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Triglav 2007

2.9.2007 Arieccoci al Triglav, monte dei nostri sogni. Stavolta, tanto per gradire, partendo da Koca Pri Savici (653 m) saliamo dalla Komarca, 700 metri di dirupo, al solito, carichi.
Mg si vede superare da tre velocissimi escursionisti, due maschi ed una femmina, e le viene immediatamente lo sconforto, va beh, un passo dopo l'altro, uniformemente rallentata, procede faccia a terra, quando si trova, non so come, a superarli, e vedere che uno dei maschi si è preso anche lo zaino della femmina, bene, bene, bene!!!
Allora quello che dice Badino vero è!! in grotta e montagna, andare piano e mai fermarsi, infatti non si ferma per nulla, fino a trovarsi, insperabilmente, sulle sponde del Lago Nero, lo sloveno Crno Jezeru.
Il livello del lago è sceso, rispetto agli anni precedenti, e questo conferma, ulteriormente, i cambiamenti climatici in atto.
Dal lago al rifugio Koca Pri Triglavski Jezerhi (1685) è un succedersi di salitine ma niente in confronto alla strapiombante Komarca. E poi ci sono fiori da fotografare. E la gara con i famosi tre, egregiamente vinta, quando, stravaccata davanti al rifugio, Mg. gongolando, li vede arrivare.
Dormire al rifugio è caro, 35 euro in due con tessera CAI, e oltretutto si dorme pure male.

3.9.2007 Prima di intraprendere il nostro giro, c'informiamo sulle previsioni del tempo, "brutto, nel pomeriggio piove, in cima nevica, domani è peggio". Allora decidiamo di fare un giro ridotto, cioè andare a Koca Na Pl Pri Jezeru (1453 m), ma passando per la valle dei 7 laghi. cioè la Dolina Triglavskih Jezer, salire al passo Vrsaki (2100 m), scendere attraverso Za Kopico, passare per Planina Dedno Polie (1560 m) ed arrivare all'altro rifugio.
Un giro lungo ma sconosciuto. Il tempo non è proprio bello, ma non piove, i cartelli ci indicano circa 7 ore di cammino e siamo pronti ad eventuali docce.
Mg si lagna di non poter vedere l'Hibarice, il residuo di un imponente giacciaio ma la sua delusione cambia repentinamente in intensa eccitazione a vedere Vrsaki e la sottostante Za Kopico.
Al pari dell'Hibarice, quello che era un ghiacciaio s'è trasformato in una distesa di calcare rotto da campi solcati e fratture con pozzi, per lo più a neve, ma davvero promettenti.
Il Nozzolone inizia a vagabondare inseguendo fratture, quello che per i comuni mortali è un sentiero da 7 ore, per gli speleologi raddoppia.
Troppa la voglia di sondarli tutti. Ma non si può, mentre Mg fotografa a tutto spiano, compresi camosci all'orizzonte, Sergio si dirige verso i buchi più promettenti, individuandone uno che scende, all'incirca una ventina di metri, ovviamente, senza alcuna traccia d'armo.
Purtroppo il tempo stringe, non possiamo permetterci il lusso di una battuta come si deve, a malincuore scendiamo verso Planina Dendo Polje, discutendo sulla necessità di organizzare un campo speleo, lontano da tutto.
Così immersi in elucubrazioni arriviamo prima del previsto alle case di Dedno Polje, abitate da qualche pastore, e scopriamo, con estremo interesse, che la Planina dista dalla zona dei buchi circa 3 ore e che c'è una pessima mulattiera, che permette però, a un buon fuoristrada, di raggiungere le case dei pastori. Un campo speleo sarebbe fattibile, sloveni permettendo.
Solo mezz'ora di discesa, poi, separa la Planina dal più confortevole, e molto meno caro, rifugio Koca Na Pl Pri Jezeru.

4.9.2007 Come predetto dal gestore del rifugio, durante la notte diluvia, e la mattina non promette niente di buono, anzi, il tempo è cupo e pioviggina.
Così, un pò titubanti, decidiamo di tornare verso il Crno Jezeru e scendere per la Komarca, sperando di non scapicollarci sulle rocce lisce e bagnate. "Ma no che non caschiamo" esclama Mg mentre capitombola appena messi gli scarponi ai piedi...fortunatamente la Komarca si rileva meno infida del previsto, e, per ringraziarla, senz'altro andiamo, come da prassi, a vedere la risorgente della Savica, sognando il sistema che la alimenta.

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