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Sega delle sabbie mobili (Ovito di Pietrasecca)

Antefatto:Dalle profondità del nordovest giaccile ecco arrivare la nostra amica Marina, per accoglierla degnamente le organizziamo una Pietrasecca con muta. Noi pensiamo che sia venuta per andare in grotta, in realtà la sua meta è la pizza di Carsoli, ne compriamo più di 8 etti in tre e la mangiamo immantinentemente quasi tutta.

L'epica impresa:Eccoci, quindi, Nozzolone, Mg e Marina con le panze piene come otri, attempati quanto basta, pronti ad affrontare la grotta.
Già metterci le mute è una fatica sovrumana. Saranno le mute ad essersi polimerizzate o noi ad esserci allargati troppo?
Guardandoci l’un l’altro mi pare la seconda che ho detto…la Marina dice che sono muscoli da speleologi, ste braccione da coltivatori della gleba, da fabbri ferrai, da lavandaie primi 900, sarà, ma a me sembrano tipiche dell’età tarda, in compenso il Nozzolone non ci pensa neppure a chiudersi la muta, l’imbraco subito sparito tra le pieghe della panza. A me l’imbraco manco si chiude, devo aggiungere un moschettone al delta ed è proprio questo il punto di non ritorno, l’unità di misura del giro di boa. Noi due, io e la Marina, procediamo a braccia larghe, impossibile serrarle, il Nozzolone imprime l’andatura epica, a mò di Leonida alle Termopili, pancia in resta. “Anvedi come va” dice la Marina che come me sta scivolando di brutto sulle rocce viscidissime “è che ha 48 di piedi, per forza che va” rispondo, mica vero, lui è sempre così, pare che stia per morire di stenti e di fatica invece va come un treno. Non armiamo che pochissimi saltini, quel tanto che basta per risalire senza far troppa fatica sulle braccione stenche. In men che non si dica eccoci alla fine del lago, la grotta è parecchio asciutta per cui andiamo dritti al sifone. Così secca non l’avevo mai vista, mai. Mi affaccio al lago e vedo una spiaggia sulla sinistra “l’ultima spiaggia!!! “ Il Nozzolone pontifica “ci sono stato, è piena di sabbie mobili”.
Vedo un bel palo messo di traverso, non so se sia stato il palo o la voglia di vedere l’ultima spiaggia, mi viene da andarci subito, nonostante la Marina abbia a che ridire sull’immondizia galleggiante “pensa che direbbe il paesaggista di sto schifo” “ che deve dì? Lui pensa solo al carburo che inquina”.
Intanto il palo si rompe sotto il peso delle braccione e mi dà l’occasione di farmi una bella nuotata tra bottiglie, mentre Marina opta per la spiaggia sabbia mobile. “Niente vero che è sabbia mobile, è sabbia dura”, ma il Nozzolone non ci segue affatto, ci sono le sabbie mobili e questa è l’ultima parola.
Intanto vedo davanti a me la grotta che continua con una condotta. “Ma continua!!! Non lo sapevo, ho sempre pensato che il lago sifone fosse questo” e subito m’infilo nella condotta con Marina al seguito, il Nozzolone assolutamente no, ci sono le sabbie mobili. Un’impronta di scarpone mi sembrano coralli, la geologa anche senza martelletto conferma che è impronta, non fossile, di scarpone.
Bon, andiamo avanti nel meandro fino ad arrivare a una bella sala, c’è una corda che pende da una galleria soprastante, diciamo 6 metri? Mihhhhhh che voglia di risalire!. La sala invece chiude inesorabilmente con sifone, non su sabbia mobile, su roccia viva ed acqua limpidissima. Resta la corda, che fare? Marina mi sconsiglia, c’è il Nozzolone di là, forse non è troppo prudente. Va beh, a malincuore torniamo per fare la parte fossile. Si accendono serrate discussioni sul fatto che non c’erano proprio ste sabbie mobili, che il sifone non è quello che il Nozzolone si ricordava nel paleolitico della sua giovane età. Alle discussioni poniamo fine con la concentrazione assoluta alla ricerca di cerchi. “Se non troviamo sti maledetti cerchi Francesco dice che siamo venuti in grotta per niente” però al posto di cerchi troviamo solo gran scarburate che farebbero morire di cirrosi epatica fulminante il paesaggista, che l’abbiamo nominato talmente tanto ad ogni piè sospinto che si sarà operato le orecchie d’urgenza per fischio ininterrotto. Il ritorno è rapidissimo, la Marina disdegna di venire a vedere la diramazione che nessuno vuol vedere, nemmeno lei, da prassi.
Siamo fuori alle 13 e qualcosa, nonostante la panza, le braccione stenche e la tarda età, si vede che proprio proprio non siamo seghe, le solite mezze.
Sega sarà il Nozzolone, semmai, con l’incubo delle sabbie mobili e io ancora lì a chiedermi dove va la corda (anche se, a dire il vero un sospetto ce l’ho, la galleria torna al ramo principale).
Alla prossima! Mg 14.8.2009
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