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Sherpa al Petrella (trasporto materiale per il campo speleo)

Antefatto:Certo la pensione, tutti m’invidiano, ma quando apro gli occhi di mattina una domanda sorge spontanea “che faccio oggi?” perché, diciamolo, quello che ammazza l’individuo è la noia.

L’epica impresa:
Problemi zero. Oggi faccio lo sherpa. C’è da portare materiale al Petrella per il campo e mi ci fiondo. Essere utili agli altri da soddisfazione, se poi gli altri sono quelli del GGCR ancor di più. A fare gli sherpa oggi ci sono: Andrea, Federica, Barbara, Massimo, Federico, Patrizia, Luca-Lupo, suo padre Romolo e la cagnetta, infine il Nozz che fa atto di presenza. Partiamo con molta calma, mezz’ora di attesa ad aspettare Federico e Patrizia, solite soste da Pierino e per riempire le taniche alla fonte “piscio di speleologo” di Maranola e poi su per il Petrella. Ci carichiamo, chi tantissimo, tipo Federica che nemmeno gliela faccio al alzare il suo zaino, chi poco, tipo la sottoscritta (che poi la schiena chi me l’aggiusta dico io, che devo inutilmente campare altri 110 anni minimo). Il papà di Luca, poi, sale con 4 taniche per mano e altre nello zaino, mecoions. Ammutolita dalla fatica ascolto il cicaleccio altrui che fa da radio, ah no, c’è proprio la radio di Massimo a disturbare il silenzio del bosco. “Non vi piace la musica?” “no” corale. Gli speleo, si sa, son stranucci. Al campo stravacco generale, ma io devo scendere subito a prendere un altro zaino in macchina, la mia tanica ha perso e sono zuppa. Nemmeno il tempo di prendere st’altro zaino che arriva Lupo a darmi una mano. “Questo lo prendo io tu caricati la tenda del gruppo “. 7 kili. Non faccio una piega perché vedo che anche gli altri stanno scendendo per fare un altro carico. Stavolta va meglio, la tenda dà meno fastidio alla schiena, soprattutto, non bagna. Bon, giunti a Majin bu aspettiamo Andrea che estrae il materiale per conteggiare quel che serve e quel che c’è. La dieta del campo, constato, è pasta con tonno e panna, uno torna con un fegato tanto e fa pure da termometro vivente. Finito l’imbustamento torno giù a far compagnia al Nozz. “Ti sei annoiato?” “no, ho finito sto libro palloso che, tra l’altro, avevamo già a casa, ho perso 15 partite a scacchi e vinto una sola, ho preso freddo, ma son stato bene”. Pensa se fosse stato male…Ne approfitto per riempire la macchina di terra del bosco per i vasi dei vicini e bon, aspetto. Questi non arrivano mai, Federico e Patrizia poi non hanno cognizione del tempo, immagino che hanno l’orologio che segna un’ora ogni due. Al contrario di “QuellidelCAI” che vivono forsennatamente, immagino Elena sul Monte Amaro che s’è fatta sti 2400 m nel tempo che Fede e Patty son scesi dal Petrella. Eccoli finalmente, invece di cambiarsi che fanno? Le moine al cane. Che tanto uno mica aspetta loro, no sta qua ad aspettare la morte per inedia. Va beh, al ritorno ascoltiamo le notizie di Lavinia e del CNSAS all’integrale dei Serini. Bravissima Lavinia, se muoio di inedia ad aspettare ti chiamo con la barella, mi raccomando, non portare la logista, al solo vederla mi sento meglio “no grazie, torno a casa con le mie gambe!”.
Alla prossima Mg 17.7.2016

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