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Nemi - Genzano

Antefatto: “Le ore che hai davanti son le stesse son tante, stesso coraggio chiede l’esistenza”…..

L’epica impresa: Mi sveglio di botto, come quasi sempre, e sempre con quel senso di sgomento. Ecchè? Animo, ci mancherebbe, oggi che siamo? Rossi, arancio o gialli? Gialli, e vai! Sergio deve uscire presto e io resto ad ascoltare Spetia che cicaleccia, sperando di riaddormentarmi ma no, mi mette il nervoso con il suo fare pessimistico, sempre lì a criticare. Bon, allora mi alzo, vedo che la Luisa ha messo Hotel Supramonte su Fb. 11 gennaio, è morto De Andrè, lo metto pure io, anzi, lo ascolto col pc. Il chè non aiuta a superare il senso di sgomento, quando guardo, poi, la foto del Corrasi mi viene una voglia di Sardegna da star male. Actaplantarum a gogò. Ma il lavoro che sto facendo è ripetitivo, dopo un po’ mi fischiano le orecchie e lo spiffero della finestra è micidiale. Nel frattempo ho riassettato tutta casa, come una furia, ed è tornato Sergio. “Il tempo non è bello, fa freddo, c’è la neve, mi si staccano i cerotti dell’holter”, dice tutto contento di stravaccarsi sul pc “Senti, se non esco oggi che è giallo, poi ci richiudono e buttano via la chiave”, rispondo. Già ho in mente di andare a Nemi a cercare certi tuberi inidentificati. Nemi poi ha il microclima ideale per le brutte giornate d’inverno, già è sbocciata la mimosa. Detto fatto eccomi a Nemi al solito bar dai padroni cordiali. In effetti, fa freddo. Mi arriva la giornaliera foto di Giammichele a Calagonone “oggi c’è il sole” che amplifica a mille la voglia di Sardegna. Qua no. Ma già sono di ottimo umore, tant’è che prendo, d’impulso, il sentiero per Genzano e, invece di seguire le bandierine CAI, seguo quello che passa leggermente più in basso, parallelo al lago. Dopo un po’ mi ricordo di averlo già fatto con Luca e Barbara, ma che avevamo esplorato un cunicolo sotterraneo, senza proseguire oltre. Oggi voglio proprio scoprire dove arriva. Non ho gli scarponi, solo scarpe da ginnastica, per cui devo stare molto attenta a non scivolare e qua è piuttosto fangoso. Arrivo sotto una bella cascata e il sentiero mi prende proprio. E’ stato sistemato, ci sono dei cordini dove c’è il rischio di cascare nella scarpata. Passo sotto diverse strette gallerie rocciose e ho di fronte a me Nemi, finalmente illuminato dal sole. Quando il sentiero si fa più stretto e ripido sento delle voci che mi indirizzano nella retta via, perché tocca scendere un po’, anziché andare dritti dove sembrerebbe tracciato. Chiedo loro se porta a Genzano e se si riesce a fare il giro per la strada asfaltata. Domanda dalla risposta ovvia, ma mi piace chiedere informazioni perchè i camminatori hanno sempre qualcosa da aggiungere in più “il giro che vuoi fare è molto lungo”. Ecco l’informazione ulteriore. Poco male, ho tutto il giorno davanti. Nastri bianchi e rossi indicano, dopo un po’, la ripida salita da prendere per arrivare, finalmente, al sentiero classico Nemi-Genzano via Capitan Tempesta. Proseguo a sinistra per Genzano e scendo al lago per la strada asfaltata, contentissima di aver scoperto questo nuovo sentiero. Al lago i tuberi non ci sono più, strano. Risalgo per la strada basolata che porta a Nemi e torno a casa. “Ulisse è tornato!!!!!!!!!” strillo a Sergio, felice di rivedermi sana e salva, e adesso, finalmente, posso dedicarmi ad Actaplantarum e bon.
Alla prossima!!! Mg 11.1.2021

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