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Al Fammera ci devi credere! (Ricerca grotte)

Antefatto:Che gli speleo siano una massa di debosciati senza dio come le galline è un dato inoppugnabile, ma a una cosa devono credere: all’esistenza delle grotte laddove ogni umana scienza direbbe di no.

L’epica impresa:
Oggi andiamo al Fammera, obiettivo, scendere un buco trovato da Antonella chissà come, ma che è moltissimo promettente, soffia e sta praticamente in cima al monte e dentro una dolina. Io e Luca ci guardiamo nelle palle degli occhi “tocca portarsi un mare di materiale, quello sta in cima, sai che fatica!”. Però si sa che nel nostro gruppo i fancazzisti sono molto mal visti per cui facciamo buon viso a cattivo gioco. Tocca portarsi tutto. Quando appuriamo che Paolo e Federica non vengono quasi quasi vorremmo deporre le armi (ossia l’imbraco), ma alla vista di Saverio ci riviene il sacro furore, andiamo! Con noi ci sono anche Federico, Patrizia e il neo allievo David. Parcheggiamo a Valle Gaetano e tò, trovo un’orma di dinosauro erbivoro. Ma ormai ste orme hanno rotto, non perdiamo altro tempo e con gli zaini stracolmi affrontiamo il Fammera. Non so voi, ma io con lo zaino stracolmo vado piano peggio del CAINapoli. Invece gli altri pistano come QuellidelCAInordico, solo Luca, per compassione, mi sta vicino ricordandomi che tra un po’ la casa di riposo mi aspetta. Arrivati alla cima manco si fermano, però la foto di vetta non la vuoi fare? C’è un vento gelido che ti butta direttamente a Esperia, ma io e Luca dobbiamo metterci nella posa classica. Espletate le nostre vanità, scendiamo giù verso la parte buia del mondo, perché è qua che si aprono le grotte, mai in faccia al sole. Se prima era freddo, immaginati ora. Fortuna che, davanti alla grotta, subito Federico accende un focherello mentre Saverio in men che non si dica leva il macigno, entra in grotta e non lo vedi più. Però tutte ste urla di giubilo non si sentono, lo seguo per curiosità e lo vedo affranto che sta togliendo qualche masso sotto i piedi. “Non continua?” “guarda pure tu, l’aria s’è persa”. In effetti non vedo proprio niente di promettente. Intanto anche David vuole scendere e gli insegno i rudimenti dell’incastro schiena piedi per scendere lo scivoletto. Entra pure Federico che ci affumica di sigarette per vedere possibili prosecuzioni. Più che fumo altro non c’è, scappano pure ragni e dolicopode e pure noi prima di morire asfissiati. Fuori tutti, non ci resta che fare battuta, qua si muore di freddo e il vento è impietoso. Arrivati dalla parte del sole ci spalmiamo sulle rocce come lucertole meditando su sto Fammera ingrato. Non aspettiamo Luca che, ignaro, scende alle macchine. Il tempo di alzarci e Federico trova un buco a due metri da dove stavamo. Il buco è grande una mano ma con aria calda e umida. “E’ che voi non ci credete” ci redarguisce Federico “alle grotte tocca crederci”. E mentre Saverio entra di testa pure in questo infimo buco, visto che proprio ci devo credere, mi metto a scavare un anfratto che sta in cresta, che mi pare tappato volontariamente da agenti antropici. Sento aria, ma fredda, che ogni ragionevole uomo di scienza direbbe giungere dall’altra parte della cresta, ma in virtù della fede nelle grotte, spero che, chissà come, venga da dentro (fredda non si sa perché…..forse Badino ha la risposta). Saverio arriva a darmi una mano “e l’altra?” “macchè, è un tubo stretto e non si capisce come poterlo allargare”. Questo invece è tutta una frana, levi massi e altri stanno sotto, ogni tanto si vede un nero ma niente di transitabile. Dopo che ci siamo scassati mani, gomiti e schiena, decidiamo di lasciarlo ai posteri. Meglio lavorare a Murano che almeno sotto la grotta c’è.
Senza bisogno di crederci.
Alla prossima!!! Mg 12.11.2016

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