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La sega del tristo mietitore

Antefatto: Eccoci di nuovo sulla cresta dell'erdigheta, carichi come muli, per portare avanti il nuovo fronte esplorativo lepinico.
Siamo: Mg, Nozzolone, Enrico, Paolo Rafagano detto il comunista, nonchè Katia. Gli altri stanno a Cul di Bove per farglielo vedere agli allievi, peccato che non ne sia venuto nemmeno uno, di allievo.

L’epica impresa: Si tratta di aprire il nuovo buco, ancora innominato, scoperto da Mg, che, stavolta (stavolta?....lasciamo perdere vah...) si ritrova con uno zaino sproporzionato a camminare lenta infame, dietro a tutti gli altri. Mentre sale il cuore le batte cupo, che sia giunta l'ora? beh, mica male morire nei lepini, è pure facile per il soccorso trasportare la salma, tutto sommato, meglio che in grotta. Arrivata al buco racconta ad Enrico che a momenti le viene l'infarto, e lui risponde "che sia arrivato il tristo mietitore?" . E VAIII. Detto fatto il nuovo buco viene subito così battezzato, speriamo, almeno, non sia all'altezza di tanto nome ( o si, dipende dai casi). Il pozzo, per la verità si fa aprire molto agevolmente, tant'è che a momenti Mg, scivolando sulla neve, ci casca dentro, vincendo una prima sega. Così, visto che il tristo mietitore ancora non ha fatto la sua vittima, Mg si mette subito l'imbraco, e scopre con sgomento, che non le entra più e che manco si regola in vita.
E qua il Nozzolescu interviene duro: "famose a capì, te l'avevo detto di non comprare questo imbraco che non si regola".
Intanto Mg tribola con i cosciali. Sarà stata l'dropulitrice che l'ha ristretto? o i raggi ultravioletti che l'hanno polimerizzato? o duecento strati di indumenti antifreddo? fatto sta che per allentarlo, ci impiega un'era geologica e le calorie di un meno mille (Enrico per questo le assegna un'ulteriore sega..).
Il pozzo, finalmente aperto, si presenta bene, stratificato quanto basta, strati di buona potenza, belli compatti, bello caldo, non soffiante nè aspirante, fondo circa una decina di metri, ad essere ottimisti.
Mg lo esplora per bene, infilandosi in un pertugio, niente, risalendo in un occhio laterale, che immette in altro pozzettino senza speranze, sembra, finchè non decide che, per oggi, il tristo mietitore l'ha lasciata perdere.
Ci rimettiamo in moto per sondare un altro pozzo poco distante, con spit vecchissimo, non si sa mai.
Entra stavolta Enrico, che relaziona sulla mancanza assoluta di aria, ma sulla bellezza del pozzo di circa 11 metri, concrezionato sul fondo .
L'avariato però, ha osato troppo sul suo ginocchio malandato per cui, alla successiva verifica della "selvotta" entreranno Mg e Paolo, mentre il Nozzolone va per conto suo a vedere un altro buco soffiante e, perciò, promettente.
La "selvotta" si presenta proprio bene, bel pozzo largo quanto basta che porta a due meandri soffianti di cui: uno già modificato, uno che non ci passa manco una mano, ed una probabile risalita da fare.
Mg s'infila nel meandro e vede le tracce di passaggio, ma, in mancanza di corde, decide di non scendere un pozzetto invitante, per pusillanimità "come risalgo? e chi mi viene a pjà? il tristo mietitore? lassammo perdè vah, che per oggi m'è andata bene".
Con le mani colme di dovere compiuto, torniamo alle macchine, salutando, al passaggio, lo speleo club che ci racconta, facendoci rosicà quanto basta, di esplorazioni in corso.
La sega, ahimè la vince Mg.

Alla prossima!!! Mg 15/1/2006

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