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5.6.2010 Pergamo, l'odierna Bergama, eccoci. Come prima cosa visitiamo l'Asklepieion, centro terapeutico e si capisce, la posizione è ottima, sgorgano buone acque dai soprastanti colli che subito faccio bere al Nozzolone direttamente dalla fonte sacra, le cure più che altro erano ottimi placebi, in sostanza trattasi di antica omeopatia da centro di benessere odierno con massaggi, diete, racconti di sogni, niente di nuovo sotto il sole. A proposito di sole, non c'è, meglio, per visitare antichità serve la nuvolaglia così dopo un pasto al kebab, saliamo verso l'acropoli. Un turco che vende tappeti a porta portese ci racconta che il Berlusca ha fatto costruire una funicolare che porta all'acropoli che verrà presto inaugurata. Si vede che s'è consolato del ponte, l'opera è deturpante quanto basta ma il deturpamento non è uno dei problemi turchi, visto gli innumerevoli complessi residenziali sopra ogni costa, orrendissimi senza manco un albero, nè spazi pubblici nè altro, per un mare che manco vale la pena, posto che ci si possa andare, visto che quello che vale è recintato con tanto di guardia armata. Va beh, consoliamoci con l'archeologia. L'acropoli merita una visita e anche un viaggio in Turchia. Piove e fa freddo mentre leggiamo i cartelli esplicativi molto ben dettagliati. Tutto molto bello, tutto molto spiegato tranne una colonna infissa dentro una cisterna, pare, nè cartelli nè guide dicono cosa sia. Intanto decidiamo di andare per fratte dietro le mura, cercando passaggi segreti tra antiche condotte d'acqua e deposito di munizioni, la cosa si fa interessante, intanto vedo un albero pieno di fazzoletti di carta e plastiche varie, tutte rigorosamente bianche, una specie di ponte dei lucchetti turco, poi il Nozzolone vede due serpentacci, il sentiero è tra vegetazione alta, torniamo alla visita classica che non completiamo per via di un vento gelido misto a pioggia che ci scaccia proprio. Andiamo a dormire a Candarli, l'antico porto di Pitane, con fortezza genovese molto ben ristrutturata. Il paese ed il mare non sono affatto brutti, rispetto a tutto il resto, vediamo anche i famosi molossi randagi che le guide citano come pericolosi, macchè, per tutta la Turchia troveremo sempre sti cani bonaccioni desiderosi di affetto e di pane rancido che il Nozzolone propina loro a piene mani.

6.6.2010 Tutte le guide concordano che il mare bello è a Foca , (da foca monaca), infatti è proprio bello, cristallino, tra pini, con belle baie quasi tutte privatissime con guardie armate e la maggior parte territorio militare. Visitiamo Foca (l'antica Focea)allora, bevendo la famosa acqua decantata come tanto buona. Tentiamo di farci un bagno, visto che il posto merita, ma nell'unica baia che sembra libera arriva uno tutto di corsa a dirci che è un camping, gli facciamo cenno che noi vogliamo solo farci il bagno e quello a dire che si paga il camping, il corrispettivo di 15 euro, gli chiedo "e per nuotare e basta?" risponde a cenni "lo stesso", la mia risposta "ma faffanc..." echeggia ancora per tutta la penisola, a te e a Foca, amico. Ne abbiamo quasi abbastanza della Turchia ma ancora non demordiamo, sperando nella penisola di Cesme. Per andarci si costeggia l'orrenda Smirne, prendiamo una specie di autostrada con casello a ticket multipli, quale sarà quello giusto? non c'è scritta in inglese, ne prendiamo uno a caso che si rivela sbagliato, al casello d'uscita il casellante ci fa la ramanzina e tutto contento ci molla un passi e l'equivalente di 10 euro da pagare, più o meno come un tratto della Roma L'Aquila. Arriviamo di sera a Karaburun, troppo tardi per farsi il bagno, ma non si sta male, non c'è il giros pita per cui mangiamo nell'unico posto aperto con l'unica cosa rimasta che manco mi ricordo cosa fosse. Per consolarci giriamo per la costa che sembra quella irlandese, anche il tempo, identico.

7.6.2010 Dopo una rapida consultazione decidiamo di andare a Cesme e prendere il traghetto per la Grecia ma piove, tanto vale sfruttare il brutto tempo, stringere i denti e proseguire fino a Efeso. Lungo la strada, fortunatamente i siti archeologici di Teos, antica città ionica sede della corporazione degli attori e dei musicisti, artisti del dio Dinisio,con il suo famoso tempio il più grande a lui dedicato, e di Claros, bellissima con i templi di Atremide e di Apollo mezzi allagati e dalle giganteschine statue, ci fanno quasi riappacificare con sto paese. I siti sono stranamente gratuiti e non c'è nessuno, eppure sono molto belli e interessanti. Andiamo pure ad una spiaggia sabbiosa ma il tempo è troppo brutto per farsi il bagno, e te pareva. Arriviamo infine a Selcuk, vicino a Efeso, e troviamo una pensione assolutamente straordinaria "Homiros", dove dormiamo per l'equivalente di 30 euro compresa la colazione e il muezzin che ci sveglia alle 4 e mezza, spesi benissimo. In sostanza è come stare in una casa turca ottomana con la relativa atmosfera, la gestora ci offre subito un caj in una terrazza sulla città, terrazza, pensione e camera sono da mille e una notte, la colazione mi manda in visibilio, frutti di tutti i tipi, caffè, caj, latte, e musiche orientali. C'era pure la possibilità di mangiare una raffinata cena turca con tutte le specialità ma costava una cifra, meglio il solito kebab, anzi, stavolta riso e spiedini con le immancabili patate, il tutto innaffiato con lo yogurt che ho scoperto essere la mia bevanda preferita, il loro è eccezionale.

8.6.2010 Efeso, come Troia e Pergamo, vale una visita (ma non una vacanza) in Turchia. Prima cosa,assolutissimamente, visita alla grotta dei 7 dormienti, tra l'altro uno dei luoghi di culto più antichi della città, dove si venerava la dea-madre, la mia dea preferita. Avevamo già messo l'occhio sulle spaccature del monte calcareo alle cui pendici si trova Efeso, tali spaccature sembrano proprio veri scollamenti di terreno dovuti a tremendi terremoti. In una di queste c'è la grotta dei 7 dormienti, ossia una necropoli chiusa. Poco più avanti intravedo un'altra bella cavità dove le gambe frementi si dirigono quasi autonomamente, il Nozzolone però non ne vuol sapere, si è arrabbiato con me che volevo scavalcare il recinto della necropoli per cui fa l'offeso. Fa niente, la grotta è grotta, ci vado da sola. Ho un pò paura dei serpentacci ma tanta è la voglia di vederla che passo nel sentiero tra l'erba alta. Arrivo alla spaccatura che si divide in due enormi cavernoni, la volta è spaventosa, piena di crepe, speriamo non venga un terremoto proprio ora. Sento un rumore tra le fratte e subito prendo la via del ritorno sgolandomi a più non posso per convincere il Nozzolone a vedere i cavernoni."Ci sono venuto" "allora il rumore eri tu" la speleologia è pur sempre una molla anche per lui, lo convinco a fendere le fratte e c'inoltriamo in entrambi i cavernoni, sicuramente abitati dall'omo sparagnao dagli albori dei tempi. Intanto sento soffiare da una fenditura "aho! e qui soffia!! continua!!!" così incrocio le dita e, visto che ho il casco, m'inoltro nelle viscere della terra tra le due pareti sempre più strette. Qua se viene il terremoto divento sottiletta, le fenditura vorrebbe che oltre a spiaccicarmi tra le due pareti strisciassi anche in una strettoia fangosetta "tiè! mica è zona mia" esco propinando la genesi tettonica del tutto, soffia perchè è il comunicazione con enne fenditure di tutto il monte. Poi tentiamo di visitare il sito della madonna che è morta qua, più che altro per raccontarlo ai miei che ci tengono, ma l'ingresso, ed il parcheggio pure, costano un abisso ed oltretutto è pienissimo di pellegrini, beh, abbiamo fatto l'atto, è il pensiero che conta. Visitamo Efeso in lungo e largo, sbagliando anche a leggere la guida per cui lo rivisitiamo nuovamente nell'altro verso, apprezzando appieno ogni minimo dettaglio. Visitiamo anche il museo dove il dettaglio che apprezzo sono due belle statue di Priapo. Non solo io, a quanto pare, visto come lo fotografano tutti, nonostante il divieto di farlo messo in bella vista. Allora è così che funziona, lo fotografo anch'io con il guardiano che mi guarda male non so se per la foto, per il soggetto che fotografo o per i soliti calzoncini corti. Alla fine visitiamo quella che sarebbe la cosa più importante dell'antica città, ossia il tempio di Artemide di cui restano che poche colonne tra paludi, anatre e pavoni con dei turchi che si spacciano per scavatori tombaroli e tentano di propinarci antiche monete false, ahoo!! peggio di porta portese.. Ovviante anche oggi tentiamo di andare al mare, la spiaggia decantata c'è, bella sabbiosa e tutto quanto. Mentre stiamo lì a sventolarci per niente desiderosi di farci il bagno, vediamo una specie di ningja che galleggia tra le onde. Che sarà? è una donna che si fa il bagno completamente vestita velo compreso, anvedi, ecco come dovrei vestirmi, sai che ti dico Nozzolone? torniamocene in Grecia che è meglio.

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