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Sega della via infinita (Rilievo grotte Monte Perentile)

Antefatto:Oggi si va finalmente a scavare e rilevare qui quo qua. Chi viene? Serena, Cristiano, Irene, Fabio, Mg, Nozzolone ed il nuovo! Massimo, interessato a diventare speleosub, il quale si presenta all’appuntamento dicendo che non ha dormito a causa di forze maggiori di lui, immediatamente si becca la sega del benvenuto, ma non sapendo se è tipo che si offende, ce la teniamo per riserva.
L'epica impresa: Partenza da campodimontellllllllllllllanico, tutti super accessoriati con doppi materiali da scavo ed altri da rilievo, al seguito del Nozzolone armato di gps.
Non facciamo la mulattiera, che è fangosa, facciamo le creste, peccato che, dopo un accenno di rovi, ci troviamo nostro malgrado ripieni di fango a calpestare la mulattiera. Io sono ultima perché devo spiegare a Serena la differenza tra crocus suaveolens, crocus vernus e crocus biflorus, incitandola a raccogliere bulbi per il giardino, quando mi accorgo, appunto, che stiamo nella mulattiera che non dovevamo fare.
“Nozzolò! hai intenzione di arrivare a qui quo qua passando per valle le grotte?” “no” mi risponde il Nozzolone “mi sono sbagliato” ahhhhhhhhhh! e per ovviare a tanto sbaglio ci porta dritto per dritto ad immergergi nel peggio roveto del Lazio, paragonabile solo a quello che ci ha propinato Marco-Carroz domenica scorsa in Molise.
So per esperienza che il Nozzolone è uso a sperdemi, per cui vorrei proprio evitare di seguirlo ma lui ha il gps, e forte di tanto arnese ci porta su e giù per valli, cime, fossi, alture, il tutto condito da rovi. Perché evidentemente il gps gli ha detto che è la via più dritta. Peccato che nel framezzo ci sono un po’ di catene montuose, mai viste prima.
Va beh, vorrà dire che stiamo in battuta ma a parte crocus di tutte le specie, altro non troviamo.
Arriviamo infine a qui quo qua tutti spompati, compreso l’uomo manzo, il che la dice lunga, all’ora che di solito si mangiano le gozzoviglie.
Ma visto che tira un vento della madonna, mangiamo lesti lesti e ci dividiamo per grotte, io e Serena a rilevare qui quo qua (già qui ma ora chiamata con tutti tre i nomi visto che è l’unica rilevabile), Cristiano e il Nozzolone a scavare Paperoga (già quo, ora rinominata Paperoga perché s’è rilevata una sola tremenda), Fabio ed Irene a scavarne una trovata da Fabio nei pressi, innominata perché è peggio di una sola.
Faccio il rilievo per benino, visto che il GGCR è gruppo scientifico, con Serena che mi aiuta tutta compresa nel compito, mettendoci in tempo che uno rileverebbe chessò, mezzo Corchia.
Fuori infuriano gli scavi, si sentono massi cadere da tutte le parti, ma quando usciamo vedo Cristiano uomo-manzo che getta la spugna. Paperoga non promette, oltretutto oggi non soffia né aspira.
Distogliamo Fabio dal suo scavo inconsulto e visto che è uomo che crede alle fate, va anche lui a vedersi Paperoga sperando in chissà che. Ma appurato che non abbiamo una trivella da scavo petrolifero, decretiamo all’unanimità che la collina De Paperis al massimo la potremmo regalare ai cugini, noi abbiamo di meglio.
Anche al ritorno il Nozzolone tenta di deviarci dal retto sentiero, ma un coro di proteste vivissime lo distoglie presto dall’intento, per cui torniamo anche relativamente presto.
La sega la stravince lui, ovviamente.
Alla prossima! Mg 28.2.2010
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