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Grotta Canali

Antefatto Nel periodo prenatalizio la gente si agita come gli atomi scaldati, ma il Nozzolone e la sottoscritta, incuranti, ce ne andiamo sopra Supino, che qua di agitazione molecolare non ce n’è. A che fare però? A cercare gli armi alti delle pareti di arrampicata. Niente di che.

L’epica impresa: Partiamo con tutta calma e, parcheggiata la macchina alla fonte a metà salita, c’inerpichiamo a sinistra delle pareti, seguendo, una volta tanto, i segni CAI. Il sentiero è dritto per dritto, tra spini di rosa, rovo e biancospino, passa a fianco di un bottino d’acqua, cerchiamo la grotta nei pressi ma non c’è. Bon, fa niente, giriamo sulla destra, sopra le pareti, ma di armi alti manco l’ombra. Qua sarebbe finita la nostra escursione ma non ci siamo spinati abbastanza. Proseguiamo nel sentiero che dovrebbe portare alla cima del Semprevina, meravigliandoci che sia così scosceso, in quanto passa per un canale di sassi senza troppi zig zag. Un passo avanti e uno indietro. Però scorgiamo un enorme anfratto sotto le pareti, ovviamente tra un muro di rovi. Qualcuno, fortunatamente ha fatto un mini sentiero in questa verde, impenetrabile, muraglia e possiamo arrivare al riparone sotto roccia. Sergio decreta che è la famosa Grotta Canali indicataci da Rocco. Secondo me è stato lui ad aprire il sentiero. Non ci resta che esplorarla, da un anfratto in alto scende un copioso stillicidio d’acqua e nel pavimento qualcuno ha fatto un sondaggio archeologico. A parte questo la grotta non continua. Non è rilevata pur essendo assai interessante. E anche qua sarebbe finita la nostra escursione ma Sergio, stranamente vispo, decide di proseguire nel sentiero CAI, ammazza-polpacci. Ovviamente non per me che sono allenatissima ancorché non sufficientemente per il Monte Amaro. Su e su fino all’assolata, bellissima cresta, laddove vedi tutta la nebbia della valle Latina dalla quale emergono le cime di Pizzo Deta e del PNLAM. Anche il dirimpettaio Monte Gemma è quasi tutto coperto da nuvole. Ma noi no, finalmente al sole, possiamo mangiare a piacimento la cattiva pizza rossa. Stavolta Sergio decide che per oggi basta, ha fatto fin troppo e non c’è alcun senso farsi la cima del Semprevina. Ah no? Magari per buttarci la buccia di banana che poi Giorgio la trova e dice che sono stata io. Ben va la, torniamo indietro che c’è da scapicollarsi in sto sentiero CAI che passa dentro a un instabile ghiaione che se caschi diventi come San Lorenzo sulla graticola di spine. Ma noi, saldi sugli scarponi, caschiamo solo un po’, quel tanto che basta per osservarci a vicenda i rispettivi sfregi, meglio che i tatuaggi!
E adesso saremmo anche pronti per il Natale..quasi…
Alla prossima!!! Mg 23.12.2018
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