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Chi esplora e chi sherpa..Canale Biforca (Ricerca ingressi)
Antefatto: Quando Paolo propone il gruppo dispone.

L’epica impresa: Paolo, Federica, Lavinia e Augusto devono esplorare Punta Biforca. Ciò significa ore straore tra avvicinamento, discesa, esplorazione e tutto l’ambaradan connesso ad un’esplorazione remota. Bon e allora? Allora servono sherpa. Eccoci! Siamo in 7: Barbara, Cristian, Mario, David, Luca, Sergio e la sottoscritta. Tanti, per cui volentieri ci dividiamo i pesi e saliamo a Campo di Venza a montare le tende per gli esploratori, che già stanno sotto. La giornata, a dire il vero, inizia un po’ disastrata per colpa della gomma bucata della macchina di Mario, causa macigni crollati da Polleca. Ci pensa David a sostituire la gomma, Luca è l’addetto al crik e gli altri fanno gli operai dell’Enel, dispensando consigli inutili. Senza altri intoppi però siamo a Campo di Venza e per benino si montano le tende, si fa la legna e la si spezzetta per il fuoco. Tutto pronto per chi uscirà mortammazzato di fatica e stenti. Dovremmo tornare con le mani colme di dovere compiuto ma, visto che Costa Serini mi fastidia da quante volte l’ho fatta, propongo di dividerci “perché non scendiamo da Punta Biforca?”. Subito Luca aderisce “conosco il sentiero!” …il bugiardo. Barbara e Cristian pure sono solleticati all’idea di fare una strada (si fa per dire strada) nuova. Sergio, Mario e David, invece, scenderanno alle macchine e ci aspetteranno a “dove Clino ha parcheggiato”. Da notare che manco ci ricordiamo dove, posto che la macchina ci sia ancora. “Semmai ci sentiamo per telefono”. Che da qua fino a Esperia non prende, notoriamente. Spavaldamente ci incamminiamo verso Punta Biforca, affacciandoci all’abisso “ehi?” niente, stanno proprio dentro sti qua. “Luca qual è il sentiero? Quello che ho sempre fatto io va verso il Tasso” osservo, altro che Polleca!. “Ma no, dovrebbe arrivare a Polleca, Cristian, guarda il Gps”. Cristian fa finta di guardare “si, basta seguire il Canale Biforca”. Occhei, andiamo. Dritti per dritti dentro il fosso mentre Barbara mi racconta di quella volta che nel fosso c’erano i salti, non in questo però. In questo c’è Ciauca Baraonda che Luca ritrova e ci butta dentro il fazzoletto infiammato. Tanto per affumicare gli esploratori. “Guarda quanta aria esce”. Veramente mi pare tutto stantio, anche l’aria. E via giù per il fosso senza sentiero alcuno, solo qualche traccia. Vorrei scendere rapidamente per non impensierire il Nozz che già lo so che commenta “le solite stronzate” alle alzate di ingegno esplorative. Invece Luca si ferma a scavare ogni anfratto, aiutato da Cristian e mi tocca urlare come una matta per riportare ordine e disciplina “ma ti vuoi sbrigare che questi già stanno da Carmina, ginocchia sotto il tavolo?”. Ora è la volta di Barbara a trovare un cratere. Proprio così lo chiama, un buco da 20 cm, un cratere. Però effettivamente c’è aria. “Prendi il punto Cristian!” “come che non ho il GPS!”. Facciamo un ometto per i posteri e via dentro al fosso che diventa un roveto intransitabile. Fortuna che sulla destra c’è un sentierino tra fratte che ci porta ad una casa. Da qua a Polleca è uno scherzo. Ma la macchina ad aspettarci non c’è “chiamiamoli” “si, a voce…” Che si fa? Luca prende e sale, non lo vediamo più. Non ci resta che seguirlo su per Polleca. Arriva una macchina e facciamo salire Cristian “vai da Carmina e vedi se stanno là”. L’autista non può nemmeno fiatare, si ritrova questo in macchina e via. Io e Barbara tentiamo di raggiungere Luca e lo vediamo arrivare nella macchina di Mario. “Allora non siete scesi da Carmina!” “No, vi stavamo aspettando dove ci avevate detto”. Vero è, peccato che noi abbiamo sbagliato posto. “Andiamo a recuperare Cristian!” che sta affranto davanti a Carmina solo e abbandonato. “Dai, è andato tutto bene, mangiamo un pezzo di pizza che abbiamo anche trovato una grotta, quella di Barbara”. “Sehh e chi ci risale lassù nel fosso? Chiude senz’altro”!”. Al limite ci arrivano gli altri da dentro Punta Biforca e bon.
Alla prossima!! Mg 28.10.2017
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