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Monte Chiavica e la Madonna di Luxor (Ricerca esplorazione rilievo grotte)

Antefatto:“Che dice Paolo the President? Che dobbiamo salire sul Monte Chiavica?” subito! Come QuellidelCAI, la cima in cima.

L’epica impresa:
Invece no. Ma andiamo con ordine. Chi siamo? Paolo, Federica, Lavinia, Andrea, Massimo, Barbara, Luca-Lupo, Mg e Nozzolone. Chi più chi meno, ci portiamo la roba da grotta, hai visto mai, siamo pur sempre un gruppo speleo. Infatti Paolo subito ci separa per squadre: lui con Barbara e Lavinia a rilevare il sistemone e il sistemino, tutti gli altri a cercare il Ciavarrino, il Maggiociondolo, la Carbonaia Vecchia. In cima a Monte Chiavica? No! Da quelle parti. Bon, la nostra squadra è di battuta e subito Federica trova uno sprofondo, le pare strano che non l’abbiamo mai visto, ma tant’è. S’infila Massimo con Luca che l’assiste imprecando la Madonna di Luxor. Non si sa bene a che titolo visto che la grotta è una spaccazza ma pur sempre rilevabile e non ci succede niente di trascendentale. Abbandonata la grotta al suo destino ci dirigiamo al Ciavarreto, da qua in poi dovremmo trovare le cavità e posizionarle. Il Maggiociondolo c’è, ma è sotto forma di arbusto, tuttavia dal punto a catasto dovrebbe stare qua. Però sto versante di Monte, dal Ciavarreto in poi, è tutto un susseguirsi di picchi rocciosi assai infidi, scivolosi e pieni di anfratti che potresti piombare sotto il buco nascosto dalle foglie bon, trovata la grotta perso l’essere umano. Ma la Madonna di Luxor ci assiste, troviamo anche la Carbonaia Vecchia e, visto che Luca pretende di mangiare da quando è partito, andiamo sopra un cucuzzolo a sfamarci. “Siamo sulla cima del Ciavica?” chiedo, visto che su una cima ci stiamo. Macchè, cima senza nome di fonte al Monte Forte. Gli altri dovrebbero essere tornati, scendiamo al Ciavarreto per riunirci e nel ritorno troviamo (forse) il Maggiociondolo grotta. Paolo poi ci accompagna al Ciavarrino, ci siamo passati a fianco tutti ma non l’abbiamo visto. Te credo, è una delle ennesime fratturacce che non sai se continuano o cosa. Vedo Paolo e Lavinia che si preparano a scendere a rilevare il buco, gli altri se ne vanno per conto loro ma qualcuno deve restare. Certo che la voglia di entrare in grotta ce l’avrei proprio, resto io e seguo quei due lungo la frattura in libera. Lavinia con l’imbraco scende ancora un pozzo armato mentre Paolo l’assiste per il rilievo. Tanto per non restare con le mani in mano faccio foto, ma visto che sto buco è una stretta frattura, le foto son tutte uguali. Peggio di quelle di Luca che ha fotografato 200 miliardi di volte il bosco. Mica dico niente, ma qua la cosa è lunga, Lavinia rileva ogni centimetro, ecchè! Scientifica anche troppo, che fosse per me avrei preso tre dati e bon, fatto il rilievo. Torniamo fuori e raggiungiamo gli altri, piano mi raccomando, dobbiamo fare notte altrimenti rischiamo di scendere che ci si vede ancora. Ma la frontale che ce la siamo portati a fare? Facciamo un lungo giro di Peppe e arriviamo alle macchine che è buio. “Ma tanto è presto per andare da Carmina!”. Ma no! Lei è tutta contenta di vederci. Per permetterle di cucinarci i suoi manicaretti andiamo al bar ad aspettare Clino. Appena arriva, come saette siamo già con le ginocchia sotto il tavolo di Carmina a ingurgitare una montagna di prelibatezze che, alla modica cifra di 10euro, ci riempiono la pancia, addio strettoie.
Secondo me sta storia del libro sulle grotte di Esperia è tutta una scusa per andare da Carmina…e poi la cima del Chiavica sta ancora là ad aspettarci.
Alla prossima!!! Mg 20.11.2016
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