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Sentiero Fontanon di Goriuda (mappa)

Da Chiusaforte si risale la valle Raccolana in direzione Sella Nevea, poco oltre l’abitato di Piani, è possibile parcheggiare nei pressi della trattoria “Al Fontanon” da dove la cascata è già visibile. Seguita la strada provinciale per una ventina di metri, in corrispondenza del monumento al ciclista, le indicazioni guidano lungo un comodo sentiero che si addentra nel bosco fino alla base del Fontanone che si raggiunge, su terreno escursionistico adatto a tutti, in circa 5 minuti.
La parte terminale ipogea del Fontanone, dove le acque scorrono all’interno della montagna, è visitabile con le guide del Parco delle Prealpi Giulie, con un canotto per superare la prima sala allagata e successivamente lungo un facile percorso attrezzato.

14.8.2015 Fontanon di Goriuda.
Torniamo in Italia di gran carriera, si fa per dire, che il Nozz, per non pagare 11 euro di galleria, devia per una strada di montagna, poi vuol far gasolio in una pompa con prezzo bassissimo ma nella quale c'è un intasamento boia e, mentre mi annaffia di gasolio, gli dico di lasciar perdere. Altrimenti passiamo la giornata, che è stranamente soleggiata, davanti ad un distributore. Arriviamo a Tarvisio e dobbiamo decidere che fare. Lasciamo la macchina al sole e, in una panchina all'ombra, il Nozz si mette a cercare nel tablet in quale rifugio potremmo dormire, ovviamente vicino alla macchina. Lo so che non ci sono, tra l'altro domani è ferragosto e saranno zeppi. Dopo un lasso di tempo osservo che la macchina sta al sole. Non l'avessi mai detto. Il Nozz s'incazza come un bufalo, mi dà le chiavi della macchina “decidi tu dove andare”. Ovviamente la mia mente sta sempre sul Canin, penso che potremmo andare a dormire a Sella Nevea e da lì ci sono sentieri a iosa. Al limite potremmo andare alle Cave di Predil, che m'intrigano geologicamente parlando “ci vuoi andare?” “NO!” tanto lo so che ora è in modalità incazzata e non gli starà bene niente, manco un abisso grande grosso e facile vicino alla strada. A Sella Nevea vedo un rifugio Cai, mi fermo e chiedo se c'è posto “certo è appena aperto, nuovo nuovo, 45 euro a persona mezza pensione”. Mi pare un prezzo ragionevole, visto il periodo. Ovviamente al Nozz non piace ma tant'è, ora decido io. Immagino che ora si piazzi sulla strada immobile immusonito, invece dice di voler andare al Fontanon di Goriuda. Più del muso potè la grotta. Andiamo con casco a tutto. La grotta è proprio bella, tipo buso della Rana, entriamo un po' e poi c'è il laghetto, di là si vede un canotto di coloro che, pagando, entrano con la guida un po' di più. Filmo quel che posso e poi torniamo. Al rifugio c'è un concerto di musica moderna che, per inciso, mi piace pure, ma fa andare in escandescenze il Nozz che non sa più che dire per sfogare il proprio disappunto. Forse mangiare un salame gli farà passare il malumore, tant'è che sale verso la malga Montasio per comprarsene uno, ma visto che lo dovrebbe comprare intero, lascia perdere. Con ciò il muso non gli passa. Ben allora lo lascio cuocere nel suo brodo e vado alla ricerca di un wi-fi che trovo in un bar nei pressi delle informazioni turistiche con mostra speleologica e libri gratis lasciati per gli amanti della lettura. Ne faccio incetta perchè ne ho pochi e la biblioteca aprirà solo il primo settembre. Trovo anche internet e, finalmente mi collego. Però penso al Nozz con la fame e torno per cena. Ma il concerto non è finito, manca l'ultima canzone, solo che, essendo il modalità incazzosa, non ci pensa nemmeno ad aspettare, a brutto muso dice al gestore del rifugio che va a mangiare da un'altra parte. Andiamo a una malga laddove si spende tanto per mangiar poco ma tant'è, servisse a fargli passare il malumore. Non gli passa nemmeno con la pastasciutta e bon, guardo il Canin e mi consolo.

Montasio (mappa)

15-8-2015 Montasio
Stanotte è piovuto ma, guardando il cielo, vedo che è ancora bel tempo “dove andiamo?” ovviamente vorremmo salire sul Canin, ma considerato che forse piove e che il calcare è bagnato, ci lasciamo fuorviare dal gestore del rifugio “andate sui monti di Terra Rossa, è un sentiero facile a tornanti, se piove non c'è problema”. Ossia sul Montasio. Va ben, terra sconosciuta. Saliamo verso il rifugio Brazzà, lento pede che fa un caldo umido fastidioso e accusiamo stanchezza accumulata. Da qui prendiamo per il sentiero di Terra Rossa, passando, appunto, per una collinosa distesa erbacea che non finisce mai. Sali sali a tornanti grondando sudore, servono 2 ore per la cima ma qua sembra di stare sempre allo stesso posto, eppure abbiamo già fatto 500 m di dislivello. Il monte sopra la nostra testa è tutto bello roccioso ma per arrivare alla roccia tocca sputare sangue e noia mortale. Tant'è che il Nozzolone dà forfait “torniamo che son stanco” . A me sta bene, sto posto non m'ispira granchè e poi se avanza tempo vorrei sempre vedere il museo mineralogico di Cave di Predil. Facciamo tappa al rifugio Brazza' per una pastasciutta e trovo da leggere un libro della Regione FVG sulla flora delle Alpi Giulie. Mihh che fortuna sfacciata, lo divoro mentre il Nozz divora la pasta, scoprendo di aver filmato fiori rari e che Gortani era anche un botanico. La commistione speleo-botanica risale quindi a enne tempo fa! Al rifugio c'è un ragazzo che dà informazioni, non che sia il suo lavoro, vedo che lo fa, allora chiedo “sul Montasio ci sono grotte?” “no, è dolomia principale, ma sul Canin quante ne volete”. Così lo subissiamo di domande speleologiche visto che è al corrente di tutto quel che stanno combinandogli speleo friulani, ossia tentare la congiunzione del Complesso Col delle Erbe con quello del Foran del Muss e uscire a Rotule Spezzate. Dopo aver spremuto il nostro informatore come un limone ce ne torniamo a Sella Nevea. “Siete saliti alle Terre Rosse?” ci chiede il gestore “no, abbiamo fatto poca strada, aspettavamo il 37 barrato per la cima ma non è passato”, sia ben chiaro che siamo pippe. Ciò detto facciamo un po' di bucato e via, per Cave di Predil. Arrivati costì cerco dove stendere i panni e mi approprio di uno stenditoio vicino ad una casa dove metto il mio filo, le mollette ed il bucato, che tanto la padrona starà al lago di Predil a fare il bagno gelato, visto che è ferragosto. Andiamo, quindi, in un bar a chiedere informazioni sul museo “è chiuso da una vita, porco Comune” ci informa il barista “se volete visitare la miniera andate al museo della guerra”. C'entra assai. Scopriamo che si, c'è la visita della miniera ma è tutto prenotato fino alle calende greche “il museo della guerra è visitabile liberamente?” chiedo per disperazione “si paga il biglietto” non ci penso nemmeno a pagarlo, me ne torno a ritirare i panni che di guerre ne ho piene le scatole. Fortuna che la padrona dello stenditoio non è tornata altrimenti restava meravigliata dal moltiplicarsi del suo bucato “anvedi sta maglietta bucata, mica lo sapevo di avercela, e ste mutande color isabella, na fetenzia, sti pedalini sformati poi...chissà chi mi ha fatto sto gran regalo!!”.

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