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2017 Raduno speleo a Finale Ligure

Antefatto:Antefatto: Con la scusa di riveder le nipotine, andiamo al raduno speleo di Finale Ligure, con il bell’intento di farci una grotta insieme..

1.11.2017 Finalborgo. La giornata esplode bellissima, presto che è tardi, avviciniamoci con fiducia a Finale Ligure. Ci portiamo un mare di cibarie come i calabresi e via, a far la litoranea tirrenica. Certo che ogni scusa è buona per fermarci a mangiare, a Calafuria dalle belle rocce e alla tenuta di San Rossore dalle belle piante. E arriviamo a Finale Ligure con una panza tanta, troppo tardi per far alcunchè, solo aspettare Francesco. “Intanto prendiamo possesso della casa e poi andiamo a mangiare allo speleobar” propone il Nozz. La casa è fantastica, dico solo una cosa, me la comprerei per l’avvenire. Addossata alla roccia come un riparo del neanderthal ma con tutti i confort inglesi come la proprietaria. Trovare i vari stand, soprattutto la segreteria, è la prima impresa, ma c’è sempre il tablet del Nozz che, girando per la Liguria tutta, ti porta alla meta. Ci vorremmo prenotare per ogni grotta ed escursione ma…c’è da aspettare Francesco. Bon, però ci danno una splendida, utilissima pubblicazione “Dal mare al calcare” dove sono benissimo descritte grotte, escursioni, avvicinamenti e tutto l’occorrente per arrangiarsi. Bene. Mentre aspetto me la leggo e mi vengono le gambe a girandola, tutte frementi dalla voglia di partire, così, di notte, andiamo! Ma dobbiamo aspettare Francesco. “Dove sei?” “zitta va che s’è bucata la ruota del camper, 4 ore fermo in autostrada, più di 200 euro spesi e arriveremo assai tardi”. Allora corro in segreteria per prenotare almeno un’escursione una. “Troppo tardi”. Vorrei pure aggregarmi a Mauro P. dello Seppenhofer che si fa una grotta beato lui. Troppo tardi. Non ci resta che fare due chiacchere con Mauro P. e Maurizio T., già super organizzati e andare a dormire. “Però domani, aspettando Francesco, potremmo fare l’anello di Boragni, con attraversamento di grotta inclusa, solo 155 m di dislivello e poi ci resta il tempo di sentire la conferenza di Marco M.sulle corde spelee”. Aggiudicata.

2.11.2017. Grotta Strapatente. Ci svegliamo verso le 6 ma è troppo presto per la grotta, però non sto nella pelle per cui, abbastanza presto, ci compriamo i panini e già che ci siamo, ci prenotiamo per l’indomani alle Arene Candide. Mentre ci avviamo per Boragni, chiamiamo Francesco “siete arrivati?” “zitta va. Diana ha vomitato tutta la notte, sicuramente in grotta non ci veniamo”. Certo che per loro il raduno inizia assai male. Lasciamo la macchina all’imbocco del sentiero segnato per le falesie e c’incamminiamo svelti verso Grotta Strapatente. Ma che bel posto, chissà se trovo l’endemica campanula isophylla. Nemmeno il tempo di pensarlo che ne vedo parecchi esemplari sotto gli attacchi dei climber. Ahh, li scanso con malagrazia che la devo fotografare in ogni minimo dettaglio, ignoranti che non son altro, arrampicarcisi sopra! Però che roccia, che pareti, che buchi. Il sentiero sale molto rapidamente fino alla grotta. Stupefacente. Certo che ci abitava il neanderthal!! Dentro ci sono la classica stalagmite liscia simbolo fallico, la vaschetta per l’acqua e le nicchie per dormire sopra una soffice terra bianca. La percorri ed esci dall’altra parte, fai un po’ di sentiero ed ecco l’Arma dei balconi, affacciata sulla boscosa valle, anch’essa abitata, anch’essa da attraversare per scendere nel sottostante sentiero. Una meraviglia proprio. Scendiamo altrettanto rapidamente per non perderci la conferenza su come sono fatte le corde. Mentre stiamo ascoltando rapiti la chimica dei polimeri, Francesco ci chiama preoccupato che deve portare Diana all’ospedale. Gli lasciamo la macchina e ci prendiamo Sibilla in cambio. Poi ci fa sapere che Diana non è in pericolo ma deve stare sotto controllo, tenetevi Sibilla. Il compito nostro è intrattenere una ragazza in piena esplosione adolescenziale che poco apprezza conferenze e convegni, e che ben poco si combina con la notoria rigidità Nozzolesca… certo che la porterei in giro per tutti i buchi possibili e immaginabili, fosse per me, si stanca, mortammazzata e bon.

3-11-2017 Arene Candide. Appurato che Diana è sana e salva e sta già zompettando per il raduno, svelta come un furetto mi prenoto per l’escursione di domani. E chi t’incontro? Cesare!! Che m’investe con una tonnellata di simpaticissime vicende schiote. Bon, presto che è tardi, ognuno per la sua strada, dopo un po’ di convenevoli, col Nozz ci dirigiamo verso le Arene Candide. C’hanno detto che per arrivarci servono 40 minuti a piedi. Ma qua siamo a nord e, fatte le debite proporzioni, ci dobbiamo aggiungere almeno un’altra mezz’ora. E partiamo con buon anticipo, fatto sta che, a piedi, in 10 minuti stiamo davanti alla grotta, rigorosamente chiusa. E mò? Nonostante il ginocchio dolorante, il Nozz s’inerpica per un sentiero alla volta della cima della cava. “Anvedi” penso “sembra moribondo come Diana ma poi rivive come Lazzaro”. Scopro anche una grottina, sicuramente archeologica, la esploro e basta, il sentiero è chiuso dalla cava. Già, la cava. Hai presente un territorio stupendo con balze di bianco calcare, dune di bianchissima sabbia quarzifera e boschi a ridosso di un mare cristallino, metti che questo territorio è pieno zeppo di grotte stupende tutte abitate da paleolitici, tutte archeologiche e tu che fai? Fai una cava che distrugge tutta la duna (da cui il nome arene candide) e smantella mezza grotta archeologica che contiene tutta la sequenza stratigrafica dal paleolitico all’epoca bizantina. E quando s’incazzano e tentano di tutelare il territorio che fai? Proponi, al posto della cava, una cementificazione a villette e alberghi. Questo è successo alle Arene Candide. E questo è il nostro Paese, che potrebbe vivere di cultura e ambiente. Invece vive di cemento, degrado e malamministrazione. E mentre così c’incazziamo incontriamo, seduti sugli scalini, due che come noi sono arrivati per tempo. “Pensavamo di metterci tanto a piedi e invece!” “come noi! Ma siete romani?” “si dello Speleo Club Roma, ci chiamano gli Astici!” “ci conosciamo!!! Siamo anche andati in grotta assieme in quel di Sonnino”. Arrivano anche Franco Utili e la moglie e finalmente l’archeologa che ci apre la grotta. “Siamo qui dalle 7!” “un po’ in anticipo la visita inizia alle 13”. Con noi vengono anche dei Francesi e altri di altri gruppi. La visita inizia dalla parte archeologica dove l’esperto del Museo di Finale Ligure ci racconta, in modo assai suggestivo e competente, tutta la vicenda della scoperta, degli scavi, dei paleolitici, dei neolitici e via via, nonché del famoso principe quindicenne qui sepolto che a momenti mi metto a piangere come fosse morto ieri e non 24.000 anni fa. Fatto il pieno di archeologia passiamo alla parte speleologica, ci accompagnano quelli del Gruppo Speleo Martel che stanno scoprendo qua un sacco di nuovi rami. Il capo fila, che parla spesegando, ci fa vedere questo e quello ma ahimè, non ci manda a vedere rami e rametti, troppa responsabilità, “se vi fate male mi portano via anche la casa”. Vero, anche questo fa parte dell’assurda malamministrazione. Allora non ci resta che seguire la fila come quellidelcai. Non davanti, non indietro, non per i cavoli tuoi a vedere la finestra. Bon. Visitata anche la parte spelea torniamo con Franco e la moglie raccontandoci dei vari malanni che, però, non ci distolgono dalla nostra primaria passione speleologica. “Le grotte son per sempre”. Ci resta la curiosità estrema di visitare il Museo archeologico di Finale Ligure che ospita il principe morto, l’orso che ne ha causato la morte o qualche suo parente, e altre amenità dei nostri diretti antenati che avevano la villetta faccia al sole, vista sul mare senza cave accluse. Restiamo a bearci di antichità finchè il museo chiude e poi, via, a comprare 300 m di corda per il gruppo. Infine me ne vado dalle nipoti che ho trascurato “mi accompagnate allo speleo bar?” che devo mangiarmi i cannoli siculi annaffiati con un bel bicchiere di zibibbo degli speleo Iblei, che buoni!! Arriva anche il barbone di mio figlio e concordiamo l’uscita per domani in grotta, sempre che si possa fare. Sono piuttosto frastornata dalla giornata ma non è finita qua. Dobbiamo andare a mangiare con Cesare perché è una vita che non lo vediamo e ci deve mettere a pari di qualche vicenda. Conoscete Cesare? Non è un uomo è un vulcano in perenne eruzione di idee, interessi, cose da fare, grotte da scavare e soprattutto, di parole. Ho ancora le orecchie che sanguinano “ti vedo un po’ sottotono” mi dice. È da quando lavoravo al Ministero che non sentivo un ciacolamento can del genere. Il bello è che lo staresti a sentire anche volentieri. E poi dice che io esagero con Fb e lui con le parole???? Torno a casa sbarellando, anelando il silenzio dei ripari sotto roccia, dove, al massimo sentivi il ruglio dell’orso speleo

4.11.2017. Giro dell’Altopiano di Verezzi. In tempo utile mi trovo davanti alla segreteria, sotto il cartello “Verezzi” in mano a Ivan, il nostro accompagnatore. Non conosco nessuno dei 14 speleo escursionisti e nemmeno Ivan, ma questo mi piace del raduno, conoscere nuovi amici, come esplorare nuove grotte. Siamo ben distribuiti, dal nord triestino al sud palermitano, ma il nostro ligure accompagnatore è una bomba! Lo scopriamo immediatamente quando inizia a raccontarci dove andremo. Rigorosamente a piedi partendo da Porta Testa, un giro di una decina di kilometri per quasi 400 m di dislivello. Bazzecole per me, allenata da quellidelcai. Ivan ci spiega, con molta passione, la geologia, l’archeologia, i fossili, la storia delle cave, l’uso del territorio; ogni momento ci fermiamo per vedere qualche interessante particolare che mai avremmo notato. Nonostante il tempo sia piuttosto uggioso e il bosco parecchio secco, tali da non farci apprezzare in pieno un panorama che viceversa dovrebbe essere stupefacente, le competenti e spiritose spiegazioni di Ivan ci rendono il percorso estremamente interessante. Cerco di far amicizia con i compagni di avventura ancorchè mi chiamino signora, come a sottolineare la differenza d’età che poco permette una vera complicità che crea amicizia, un po’ come succede a zumba. Bon, m’immergo nell’ambiente visto che trovo parecchie campanule isophylla che mi consolano dall’isolamento. Ci fermiamo a mangiare alla chiesetta di San Martino, che nessuno visita e viene snobbata anche da Ivan che le preferisce una scatoletta di tonno. Piuttosto della chiesa si sofferma nel mulino fenicio con effetto venturi, lo conoscevate? Io no e nemmeno gli altri. E poi andiamo anche al punto panoramico a picco su Finale Ligure che se caschi non i te cata nianca i ossi, “come el salto dei Granatieri” dice qualcuno, “fatto” rispondo, come dire, signora si, ma con due palle tante, famose a capì. E già che ci sono interrogo il palermitano sui palermitani botanici, li conosce pure, piccolo il mondo degli amanti della natura! Va ben, cammina e ammira, alle 2 ritorniamo alla base e ognuno scappa via senza tanti complimenti. Non mi resta che cercare il Nozz e i Nozzolini. Il primo sta stravaccato in macchina a leggere e gli altri al Castel San Giovanni. Ecco, il castello mi manca, accompagno il Nozz a sentire il multimonti di Checco e mi dirigo velocemente al castello. Si fa per dire. Già cercare Francè e famiglia mi tocca girare per stanze, mostre, celle, scale, ripiani, “ahò ma ndò state?” “vieni giù al piano inferiore”. Qua Sibilla s’impossessa della digitale e mi tocca rimirare nuovamente le varie mostre, con foto peraltro molto belle. Diana s’infila in tutte le stanze e sente puzza di morto. Ben, era una prigione, in fin dei conti. E poi vedo la stanza di Badino, davanti la sua foto da giovane e dentro un filmato con lui che parla, mi viene una gran tristezza e torno a cercar le nipotine. Ma loro stanno ancora girando per stanze stanze e mi manca il Nozzolone. Dai che sta da Checco a romper corde! Ci vado pure io che è sempre interessante sapere quanto si rischia ad adoperare materiali scrausi. Però arriva l’ora di vedere le congiunzioni al Monte Canin, ci vado di corsa e incontro vecchi amici. Baci abbracci e complimenti agli esploratori, praticamente una ragazza e un ragazzo, ma che bravi. Ormai si è fatta sera, passerei ore a chiacchierare con Anna Pol ritrovata ma il Nozz sarà affamato e le nipotine stanno facendo i compiti. Bon torniamo a casa a farci due spaghetti che allo speleo bar c’è troppo casino, peccato per i cannoli siculi…se li godrà Anna. Il raduno è praticamente finito, dovrebbe diluviare, sono state evacuate le tende ma ancora non cade una goccia. È stato un raduno fantastico, bellissimi i posti ed accompagnatori superlativi! Tutto ottimo, grazie mille!!!

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