resoconto successivo
resoconto precedente
torna all'indice
torna al menu
Campo Speleo Monte Petrella 2020

Antefatto:Giornata rottambolesca…

L’epica impresa: Sveglia alle 5 della mattina e via, verso il Petrella laddove c’è il campo GGCR, ridotto per la verità, ci aspettano Federica, Federico, Paolo, Patrizia, Simone e Manuela, la new entry. Verso le 9,30, finalmente, eccoci al monte, ancora fresco. “Dividiamoci il materiale” dico al Nozz, visto che ho lasciato quello mio da grotta, per avere tutti e due meno peso. Dopo un po’, però, mi accorgo che, in effetti, lo zaino pesa eccome. Poco male, in poco tempo arriveremo all’abisso Petrella dove sono accampati. “Ho il punto” dice Sergio. Veramente come ci si arriva me lo ricordo bene, tant’è che c’ho portato i Lupacchiotti brizzolati. Ma il punto taglia la testa al toro. Infatti dopo due ore ancora stiamo vagando tra cresta e faggeta, facendo su e giù intorno al punto. “Sai che facciamo?” è la proposta indecente di Sergio, “andiamo al vecchio campo e da là sicuramente ci sapremo arrivare”. Però mi ricordo un su e giù. “Mantieniti in quota perché è inutile scendere se dobbiamo salire” gli dico “non sto scendendo” risponde mentre lo vedo sempre più in basso e mi ritrovo sopra a certe pareti che non sapevo esistessero. Davanti al Shis Mahal gli do anche il suo materiale “prenditi questo che non gliela faccio più”. Sperando che con il peso desista dal girare a vuoto. Ci salva Manuela “ehi!!! Siamo quassù!!”. Ecco su. Affranti arriviamo al campo e ci vengono assegnati i compiti. Sergio con Manuela all’abisso Petrella per insegnarle i rudimenti spelei “famose a capì”, tutti gli altri a scavare un buco nuovo un po’ sopra all’abisso “sicuramente ci arriva bypassando passaggi ostici” è il pronostico di Paolo. Nello scavo il GGCR eccelle e il pozzo si apre preciso. Entra Paolo “mi raccomando, non toccate tutte le pietre sopra” anche se, a onor del vero, non dovremmo nemmeno toccare quelle a riporto che pericolosamente incombono sulle tende. Sarebbe un muretto nuragico ma noi, di nuragico, non abbiamo più niente, nemmeno Katiuscia. 17 metri sotto Paolo si perde l’aria e la grotta non ne vuol sapere di andare all’abisso, resta lì riottosa a mostrare passaggi impercorribili. “Se volete vederla andate pure”. Certamente mi incuriosisce ma non ho il materiale, Paolo mi dà il suo, ded, che sono abituata al mao. Ma anzi, sono curiosa di riprovare il ded. Scendo e chiedo, mentre già m’incastro “ci sono frazionamenti?” “Dietro di te” appunto, incastrata tra gambe e corda. Scopro subito che la longe è troppo corta e non arrivo, ben, passo i bloccanti, che ci vuole?. Avendo il mao niente, con gli attrezzi di Paolo uno sforzo immane tutto di braccia che per fortuna sono allenate. Ciò nonostante ci metto una vita prova e riprova, sicuramente Manuela con Sergio è andata meglio di me. Però alla fine mi discastro e scendo questi 17 metri di pozzo marrone, ma dai bei strati inclinati quanto basta. Verso il Petrella direi. Scende anche Federica che va a vedere l’altro passaggio, dichiarandolo impercorribile. Se Paolo e Federica dicono “lassamo perde” è proprio senza speranza. E ora devo tornare su. Col ded. Oddddddio. Altro che santomao, faccio una pedalata e la corda resta là, inanellata sopra il croll. “Non scorre?” chiedo a Federica “e no, te la devo tirare (e me la tira santa Federica), oppure la metti tra due piedi se sei in libera”. Ah ecco perché uso il mao, a ben pensarci. Con due piedi in libera va discretamente ma con una gamba sola devi averla alla mar-cello, una gambona muscolosa. In compenso l’imbraco di Paolo è comodissimo “non lo fanno più” ecco fatto. Esce pure Federica e bon, me ne vado a cercare la centaurea arachnoidea per vedere se sia lei o la rupestris e, fortunatamente, la trovo. Trovo anche tantissime altre specie interessanti sotto la cima del Petrella, tra cui uno spettacolare Helichrysum. Ma tra bosco e cima scoperta ci saranno 20° di differenza, ajo che caldo, torniamo va. A malincuore che avrei pascolato per fiori fino al sottostante Minturno. Bon. Il ritorno a casa, per fortuna, è andato bene, con incontro col mio gemello talebano che, ogni volta, ci invita a mangiare una capra tutti assieme. Ma a dire il vero, il solo fatto che debba ammazzare la capra ci dispiace e poi è Paolo il presidente che dovrebbe assumersi l’onere, come fa del resto, di intrattenere rapporti sociali, tra cui mangiate con capre.

Alla prossima!!! Mg 9.8.2020

resoconto successivo
resoconto precedente
resoconto precedente
torna all'indice
torna al menu