci vorrebbe Blanc, purtroppo morto è!”. In ogni caso fotografo per bene tutto, se ci sono archeologici interessati alla faccenda le foto le ho. Torniamo alla macchina e andiamo al mare.” A Ziu Martine che c’è l’ombra” ,dice il Nozz che vuol prendere il sole prima di partire…Leggo tutta la storia sarda che ai Giudicati è soporifera come un infuso di valeriana. Mi sveglio precipitosamente “devo fare il bagno” prima di ripartire per il continente. Che vieni in Sardegna e manco il bagno in sto mare stupefacente? Stavolta l’acqua è meno ghiaccia del previsto per cui faccio anche la traversata Palmasera Ziu Martine. E poi andiamo a salutare Giorgio. “Ajò come stai?” “Male, ma ditemi di voi” a parte io che chi m’ammazza, scopro che la conversazione preferita di quelli di una certa è sulle malattie e le improbabili cure. Quelle passa parola. Prendo ogni riferimento del caso, ne avessi bisogno, alle volte.

16.5.2017 Sedda e' Satta
16.5.2017 Sedda e’ Satta. “Ajò! finita la vacanza è!!” “ma quale, abbiamo 12 mesi di ferieee!!” “si ma il continente ci aspetta, dove andiamo oggi?” . Propongo di andare al cuile di Sedda e’ Satta, e poi a Cartoe. Monti e mare. C’incamminiamo religiosamente sulle pietre, salutandone ad una ad una. Arrivati al cuile ci affacciamo sul panorama più bello del mondo, il golfo di Orosei fino a Capo Monte Santo. Dall’altra parte il Bardia ed il Tului e sotto chi ti vedo? La genista tuluensis in fiore!! L’ultimo regalo sardo. Bando alla commozione, per tornare tentiamo anche di sbagliare sentiero, sotto c’è la strada, ma per arrivarci..….i sentieri, dico io, hanno un loro perché. Ci scapicolliamo abbastanza in fretta prima che chiuda la biblioteca. 5 minuti prima della chiusura eccoci a Dorgali “ecco i libri, grazie tante, ci vediamo il prossimo anno!!”..spero…E adesso andiamo a Cartoe. Maria c’aveva avvertito che c’è una tramontanina. Infatti a Cartoe c’è, invece l’ombra no. Il Nozz si colloca sotto un ginepro e io al sole sotto l’ombra di un sasso, la classica ombra della pecora. Tento di leggere ma la tramontanina mi schizza anche l’acqua del mare. E di fare il bagno non se ne parla, ghiaccia è!. Sai che ti dico? Cerco flora endemica. Tutta secca ma un limonium fiorito lo trovo. Ci metto un sacco perché faccio foto ricordo, sia mai che mi venga l’alzheimer e mi scordo la Sardegna! Torno e non trovo più il Nozz. Sta in macchina tutto infreddolito. “Ti potevi mettere al sole!” “no, troppo caldo” ambè, una via di mezzo no? Tipo camminare per flora è la classica via di mezzo. Va beh, torniamo da Pietro e Maria, tristi tristi che ce ne andiamo. “Che faccio senza di te Mariagra” mi dice Maria, che lo dovrei dire io piuttosto “Hai i tedeschi! L’orto e Pietro”. Pietro ha Giammichele ed entrambi hanno il cannonau. Io ho il Nozz, che un giorno sta bene, uno sta male e per fortuna gli serve la badante e non se la cerca a SantoDomingo!

17.5.2017 Unichedda
Ultimo giorno di Sardegna, salutiamo Pietro, Maria e Giammichele, ripromettendoci di vederli il prima possibile, che già ci mancano. E mò? Tutto il giorno libero prima dell’imbarco a Golfo Aranci. Che fare? “Andiamo a Capo Comino al mare” propone il Nozz e la cosa mi pare un po’ azzardata, visto che lui odia il sole e là di ombra non ce n’è. Infatti al parcheggio vede che non può piazzare la macchina sotto i pini ma al sole. “Andiamo più in là alle rocce rosse” ossia verso il faro. E andiamo. La speranza è che la roccia faccia ombra. Ma c’è il vento. Facciamo un po’ di pellegrinaggio in cerca di posto riparato e ombra, niente da fare. Per me va bene anche un pellegrinaggio in cerca di flora, anzi, va bene tutto. Però vedo il Nozz tutto rosso, ajò mò vedi che incomincia a traballare, andiamo via che è meglio. “Cerchiamo posti archeologici!” propongo. Lungo la strada c’è l’insegna “Area archeologica” che porta al paese di Santa Lucia. Paese tanto ridente quanto deserto, c’è solo un moro che vende cappelli e un bar dove il proprietario ci fa sapere che di archeologico non c’è nulla. Immaginiamo sia la torre senza porta d’ingresso. Fotografo il paese davvero bello, ben tenuto e con un mare cristallino e ci dirigiamo verso nord. Un cartello indica “sorgente unichedda”, ecco qua va bene. E via per la sterrata fino alla fonte....senz’acqua. Ma c’è l’ombra e il Nozz piazza la sediola a lato della strada e si mette a leggere, mentre io vago in cerca di flora, trovandola anche. Ma trovo anche la vera fonte, un bel posto, acqua fresca di scisto, tutto un po’ abbandonato, nonostante abbiamo fatto muretti, camini, bagni. Torno di corsa dal Nozz che sta impolverandosi, per fargli bere acqua fresca. Acqua nuragica buona per tutto. Riprendiamo la via del ritorno fino a Golfo Aranci. E qua, finalmente, c’imbattiamo nella riserva di Capo Figari. Senza vento, con mare cristallino, ombra, flora endemica. Peccato che sono le 6, il tempo di aggirarmi per fiori, di bagnarmi nell’acqua stupendamente fredda ed è ora di cena e imbarco. Adiosu Sardegna. La zumba mi aspettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.......ambè, qualcosa che mi manca in Sardegna la dovevo pur trovare o no?

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