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26 maggio 2016 Fennau
Appuntamento alle 8 con Giammichele che ci propone sempre cose sconosciute.
“Oggi dove ci porti Giammichè?” “Avete le pilette? “eia!” “Allora andiamo a vedere due grottine”.
Ora i sardi, per due grottine, intendono delle grotte che noi manco ce le sogniamo! A saperlo ci saremmo portati i caschi, ma i led del Nozz sono più che sufficienti. Giammichele ci fa girare per Fennau e ci porta proprio dove s'apre S'Edera. Anvedi! Salutati i pastori ci dirigiamo per l'itinerario geologico e ci fermiamo davanti a Su Cardu. Un ingressone che levati! Davanti c'è la tabella con rilievo e descrizione, 50 metri belli grossi, questa pare proprio adatta a noi tre. Bon, prendiamo i led, il mio è stranamente acceso chissà da quanto ed è, quindi, completamene scarico. Quello di Giammichele è spento, ma appena l'accende si vede che è scarico e non abbiamo batterie di ricambio. Solo quello del Nozz è efficiente. Facciamo i primi metri con quello ma, arrivati al buio pesto, ci rendiamo conto che non è il caso di visitare sta grotta così. A malincuore usciamo, scoprendo che fa un caldo boia in sta landa desolata piena di calcari vecchi inframezzati a scisti, graniti e quarziti. Per non parlare dei fiori. Appunto, proseguiamo per l'itinerario geologico, fotografando fiori stenti dal caldo. Ma gira gira arriviamo all'ingresso mastodontico di Su Mamucone. Orco! Anche qua c'è il cartello della Federazione Sarda con rilievo e dati catastali, 650 m di sviluppo, 53 m di dislivello. Buona! Si avendo il materiale. Ci ripromettiamo di tornarci con l'ambaradan necessario e mentre perdiamo tempo a fotografare la flora rigogliosa dell'ingresso, ecco arrivare un toro giganteschino che, scocciato, ci guarda ed entra, come dire “qua tutto mio è”. Giammichele ci spiega che le bestie vengono solitamente a ripararsi dentro la grotta perchè c'è acqua e fresco. Anche il Nozz ha fatto lo stesso e il toro che è entrato non accenna ad uscire. Adesso andiamo a vedere l'ingresso di S'Edera. Giammichele va a salutare i suoi amici pastori mentre Sergio e io restiamo davanti alla grotta a sentire il freddo tremendo (9°) e sognare la giunzione con il sistema sotterraneo che passa sotto tutto il Supramonte. Scusate se è poco, i sardi sono esagerati in tutto, naturalisticamente parlando. Dopo tutta sta fatica dovremmo mangiare, andiamo vicino a un torrentello dove ci sono panche e tavoli sotto begli alberi ombrosi. “Voi mangiate che devo esplorare il territorio” e me ne vado in cerca delle 350 specie endemiche sarde. In effetti arrivo a un torrente di acqua limpida tra scisti ricco di ranuncoli acquatici ed altre amenità. Vorrei seguirlo tutto fino alla foce ma la voce stentorea del Nozz mi richiama all'ordine.
“Si torna!”. Meglio, che devo studiarmi i 16 volumi della flora della Sardegna per controbattere, dati alla mano, all'Insettostecco che ne sa più di me.

27 maggio 2016 Voragine di Tiscali
“Su Bentu è chiusa? E noi andiamo a Tiscali grotta!” che qua passano i giorni e in grotta ancora non ci siamo andati.
Fa caldo afoso ma l'ingresso della grotta ci accoglie bello fresco. Il Nozz si dilunga a prepararsi e ho tutto il tempo per fotografare uno speleomantes che tosto si nasconde in un anfratto. “Anvedi, arieccola sta qua a scocciare, saperlo, mi sarei messa rossetto e rimmel”. Femmina era. Vero? Boh..bando alla ciance, il Nozz è pronto e lesti passiamo il cunicolo. Ohh meraviglia!! è quasi mezzogiorno e vogliamo aspettare il raggio.
Così fotografiamo il ramo destro ed eccolo il raggio che illumina una parete. Meraviglia! Svelti passiamo dall'altra parte mentre il raggio si sposta sempre più in mezzo all'arco.
Qua troviamo un bel punto di osservazione e via a far foto su foto. Aspettiamo che il raggio arrivi alla stalagmitona a metà pozzo e poi basta, ahò, mò ste foto hanno stufato! Troviamo ben due corde con nodi per salire sul ramo sinistro e in breve tempo stiamo sopra il gigantesco salone.
Dobbiamo arrivare in fondo, non ci siamo mai stati. 'Na parola! Intanto tocca trovarsi la via tra massi crollati, viscide colate, fango con unghiate di speleologo cascante, ghiaiettina malefica.
Prima andiamo sulla sinistra, non è aria di arrivare in fondo questa, allora risaliamo per andare a destra, che sembra la via giusta. Infatti. Scendi scendi scendi, per me che sono giovane, gagliarda, zumbera, allenata, è un divertimento, ma nella mia squadra ho uno a cui il dottore ha raccomandato “niente grotte o arrampicate, solo semplici passeggiatine” e questa, a dire il vero, semplice passeggiatina non è. Per cui, arrivati a un passaggio un po' strettino tra massi nel quale devi arrampicare proprio, vado avanti da sola a vedere mentre il Nozz, assiso su un masso, sorveglia che non mi perda.
Scendo ancora ma poi la discesa diventa assai ripida, ma sotto pare aprirsi un meandro. E che faccio?
Posso lasciare il Nozz in ambasce? E no, torno indietro che tanto dobbiamo fare ancora qualche foto nel salone. Tipo quella del Nozz con un piede di porco che pesa come lui, lasciato qua per lo speleologo che vuole scavare qualche strettoia. Per raggiungere Su Bentu da sotto. Non è il nostro caso, mica è nostra sta grotta, è dei sardi. Eccoli! Un gruppo di sardi vecchiottelli vien bel bello con luci che salvetecielo! “Con queste luci andate solo a vedere il ramo autostrada” raccomandiamo, e li lasciamo marcire dentro. Usciamo sperando che non ci abbiamo mangiato il pane e mortazza lasciato all'ingresso. Ma fuori ci sono i compari loro “non siete nuoresi” li accolgo perchè si vede distante tre kilometri che son marini e non montani “siamo Sassaresi” ecco, mi pareva.
Però tra loro c'è il nipote di Padre Fureddu, il padre della speleologia sarda, il quale, dopo avermi fatto un terzo grado, confessa che lui sa tutto, perchè è il nipote di tanto personaggio. Ma non fa speleologia, investiga continentali di passaggio.
Via, a casa, che ci sono Pietro, Maria e Maddalena con caffè e paste che ci aspettano ansiosi.

28 maggio 2016 Cartoe
Oggi andiamo al mare!!!!! novità assoluta, niente montagna, archeologia, grotte, esplorazioni.
Mare prosaico a Cartoe. Hai detto niente, posto bellissimo è.
Il cielo è velato, non fa caldissimo e il mare è ghiaccio. Mi faccio un bel bagno lungo perchè chissà se al mare ci torniamo. Il Nozz prende pure il sole, l'odiatissimo sole. Pure io perchè all'ombra fa fredoloxelo, ancorchè sia scirocasso. Studio inglese e leggo Massimo Valerio Manfredi e poi, stracolma di cultura, me ne vado per il sentiero a destra a fotografare flora marina e vedere se c'è ancora la caletta. Nudda, il mare s'è portato via la sabbia. Alle tre in punto scopro che sono rossa cotta, ahiò, urge crema protezione totalissima, ma quale, torniamo a Eranu che è meglio. Previa sosta a Su Anzu a bere acqua di grotta e salutare speleo dorgalesi.
Mi faccio lasciare per strada che devo strafogarmi di ciliege da albero altrui con rami sporgenti. Ma per tornare ecco tre cani rabbiosi che non mi fanno passare.
E mò? Telefono a Sergio e arriva Pietro in soccorso. La giornata rilassante è propedeutica a qualcosa che Giammichele ci proporrà domani (e stavolta mi porto il casco!).

29 maggio 2016 Monte Novo San Giovanni
“Giammichè, andiamo al Gennargentu?” “Eia, è abbastanza brutto ci possiamo andare”. Però forse è troppo brutto “non siete mai saliti a Monte Novo San Giovanni?” “no” “gravissima mancanza, dovete assolutamente andarci”. Bon. La macchina ci porta proprio sotto e, tutti baldanzosi, iniziamo la salita. Stop. Un gruppo di sardi ci offre da bere, ospitalità sarda a tutto tondo.
Il monte è bellissimo, pieno di fiori da non credere e tutti da fotografare. Ci impieghiamo come salire l'Everest, io e Giammichele ginocchioni e Sergio contento che può andare lento che levati.
Dalla cima si vede tutta la Sardegna nostra, ossia il Supramonte, il resto non conta. “Giammichè! Vieni qua! guarda che ho trovato” “le solite piantine microscopiche tue, immagino che schifezze” “nnnooooo!! una strana assai!” “vieni qua tu che ce n'è una che non credi” arrivo di corsa, sta fotografando quella per cui lo chiamavo. Eccheè sta pianta? Mai vista da occhio umano, solo da botanici esperti. Tutti contenti di aver trovato il bottino non ci esimiamo di fotografarne altre un miliardo, hai visto mai siano endemiche. E adesso? Andiamo al Monte Fumai, il gemello di Monte Novo. E vai! Invece, sia per le ginocchia sue, sia per la schiena di Sergio, ci porta nel granito, scisto, quarzite. A vedere un nuraghe bello, ma bello, che non ti dico, costruito con massi granitici, con ancora la scala interna ben funzionante. Giammichele non ricorda come si chiama, (nuraghe Filigai) ma ha l'IGM stampata nel cervello, e quando lo trovavi nascosto dalla vegetazione impossibile a vedersi? Andiamo a mangiare il nostro spuntino a Funtana Bona e poi vorrei vedere il Museo del Supramonte nell'omonimo posto ma il tizio che sta là dice “chiuso è, ma in ogni caso è in ristrutturazione, comunque c'è solo qualche foto e pochi animali”. Come dire, che pretese sti continentali, vedere un museo quando tutto il territorio è museo di per se!
La strada per Dorgali è lunga e a curve, a Orgosolo non ci fermiamo, solo a Oliena, ma nel frattempo ho sfogliato l'enciclopedia della flora sarda alla ricerca della pianta, non c'è!
Appena metto piede a Eranu mi precipito sul pc, clic.. Actaplantarum, clic... Monte Novo San Giovanni ed eccola!!! Xeranthemum inapertum (L.) Mill. Sti botanici trovano tutto loro, rimani come quando ti svelano il segreto di babbonatale, non c'è più mistero. Ben, fortuna che ho il miliardo di pianticelle schifezzuole da identificare ancora.

30.5.2016 Cala Luna. La giornata è ideale, un venticello fresco e limpido invita a camminare, certo, non al Corrasi, troppo sole, “andiamo a Cala Luna da Scala Sarga?” approvato all'unanimità.
I posti, ancorchè li conosciamo come le nostre tasche, ci riempiono di gioia con la loro selvaggia magnificenza. La Scala, la Codula, lo stagno di Cala Luna, Cala Luna e i grottoni.
Il Nozz si impossessa di un grottone, ci sparpaglia calzini puzzolenti, scarponi, maglietta sudata, sacchetti di cibo e si spalma su 3mq di asciugamano, ahhhh. Io, invece, digitale in pugno, me ne vado per grottoni a fotografare, per l'ennesima volta, la sagoma morfologica degli ingressi, poi entro a curiosare Sa Crificio (874 catasto sardo) che soffia e m'invita. Torno tosto dal Nozz “andiamo a Sa Crificio?” “fatta l'abbiamo, non è poi sta grotta, tutta fango mi pare”. Si, ma con begli ambienti.
Va beh, mi faccio il bagno con st'acqua tanto limpida quanto ghiaccia che più ghiaccia non si può, sembra di passare un sifone in grotta senza muta. Brr..meglio leggere “Otel Bruni”, spalmarmi crema protezione 50 e aspettare la sera per tornare. Alle 2, complice un po' di nuvolaglia sparsa, decidiamo di tornare. Alla Codula, ovviamente, ecco il sole, ma a Scala Sarga, che saliamo con tutta la calma del caso, c'è ancora bell'ombra di maestosi lecci. Arrivati alla stretta laddove c'è una staccionata di ginepro, il Nozz vede un buco in alto. “Riposati che vado a vedere” Mi tocca arrampicare tra calcari, lentischi e un provvidenziale frassino che mi fa entrare nel buco. Non continua, ma davanti c'è un muretto e all'interno un ginepro messo là non so bene perchè. Niente ossa, veneri, bronzetti, cocci. Buco e basta, forse un ricovero.
Continuiamo la salita e, appena arrivati alla macchina ecco sbucare tre cagnetti più assetati che affamati. Il Nozz mosso a compassione cede pane e acqua, tanto ora passiamo al supermercato a far rifornimento. Serve poco, Maria e Pietro ci aspettano con ricotta, zucchine, ciliege, insalata.
“Stavamo in pensiero, Giammichele pure era qui ad aspettarvi”. Eia, contenti siamo!

31.5.2016 Cagliari. Giornata culturale! “Andiamo al museo archeologico di Cagliari se guidi tu” propone il Nozz. Ecchè! non mi pare vero. Mentre guido come una forsennata per la CarloInfelice il Nozz ha l'ardire di profferire le seguenti parole (da incorniciare in oro zecchino) “hai imparato a guidare”.
Veramente sono 40 anni che guido, forse il fatto che vado un tantino veloce, in barba agli autovelox fregati dai pastori, lo ha colpito in modo particolare. Così, arrivati a Cagliari all'ora di pranzo, parcheggiamo la macchina vicino al museo e andiamo alla ricerca del cibo. Vorrai mica farti due palle tante di nuragici, digiuni pure...Tralasciamo tutti i ristoranti tipici sardi cariarabbiati per optare un kebab a modico prezzo e cibo turco. Ora ci sono da salire rampe e rampe di scale per tornare al museo e subito il Nozz a lagnarsi che oggi sarebbe giornata di riposo. Entriamo religiosamente nel museo per vedere cos'hanno combinato di bello i nostri amici nuragici. Sale, sale, vetrine, vetrine, tre piani di cocci, sassi, bronzetti, navicelle, gente nuragica che si lagna ahioddio mi fa male tutto e non sa a che santo votarsi.. e poi i punici col sorriso sardonico e il demone pupuzza.
Il Nozz davanti a Bes, confrontando le relative pance, considerato che forse è ancora bello secco, si stravacca nella panchina del custode “ahh ci si stanca anche al museo”. Arrivati alle statuone di Monte Prana siamo satolli (più che altro abbiamo visto tutto) e torniamo alla macchina soddisfatti. Ma sai come sono le donne...”Perchè non andiamo a Poetto? Tutti i cagliaritani di flickr l'hanno fotografato, dev'essere molto bello”. E andiamo. “Bello, più meno come Tor San Lorenzo” decreta il Nozz. In effetti, ma per essere dentro Cagliari va pure bene. “Andiamo a vedere lo stagno con i fenicotteri rosa?” chiedo, non ancora satolla di Cagliari. Sai come sono le donne...E andiamo. Però qua il Nozz declina un bel sentiero sullo stagno “ti aspetto all'ombra, vedi di sbrigarti”. Ma come? Sbrigarmi che devo fotografare tutta la flora stagnante sicuramente endemica e tutti i fenicotteri rosa, nessuno escluso? Mi sbrigo, sperando di non aver tralasciato quella piccola pianticella che cresce solo qua. Però trovo insperatamente il “fungo di Malta” che sembra un escremento ma è una pianta: Cinomorium coccineum .
E, ovviamente, i fenicotteri che riesco a prendere con lo zoom. E basta! Non oso chiedere di vedere altro, anche se...quelli di flickr hanno fotografato tutto il cagliaritano e ogni volta mi dicono che non posso andarmene dalla Sardegna senza aver visto anche il sud e non solo il Supramonte. Approposito di flickr! Mentre percorriamo come saette la Carloinfelice mi telefona Franco “che fine hai fatto?” che non posto più le foto e, soprattutto, non faccio i commenti velenosi sotto le sue? “Non ho i Giga qua” “e come fai a vivere senza?” “è questo il bello! Staccarsi da tutto! Però mi lavo, giuro, tutte le sere, per via delle zecche” che non credesse che vivo nel cuile di Zio Raffaele a Donianigoro! E se non c'è internet ci sono le stelle, esci e le vedi, tantissime, solo che di notte, sola solette nel terreno di Pietro, già tomba nuragica, ho un po' di fifetta del nuragico che mi assalta alla gola e mi porta dentro la domus de jana a fargli compagnia.

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