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Sorgentismo (Ricerca sorgenti Monti Lepini)

Antefatto: Quello di ieri, solo che al posto delle bimbe oggi c’è Loretta!!

L’epica impresa: “Scientifici mi raccomando!”. Iniziamo proprio dalla Fontana Acquasanta di Montellllllllllllanico.
Prima di tutto interroghiamo un villico alla fonte. Esiste.
Secondo interrogatorio del villico al bivio per “località Acquasanta” esiste ma è chiusa. Appuriamo che è chiusa inglobata in proprietà privata con cancello e lucchetto “Cellini”.
Non contenti andiamo a vedere il pozzo di captazione dell’acqua potabile “fontana nuova”, dell’ACEA. Rigorosamente tombato.
Bene, qua i captori non si mettono. Al limite potremmo metterli dentro la fontana dove le femmine per bene lavano i panni e quelle per male interrogano i villici.
Passiamo oltre ed andiamo alla ricerca della Fonte Annunziata. Facilissimo trovarla, ma alla piazza Antonio Camaiti di Carpineto il Nozzolone interroga il villico che ci spedisce dritti dritti in chiesa, dell’Annunziata, famose a capì, quella dirimpetto alla fonte.
Qua il Nozzolone estrae l’armamentario, ossia un termometro lungo una quaresima (quanto Elena), fregato da Francè nell’immondizia del CNR- INFS-CERN di Ginevra e subito riadattato all’uso (…previa immersione in ghiaccio e acqua bollente…scientifici!). Mentre sta sgrullando ben bene lo strumento per adattarlo all’ambiente, ecco arrivare un vecchiotto che vuol sapere che facciamo alla sua sorgente. “Siamo speleologi” come dire, ciò spiega tutto. A Carpineto sì, è la città della speleologia, come dice il cartello e tutti lo sanno, per cui ogni villico che incontriamo si fa n 4 per darci ogni informazione possibile ed immaginabile.
Tant’è che alla prossima sorgente da testare, Acqua Pandolfo, ci fanno sapere che c’è una vera sorgente captata, dentro un roveto dopo la “petra rotta”, e quella di cannella, abbasso. Occhei. Il GPS ci porta, tramite una meraviglia di strada franata, con tanto di stacco di parete (la “petra rotta”), ed uno smottamento incredibile da gioia dei geologi di tutti i tempi, in un bucone pieno di rovi. “E’ qua!”. Scientifici! mi pare che il mio dovere sia immergermi nel roveto per vedere sta captazione. Altrimenti io che faccio? L’operaio dell’Enel mentre il Nozzolone sgrulla e Loretta scrive? Qua serve anche la forza bruta ed inarrestabile. Senza troppi danni per me e tanti per i rovi, riesco ad arrivare alla sorgente e fotografare il portellone blindato di chiusura. “Qua i captori non si mettono, tocca andare alla cannella”. Abbasso. Non c’è verso di arrivarci per lo smottamento, tocca ritornare a Carpineto e salire per la via “Pandolfo”. Anche qua un villico vecchiotto assai ci dice “sta 50 metri sopra” sehh, erano 800! Sta a vedere che abbiamo incontrato il Messner di Carpineto! Scientificamente parlando, da come corrono questi qua in salita, è necessario fare le relative proporzioni: 50 metri dei Castelli Romani = 800 metri Carpinetani. Arrivati all’acqua la beviamo perchè, come c’hanno detto, “abbassa la pressione” che già la nostra, dopo sta salita, è 50 su 40.
Ora solite misure, il Nozzolone sgrulla, Loretta scrive, io fotografo e faccio l’operaio dell’Enel. Il nostro compito sarebbe finito.
Tutte le sorgenti carpinetane sono state misurate, catalogate, fotografate e bon. Però dal foglio che mi ha dato il coordinamento vedo che ne mancano ancora 3 nel territorio di Carpineto. “Stanno verso Gorga” dice il Nozzolone, intendendo, cavoli loro, noi questo avevamo.
Però, un po’ perché abbiamo capito che ste sorgenti dal punto di vista dell’acqua del Sacco valgono meno del due di briscola, che servirebbe la pompa della famosa Susy bocca golosa per spingere l’acqua da sta parte, un po’ perché è troppo presto per tornare a casa, un po’ perché siamo del GGCR, operativi e scientifici una cifra, telefono a Fabrizio “per caso avete già visto le sorgenti verso Gorga?” “No! Voi siete i primi!” “anvedi! annamo subito alla Fontana San Tommaso allora!!!”.
Per andarci tocca ripassare per Fonte Annunziata, prendere una sterrata sempre più sterrata, star attenti a non acciaccare cani de coccio che corrono imperterriti davanti alla macchina e non si spostano manco se li metti sotto, parcheggiare, fare un sentiero pieno di melma, deviare sulla sinistra, salire un’erta salita e bon, ecco la sorgente. “Questa si!!!!!”. Intanto ha una bella portata, misurata scientificamente col termos del tè, è più calda delle altre, segno evidente che esce da una grotta, ossia il buco impraticabile 2 metri sopra, è parzialmente captata per cui si possono mettere i captori, vicino c’è il nulla carsico tutto da esplorare ed un insediamento villico pieno di bestemmioni (per non saper né leggere né scrivere a questi non abbiamo chiesto nulla, anzi, ci siamo ben guardati dal farci vedere) e potrebbe benissimo essere in connessione col Sacco senza intervento di Susy bocca golosa.
Fatte le debite misure, foto e considerazioni del caso, il Nozzolone ci fa sapere che ad un kilometro e due da questa c’è “l’acqua Dama”. Come dire, sarebbe il caso, nell’economia degli eventi, di tirare il collo ancora un po’ ed andarci.
Però né lui, né io e nemmeno Loretta ci facciamo uscire il fiato per dire una sola frase “andiamo” macchè, manco c’avessero programmati a scadenza i cugggini, prendiamo i nostri zaini e c’incamminiamo per valle Oscura…verso la macchina…
Come dice Cesare “mai esagerare”.
Così oggi, pur avendo fatto più del dovuto, ci siamo ugualmente presi, tutti e tre, la sega della pelandronite, che ben potevamo fare anche l’Acqua Dama!!!
Alla prossima! Mg 12.1.2014
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