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Segui la freccia arancio (uscita corso speleologia Pozzi delle Piane Principale)

Antefatto:Prima uscita speleologica del corso, la nostra meta sono le Piane e subito fioccano le defezioni, ahinoi, le corsiste sono di salute cagionevole assai. Restano vivi e vegeti solo Mario e Damiano che coccolati e seguiti da Fabio, Luca, Roberta, Patrizia, Emanuele, Allison, Simone e dalla sottoscritta, si avviano a sperdersi nei pozzi della piana principale.

L’epica impresa:
La sterrata è brutta è c’è solo il fuoristrada di Damiano, per cui arriva il provvido e sempre disponibile Augusto a portarci all’ingresso. Bon, ora li calo tutti giù per il pozzo, andate andate che ora vi raggiungo. Li trovo già tutti dopo la strettoia che mi aspettano. Come dire che ho sta responsabilità. Però stavolta riesco subito a trovare i cunicoli di Pirro e tutta contenta, rivolta a Damiano gli svelo il mio segreto “vedi quelle frecce arancio? Sono quelle buone, le devi seguire all’incontrario e ti trovi fuori come niente, non seguire mai quelle di altri colori che ti sperdi”. E con ciò arriviamo senza colpo ferire agli spoletini e alla sala da pranzo, tutti sudati.
“Ora potete mangiare e, mio caro Censi, puoi prepararci il tè, grazie mille”. Io invece mi accingo finalmente a fotografare con la digitale del gruppo che, per inciso, non conosco affatto. Bon, metto tutto in automatico mentre Allison mi suggerisce come fare autoscatti, la posto sul cavalletto e via “occhio, spegnete le luci, accendete i faretti, ora arrivo”. Tutta nera. “Va ben, riaccendente i faretti, ma rivolti verso di voi, tutti fermi mò arrivo”. Non mi vedo, sto troppo bassa. ”Riaccendente i faretti, stringetevi che arrivo”: A momenti casco di sotto nel burrone senza fondo e tra l’altro, non vengo nemmeno stavolta. “Ahò, mi sono rotta di ste foto, si riparte”.
E via, strettoia a Y, finestrella, saltino in salita, su e giù, vecchio campo e sto cercando la radice che non trovo, però vedo le concrezioni argentate “ci siamo è là sopra”. Ma Damiano, Allison e Simone, gasatissimi, mi sorpassano cercando le famose frecce arancio viceversa. “Ecco una freccia arancio!! È la via buona” . A me non pare, ma insomma, ste frecce effettivamente ci sono. Ci troviamo in mezza ad una fangazza tremenda, intervallata da passaggi stretti. “Mai stata qua, si vede che è una via alternativa”. Poi girando per frecce, cerchiamo di raccapezzarci con la mappa. Si vede a occhio nudo ancorché senza occhiali che stiamo facendo il ramo tronco, tant’è che vicino alla freccia arancio è disegnato un quadrato come dire, “state girando in tondo senza costrutto”. Però c’è presa pure la voglia di vedere sto ramo che tra fango, strettoie e pozzetti nel gesso ci pare pure belloccio. Quando Luca trova una mega scritta “ASR” torniamo indietro a cercare la giusta via a partire dalle concrezioni argentate. Salgo sulla sinistra e trovo immediatamente la strada che sta proprio dove doveva stare, segnalata da frecciona rossa. Si vede che quelli del CAI Perugia a suo tempo son partiti dal ramo stoppo per uscire dalla strettoia, boh? Dal nulla alla luce, quasi filosofica come via. Intanto vediamo di uscire che è una certa, sono ben le tre e mezza e domani devo andare a Pozzo Moleta prima che Paolo e Andrea me lo freghino con due mazzettate trovandoci una Malga Fossetta. Così senza porre indugio alcuno mi incammino con Allison, Simone e Fabio per la strada verso Titignano. “Damiano, porta su gli altri e poi torna a prenderci, ti aspettiamo ad uno slargo dove puoi girare il fuoristrada”. Damiano arriva e lo slargo lo trova giù per una specie di ripidissimo dosso fangoso che porta in un campo pieno di melma “sabbia-mobile”. “Sicuro che questo è lo slargo?” “Si, solo mi dispiace se rovino il campo”. Ma quale campo, un abisso di fango molle inghiotte il fuoristrada, le ruote slittano a vuoto e diventa impresa impossibile risalire il dosso. Damiano ci prova in tutti i modi e noi iniziamo una litania di preghiere a tutti i santi e madonne del luogo mentre Fabio, per par condicio, bestemmia turco. Non so se siano state le preghiere, le bestemmie o la bravura di Damiano, finalmente il fuoristrada è sano e salvo sulla retta via. Che smaltita regà!!!
Gli altri ci aspettano a Titignano e noi, infangati peggio della Piana, facciamo i vaghi all’ennesima potenza. “Andiamo a mangiarci le pastarelle?” propone Roberta “Come no?” Tanto per tappare il cesso del bar con la fangazza da scrostarci, che dobbiamo arrivare intonsi e precisi per la prossima avventura che ci aspetta nel fango aurunco.
Alla prossima! Mg 7.12.2014

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