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X corso di speleologia GGCR a Fioranello (palestra di roccia

Antefatto: Le allieve di questo corso, ebbene si, tutte allieve, sono 5, ma solo in 3, Manuela, Roberta e Amelia, si presentano a Fioranello, qualcuna è già ammalata come pure qualche istruttore.

L’epica impresa:
Prima uscita, palestra di roccia di Fioranello. Alle 3 allieve si aggiunge anche un allievo, Nicola, ma stavolta non possiamo farlo salire, ancora non è assicurato. Come istruttori siamo una pletora: Mario, Saverio, Federica, Federico, Paolo, Francesco S., Simone, Sergio e la sottoscritta. Però noi, giustamente, cerchiamo nel limite del possibile di non interferire se uno spiega, salvo qualche eccezione in cui alla povera allieva sono arrivati contemporaneamente duecentomiliardi di comandi tutti assieme in cacofonia. Avrà pensato di aver fatto un errore imperdonabile, sta a vedè. Invece loro sono state tutte e tre bravissime, concentrate, volenterose, per niente stanche. Forse ci siamo stancati più noi, più che altro, di non aver potuto mettere bocca come ci sarebbe piaciuto, si sa, nei corsi è così, si fa la gara a chi insegna meglio. Bon. Per fortuna a Paolo viene la geniale idea di fare lo “speleo-efficace”. Ossia di mettere una trenta sulla quercus pubescens e con una serie di carrucole, discensori e tiranti, far salire la corda assieme all’allieva che mai arriverà in cima, finchè corda non finisca. Questo per allenarsi ai pozzi in libera. Si cimenta Manuela, perennemente sorridente, e gliela fa gagliardamente. Occhei, sai che ti dico? Famme provà a farmi una trenta di corsa. Così vedono che il Mao è efficace come lo “speleo-efficace”. Infatti il Mao va, il fiato di meno, ma la trenta la finisco bene. Nel frattempo arrivano anche Luca, Roberta e Dario, il quale dimostra subito la sua avversione alla speleologia e agli speleologi, non ci si fila di pezzo, nemmeno al padre che deve fare la sua salita per dimostrare che è ancora gagliardo. Del tutto inutilmente, fatica sprecata. Dopo aver fatto salire, scendere e passare i frazionamenti a tutte, ce ne andiamo al bar a ingozzarci di pastarelle che in fin dei conti è carnevale e sia mai che moriamo di coronavirus a pancia vuota.
Alla prossima! Mg 23.2.2020

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