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Costa delle Capanne

Antefatto: Dopo due giorni di pioggia ininterrotta, al primo spazzo di sole eccoci a Gorga, alla ricerca di….

L’epica impresa: …di grotte, di fiori, soprattutto, di natura incontaminata. L’elenco grottifero di Sergio ne contiene ancora parecchie da trovare verso Campo Caccia, ma lassù il tempo è nero e si sente tuonare in lontananza. “Cosa dice il meteo?” mi chiede Sergio sempre sospettoso “sole pieno, ma poi, non hai il ricambio? piuttosto, perché non andiamo là?”. Là sarebbe l’ultimo colle che si vede da Gorga, al di là della valle Volpinara, in sostanza la fine della lunga cresta che si affaccia alla valle Latina ed alla proibitissima provincia di Frosinone. Non ci siamo mai stati e il colle non ha un nome nell’IGM. Per arrivarci tocca fare una sterrata malconcia e ripidissima che non so come la macchina abbia potuto farla, a me sarebbero tremati i polsi ma a Sergio no, finge di avere un fuoristrada. Parcheggiamo nel lato di un fosso e poi cerchiamo un sentiero sulla sinistra e un varco tra recinti vari per arrivare alla cresta. Qua è l’unico posto, a parte la soleggiata sottostante e vietata valle, dove c’è uno sprazzo di sole. Ma quando ci fermiamo a mangiare, proprio in cima al colle, vediamo, nei dirimpettai Lepini, una nuvolaglia nera, accompagnata a rombi di tuono, che non promette niente di buono. Si, abbiamo il ricambio, ma trovarsi in mezzo ai fulmini non è tanto igienico. Per cui torniamo, visto che non abbiamo trovato buchi ma solo fiori gocciolanti. Invece il buco c’è. Si vede dalla strada dove abbiamo parcheggiato, un buco nero dall’altra parte di un fosso inciso assai. Vorrei andarci ma, come dice Cesare “mai esagerare”. Soprattutto, tenersi cose da fare nella provincia di Roma Capitale, finchè ancora resta gialla.
Alla prossima!!! Mg 10.3.2021

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