pagina successiva
pagina precendente
torna all'indice
torna a viaggi
menu

Antefatto: Tre pensionati in attesa della morte certa, con un piede nella fossa e l'altro barcollante, decidono di godersi la poca vita che rimane....vedremo come...

29.6.2016 Schio Eccoci a Schio il giorno di San Piero, la Olga ci accoglie festosa “è morta la canarina, è morto Stimmo, Sergio aggiustami la luce e guardami la bolletta, mi fa male la schiena, voi come state? Male vero?”, “non c'è male, a parte il cuore, l'anca, la gamba, l'ernia iatale, siamo pronti all'avventura”. C'è anche la zia Annamaria che, per sollevarci il cuore cupo, ci racconta di quando è andata al mare con la zia Elena e a momenti si annega. “Volete un caffè?” “meglio di no, ci fa male, chissà se un gelato ce lo possiamo permettere”. Arriva Luigi “che male ai denti, sono andato in moto e son pieno di bolle, andiamo a vedere la mostra di quadri a Sareo?” “Sareo, dove xelo Sareo?” domando “come non te ricordito più Sareo? Su per la piassa” mi spiega la Olga “quala piassa?” “nemo in machina che te mostro”. Dopo avermi fatto fare tremila giri per trovare un parcheggio, che facevamo assai prima a piedi, arriviamo a sto Sareo che è dove andavo a scuola. Lungo la strada ci sono tutti i quadri in mostra e se non stai tento te ingambari e li butti giù tutti. Salutiamo Luigi che, da artista, ammette che questi non sono poi male, ma meglio i suoi cimiteriali, e c'incamminiamo commentando le pitture. Veramente sono attratta dalla mostra fotografica di una che fa foto che mai in vita mia potrei men che lontanamente eguagliare. Incontriamo Robertino e so moroxa “setu che vegno a Roma a pie in pellegrinaggio?” te pareva. A piedi può darsi che minimo una vescica ai piedi gli venga per stare al paro con le disgrazie dei parenti. Bon,commentati tutti i quadri, le foto e i parenti, torniamo a casa a mangiare il brodino che fa tanto bene. Poi ci cimentiamo su fb per vedere se per caso i nostri parenti e amici stanno male o cosa. Si sa che fb fa perdere un sacco di tempo, così i botti dei fuochi artificiali ci fanno ricordare che è San Piero!! i foghi!! via di corsa fino a San Pietro, abbarbicati sulla scalinata della chiesa naso all'insù a goderci sta meraviglia assieme a tutti gli scledensi. Finalmente la Olga è felice e contenta e noi pure, incontriamo anche la Carla e suo marito, ci fotografiamo allegri, andiamo a prenderci un decaffeinato al suo bar preferito e poi a casa, che è mezzanotte. Allegri? Ancora per poco, arriva Claudio, il cupo, che si, ha visto i fuochi, ma ci racconta dei ladri che hanno rubato il motorino al suo amico, tutto un mugugnamento sui ladri che la Olga si fa venire la paranoia dei ladri e Sergio deve chiudere e sprangare tutte porte e finestre che pare di stare in clausura stretta. Fine della giornata, dalle stelle...alle stalle...ma sicuramente domani qualcosa di peggio ci aspetta..

30.6.2016 Monte Novegno Prima di una full immersion marina, che già so che mi dovrò inventare di tutto per non morire di pizzichi, urge assolutissimamente una dose massiccia di montagna. La Olga ha da fare con le amiche del teatro, Claudio tenta di avvelenarsi con i funghi, Luigi lavora, Paolo vede gli spiriti e Sergio ha l'infarto, io sono viva e vegeta e voglio andare al Novegno (per ripiego, che vorrei andare in cima al Pasubio). “Sergio vieni? A Schio fa troooopo caldo, portati la sediola, il libro e mi aspetti mentre vado a camminare”. Lui viene perchè spera che alla malga del buso del Novegno ci sia la pastasciutta fumante ad attenderlo. Conoscendo il soggetto, a scanso di equivoci, compriamo panini e soppressa di Valli, non si sa mai. E bene facemmo. Arriviamo fino alla malga in macchina e subito il Nozz subissa il malgaro con richieste di cibo “si, andate pure dove volete che all'una vi faccio trovare la pastasciutta” “quanto ci vuole per Priaforà?” chiedo “due ore andare, due a tornare”. Il Nozz me ne concede una e mezza “all'una, massimo una e mezza, devi stare qua” che la pastasciutta non può attendere, mica per altro. Bon, abbandonato il Nozz al cimitero di guerra, che se muore ha il posto assicurato, digitale in resta affronto a spron battuto il sentiero cercando di non guardare troppo i fiori, che irresistibilmente chiamano la mia attenzione. Arrivo a passo Campedello peggio di QuellidelCAI e, visto che ho fatto prestissimo, mi fermo pure a leggere tutte le vicende dei mortiammazzati di guerra. Puareti che finaccia. Risalgo come un'ossessa il sentiero per Priaforà e scopro di aver surclassato i tempi previsti, ahò stai a vedere che mi sono allenata. Infatti sto sotto il buco di Priaforà, è lui o non è lui? Non resta che verificare, ma no, un mucchio di Peonie una più bella dell'altra mi stoppa. Le fotografo tutte, infami, e salgo nel buco, e qua non ti vuoi fotografare che pare che caschi dall'altra parte? Altro tempo perso. Uffa, sulla croce non ci vado che il Nozz mi aspetta. Sto da lui alle 12,15 che non avrebbe mai detto, e manco io a dirsela tutta. Via, alla malga. Una simpatica graziosa fanciullina ci chiede che vogliamo “la pastasciutta!!” esce fuori la malgara “per problemi di salute posso darvi un panino e il caffè” “ambè, il panino ce l'abbiamo, il caffè, come no!! si grazie mille” rispondo. Sto caffè normale mi fa effetto zumba “a Schio fa caldo” propongo al Nozz “rivai al cimitero che devo salire in quel forte lassù e fotografare tutti i fiori lungo il percorso”. Seh, pareva vicino invece è lontano. O sarà che mi inginocchio ogni pisciata di cane a fotografare. Sali sali eccomi al forte Rivon o Monte Rione, decidetevi a dare un nome certo anca par la gente che vede..., e qua posso contemplare gli strapiombi del Pasubio nuvoloso. “Sta a vedere che arriva il temporale e mi strafulmina, meglio tornarmene a valle senza fotografare troppo” penso tra me e me. Arieccomi da Nozz che invece di stare al cimitero si è tappato in macchina a guardare le marmotte. “Freddo fa” mi spiega “Insomma, speta di rivare a Schio e lo senti il freddo”. A Schio solita atmosfera cimiteriale, che te lo dico a fa, la Olga tira fuori il repertorio malaticcio e, corona in mano, non vede l'ora di andare a una messa da morto che l'aspetta. Il Nozz ci si butta a pesce morto, e tutti e due a misurarsi pressione, febbre, lettura di bugiardini, grandi dibattiti su tutte le malattie estreme che sperano gli possano capitare, il chè è la loro grande soddisfazione.

1.7.2016 Medveja Con il buonumore di un funerale ci avviamo verso la Croazia, la conversazione verte sul mal di orecchie di Claudio fino a Trieste. Fortuna che mentre guido io posso mettere la radio nonostante il mugugno del Nozz che la musica proprio non la sopporta. A Trieste telefoniamo un po' a tutti per far sapere che finora siamo ancora vivi ma da adesso in poi niente telefonate, solo internet per chi ce l'ha, ossia la Luisa, gli altri stanno ancora al chopper. Sosta per mangiare la bestia, ma l'oste ci propina cerapcici e patatine fritte, l'ideale per lo stato di salute generale di cui gode la truppa. Sopravviviamo lo stesso e, arrivati a Medveja cerchiamo l'appartamento Alba. Dove sarà? Su per una strada ripida lungo le pendici del Monte Ucka, il paradiso dei botanici. La casa è veramente bella, piena di fiori e con una veduta stupenda sul golfo del Quarnaro. “Stiamo qua tutta la vacanza” propone la Olga ma io, guardando l'angolo cottura con un solo lavello, espongo le difficoltà per cucinare e, soprattutto, per lavare i piatti. Lasciati Nozz e Olga a riposarsi, scendo al mare per sta strada ripida, ancorchè vorrei salire sul monte Ucka a cercar fiori. Il mare ciottoloso è limpido e invitante, eccomi!! che bagno, senti in superficie l'acqua calda come il piscio e subito sotto fredda come l'artico, che il monte carsico qua risorge. Bon, ora mentre aspetto gli altri due mi leggo Terzani il saggio per conservare quel po' di allegria di fondo che ho in dotazione. Eccoli che arrivano, il Nozz si fa il bagno, la Olga mette i piedi a mollo e si mette subito all'ombra “il sole fa male”. Mica solo. Sta baia è bellissima, starsene spaparanzati a leggere e godersi il mare sarebbe auspicabile, del resto sti due i libri ce l'hanno. Ma vuoi mettere una sana conversazione sul mal di cuore, infarto, tachicardia, cancro e quant'altro offre il declino umano? “Ma a Cres c'è l'ospedale?” chiedo, sai com'è...meglio essere previdenti. Quei due sono così immersi nel crogiolamento malaticcio che manco si vogliono schiodare, son quasi le sette, ho l'asciugamano zuppo, il sole se n'è andato, la pelle mi pizzica dal sale per cui faccio ricorso all'argomento irresistibile per il Nozz. “E' ora di cena, facciamo la spesa, mica vorremmo ingozzarsi di schifezze come oggi”. Comprate un po' di vivande, andiamo a cucinare. Pastasciutta cipolla e pomodoro, insalata, anguria e basta, che già siamo sazi. Domani, se ci svegliamo vivi, possiamo rallegrarci, ancora un giorno in meno per la morte certa.

2.7.2016 Cres Ci svegliamo tutti occhi sbarrati alle 6,30, ecchè??? il sole picchia duro fin dentro le camere e il traghetto ci aspetta. In men che non si dica siamo pronti e ci godiamo la traversata fino a Cres. Oggi tutto fila liscio, anche il Nozz che odia caldo, sole, zanzare e solitamente fa il sustoso, si dà una regolata. Nessuno si lagna e arriviamo a Cres in piacevole conversazione. Troviamo l'appartamento prenotato che ci piace, ampio, ben messo, senza terrazzino, senza lavatrice, senza fili dei panni, senza mollette, senza mestole di legno, senza insalatiere capienti e altre inezie, ma con due belle ripide rampe di scale. Ma ci piace, per cui ci fotografiamo peggio dei giapponesi per far vedere sta bellezza, perchè, diciamocela tutta, come minimo c'aspettavamo una topaia. Perchè? chiederete voi...ecchenesò, per via del pessimismo di fondo che pervade due della truppa. Oggi, invece, tiè, siamo tutti e tre allegri e vai!! disfiamo i bagagli e ce ne andiamo al mare, due passi da casa, bell'ombra di alberi, baietta per bimbi, anziani ed handicappati. Proprio per noi. Così la Olga e il Nozz si fanno fotografare in pose da cinico-tv che la gente vede e mormora “anvedi sti due poveracci, chissà che patologia li affligge, meno male che hanno sta badante svampita che li assiste”. La badante se ne va a fare un bagno lungo assà che qua pare una piscina più che un mare, e c'è pure la doccia leva sale, anvedi che lusso. Ma lo stomaco bussa alle porte. “Andiamo a mangiare il pesce” propongo, che se non lo mangi qua, appena pescato, dove lo vuoi mangiare? Sul Canin? Magari esserci....Così io e la Olga ci strafoghiamo di pesci, calamari, capesante, mazzancolle e il Nozz di misera pastasciutta perchè lui è monotematico, gli dai una cofana di pasta e lo fai felice, non chiede altro dalla vita. Riposino pomeridiano dentro un ombroso boschetto in riva al mare, tutti e tre immersi nei rispettivi libri e nei rispettivi sonni. E mò? Il tuffo!!!! arivia, cammina cammina, andiamo a cercarci laddove uno si tuffa a proprio rischio e pericolo. Ora la Olga si ricorda che al mare tocca farsi quanto meno il bagno e, trovato un bel posto adatto, si mette nel bagnasciuga gambe a mollo e le pare di aver fatto un duecento stile libero. Quando l'ora è più bella per goderci il sole che non picchia più, tocca tornare a casa per lavare i panni con la lavatrice a mano, stenderli su un filo raccogliticcio, andar a far la spesa per una cena sana e genuina, pastasciutta, frittata con la mozzarella, insalata, pesche buonissime e il dolce della Olga, che se non lo mangi diventa duro come un sercio di Cres. Come dice la Luisa, il mare fa miracoli e sti due oggi sono stati benone, non hanno parlato affatto di malattie ma delle torture dei nazisti, perchè, diciamocelo, un po' di pessimismo ogni tanto non guasta.

pagina successiva
pagina precedente
torna all'indice
torna a viaggi
menu