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Sega del Viglio

Antefatto:Caldooooo, certo la grotta sarebbe l’ideale, ma il fronte grottaferratesco è in coma profondo. Così Mg e Nozzolone continuano ad allenarsi in montagna (sia mai dovessero scoprire un meno mille..). Stavolta vengono anche Michele e Katiuscia, per riformare una specie di nuovo nucleo speleo, avulso da scazzi. Ma dove si va? Nozzolone propone monte Midia, ma Francè, interrogato sulla faccenda, dice che è senza infamia senza lode e si arriva a delle antenne.
Allora Mg propone il Viglio, che non vuole antenne di sorta, ma al limite, la solita croce prosaica e magari anche il libro di vetta, per dire la sua.

L'epica impresa:Si parte da fonte della Moscosa, il libro di Ardito parla di 2 ore di cammino, per cui procediamo baldanzosi, che ce vo? Il Nozzolone procede a passo uniformemente accelerato, raccontando a Michele le sue avventure vacanziere, Michele risponde a monosillabi, Mg non parla affatto e Katiuscia smoccola in sardo.
Per fortuna c’è vento. Arriviamo ad una prima croce, socializziamo con altri escursionisti, ma senza troppa confidenza, noi siamo spelei, mica gentaglia che va per montagne, ecchè...Poi il Nozzolone riprende lo sprint, e che s’è magnato sto qua? Mg ignora tutti e si butta anima e corpo all’osservazione botanica di fiori fioretti, innestando il pilota automatico, Miche e Katy procedono senza intoppi.
Arrivati al gendarme la fame atra acchiappa la compagnia, senza ombra di indugio, tutti ci troviamo ad estrarre le solite peggio schifezze dagli zaini, pieni di ciò (in mancanza di imbrachi, corde, trapani, batteria).
Manca poco alla croce, che svetta invitante, ma Michele e Katiuscia decidono che ne hanno abbastanza, ma quali due ore? c’è il sospetto che Ardito non ci sia stato sul Viglio, ha messo due ore pensando al dislivello senza tener conto della lunghezza del sentiero, o, verosimilmente, la segaggine avanza inesorabile come l’età...
Il Nozz guarda Mg con occhio inquisitore “immagino che vuoi andare in vetta..” l’interrogata risponde: “non sto nella pelle, devo firmare il libro, anca par la gente che vede”.
Così lui riprende immediatamente l’andatura a razzo, mentre Mg arranca tra facili roccette e non ha la forza di fotografare fiori (al ritorno, pensa). Ovvio che proprio là ci sono fiori mai visti prima, rari che più rari non si può. Ovvio che torniamo per altro sentiero. Così è la vita, se non abbranchi quel che ti capita al volo, l’hai perso per sempre. E se non te la prendi per questo, hai anche fatto un passo avanti.
Arriviamo in vetta, niente foto di rito, troppa gente, solo la frase sul libro “anche oggi ho risparmiato carburo”. Perchè magari a non andare in grotta, c’è il positivo risvolto ecologico, invece di inquinare il buio, la mia ingombrante presenza contribuisce ad approfondire il solco del sentiero, che più che sentiero pare una trincea.
E con queste profonde meditazioni, mi ritrovo a valle, nella canicola della città deserta, ma quale deserta, e qui non parte più nessuno......
La sega? a chi ha scritto il libro “a piedi nel Lazio” che non ha tenuto conto dei tempi medi della gente media (che poi se sente frustrata e bla bla....).
Il Viglio questo sconosciuto? clicca e vai

Alla prossima! Mg 22.7.2007

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