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Bus de la Vecia

Antefatto: “Emergenza Sibilla!! Deve fare gare di pallavolo, chi ci sta con lei?” “I nonni cattivi!!”. Certo stavamo comodi e caldi nel profondo sud e capitiamo nel gelidissimo Trento dove tutti sono termalizzati tranne noi, la casa come un rifugio CAI.

L’epica impresa: La mattina, accompagnata Sibilla alla palestra di Rovereto, cerchiamo qualche escursione calda e assolata nella dirimpettaia montagna. Li che c’è? Castellano, il lago di Cei e il Bus della Vecia. Scartato il gelido lago e le innevate passeggiate intorno, ci dirigiamo verso il Bus della Vecia, ammirando il paese dal bel Castello, le pareti di roccia spaccate quanto basta, fino al arrivare alla lunga spaccatura che costituisce il Bus. Una corda con nodi (lesionata) porta fin sotto ad un’arrampicata con altra corda che sale verso l’imbocco della grotta. “Non è grotta, è un croz” ci avverte un Castellanense. Però, dopo l’arrampicata, una ripidissima erta arriva sotto ad altre due corde che salgono dentro la spaccatura, ma per entrare nel bus servono senz’altro i bloccanti. Sarà pure un croz, ma è parecchio grottesco. Tornati indietro c’incamminiamo fino alla sconosciuta e selvaggia Val d’Agort e poi di corsa a tifare per Sibilla. Del tutto inutilmente visto che ha vinto l’altra squadra.
Alla prossima!!!! Mg 27.12.2021

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