resoconto precedente

torna all'indice
torna al Menù

Grotta rosa

Antefatto Un freddissimo giorno di gennaio è l’ideale per finire il traverso al bucone in parete sopra Polleca. E pensavo che il freddo sarebbe stato il vero problema. Ma andiamo al dunque.

L’epica impresa: Siamo in 4, Mario, Stefano, il Nozzolone e la sottoscritta, agguerriti e carichi fino ai denti, verso Polleca. E qua troviamo i soliti cacciatori. “Non potete andare, c’è la caccia al cinghiale!” ma subito Stefano risponde a tono “e dove sta il cartello?”. Noi non li degniamo di uno sguardo e proseguiamo per i fatti nostri su per la scarpata senza sentiero alcuno. Zona di cinghiali appunto. Una faticaccia immane arrivare sotto la parete. Mario suda abbondantemente e Sergio si offre di portargli parte del carico. “A me non l’ha chiesto” penso piccata e forse un po’ contenta “a lui si perchè non gliela fa, a me no che gliela fo” come dire. Mario, ovviamente, si tiene gelosamente trapano, batteria e tutto l’armamentario per la parete, mica vuol fare sta figura che non gliela fa. Bon, finalmente eccoci sotto i grottoni, col sole che arriva giusto giusto assieme a noi.
Benissimo, stavolta non moriremo di freddo ad aspettare che Sergio armi. Perché Sergio è l’incaricato a fare il traverso, lento e altrettanto inesorabile. Noi facciamo da squadra di supporto, ossia, stravaccati al sole sopra il pietrone che se ti addormenti caschi quei 100 metri e amen. Mentre Sergio arma con festoni di corda ogni 2 metri, quando osa, meno quando no, io e Stefano facciamo foto a vanvera e Mario dorme. Ma ecco che la faccenda si fa interessante. Nella sottostante strada di Polleca arriva la guardia forestale-carabinieri e ferma il cacciatore che fa da bandierina. Allora la digitale diventa un cannocchiale nelle mani di Stefano che ci fa il resoconto in diretta “stanno facendo un verbale, la multa, si fanno dare il fucile…” e noi tutti a tifare a gran voce per i forestali ancorché carabinieri. I quali iniziano a guardarci di cagnesco “ben, venite quassù a farci la multa che stiamo forando le rocce protette”. Il Nozz, ignaro, seguita a spittare “ho quasi finito quelli buoni” ci comunica “ora passo a mettere gli spilli, ad ogni fix buono alterno uno spillo”. Gli occhi di Stefano passano dalla digitale al Nozzolone, che ormai è dietro l’angolo, aprendosi come un diaframma al buio. “Spilli????” “ma si , li abbiamo testati a Supino, tengono 250 kg, certo non ci devi volare”. Considerato che sta armando una parete intonsa mi sento già vedova pronta alla pira. Fortunatamente non vola e riesce, finalmente, ad arrivare al buco, nonostante le gambe sempre più tremolanti dallo sforzo. E vai!!!!!!!!. “Venite pure” ci invita festoso. “Non ci penso proprio” dice Mario e passa l’imbraco a Stefano. Io vado tranquilla che tanto sono pronta al sacrificio e poi, se hanno retto lui sti spilli…
Però faccio i passaggi proprio classici, da manuale, sia mai cascassi sugli spilli. Roba da metterci un secolo a fare il traverso, 13 frazionamenti, di cui tanti a spillo.
Quando li vedi ti si accappona la pelle e manco ti puoi tanto sbrigare, che se caschi…Arrivo finalmente sana e salva e viene anche Stefano. La grotta è un riparone dalle pareti rosa. Non c’è nulla di evidente, tranne un buco tondo a camino nel soffitto, largo si e no 20 cm, ma aggettante sulla parete. Fatte le foto di rito tocca tornare che il sole sta andando via. Non disarmiamo, ordine del Presidente e manco l’avremmo fatto, troppo tardi. Sergio però cambia qualche spillo lasciandone solo due. Quel tanto che basta per farti spavento. Non resta che rotolare giù per spini, ampelodesmi e frane ed eccoci alla macchina, in tempo per osservare un immane masso crollare dalla parete dirimpettaia di Polleca. Potevamo crollare pure noi con tutto il traverso, è il laconico commento. “Invece no” dice Stefano,” nonostante gli spilli e l’imbraco che mi avete dato che si regge per un filetto, abbiamo portato a casa la pellaccia”.
Voglio vedere poi chi disarma…
Alla prossima!!!!!!!!!! Mg 26.1.2019
resoconto precedente

torna all'indice
torna al Menù