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Sega "e il settimo giorno si riposò...!" (Ciauca di Monte Altino rilievo)

Antefatto: Anche Dio, dopo 6 giorni di intenso lavorio, al settimo decise di mollare tutto e riposarsi, e, a dirla tutta, secondo me in quel giorno qualcun altro prese il sopravvento, perché, si sa, la natura aborre il vuoto e sta razza umana è pressoché comandata da deficienti. A parte sta premessa filosofica, mi pare che il gruppo grotte castelli romani soffra di horror vacui, quanto la natura, non si riposa mai.
Stavolta giovedì mi astengo dal prendere appuntamenti, “ve lo dirò sabato sera, a seconda di quanto sono stanca”. Infatti, il sabato sera sono distrutta, sabbia e nutella dovunque, giocattoli e bigiotteria sparsi per tutta casa, per non parlare del resto, e telefona Federica. Mentre il Nozzolone tenta di prendere accordi, col meglio della mia voce acida strillo “se ci vedete alla Gnocchette ci siamo, altrimenti no” ma intanto metto in carica le batterie del casco e preparo l’imbraco. Secondo me, ho una parte che va in automatico. Elena poi, telefona domenica mattina implacabile “dov’è l’appuntamento?” ignara che, nel caso avessi deciso di dormire, avrebbe scoperto presto dove le avrei dato l’appuntamento….
L’epica impresa: Siamo in tanti anche stavolta al monte Altino e ci dividiamo in quattro squadre: Paolo, Federica, Loretta, Elena, Enrico fregato al Circolo e un suo amico abbindolato, diretti al Pandora; Vincenzo, rigorosamente da solo, diretto al monte Petrella a prepararci nuove grotte; Davide e Luciano a far niente in giro; Luca, Roberta, Nozzolone e la sottoscritta alla Ciauca di Monte Altino e al pozzo intrigante.
Alla Ciauca di monte Altino è andato tutto liscio come l’olio, il Nozzolone l’ha finalmente trovata e armata canonicamente su alberello stento; nonostante Roberta mostrasse le sue mutandine rosa brillanti, Luca l’ha scesa senza tentennamenti; Roberta, vista l’inutilità dei suoi richiami erotici l’ha scesa pure; da ultimo l’ho scesa pure io ancorchè obnubilata dalla vista di un lupo vagante.
Il pozzo è stato sondato bene, fotografato e rilevato, a parte uno scheletro di cavallo con ossa anatomicamente in connessione, per il resto non c’è nulla di speleologicamente promettente.
Passiamo, quindi, al pozzo intrigante. Stavolta a lavorarlo siamo Roberta e io, la maschia potenza si limita a impartire ordini ma viene presto zittita da terra e sassi tirati contro vento e costretta poi all’estrazione di macigni giganteschini.
Fatto sta che il pozzo permette il passaggio di speleologi non troppo ciccioni. Ci prepariamo io e Luca ma, guardando Luca, capisco che ci tiene a sverginare la grotta, ancorchè galantemente faccia il vago. “Vai Luca, esplora”.
Scende e grida tutto entusiasta che la grotta continua con un meandro, allora lo raggiungo alla fine di uno scivolo pozzo terroso (oddddddddio!! anche stavolta mi tocca lavare la tuta…..). Andiamo a vedere sto meandro e mi pare il solito fratturone tremendo. Luca dice che continua, “ci lavoriamo?”, “meglio se facciamo il rilievo, non mi pare una cosa che si risolva in due mazzzettate, a Lù…” intanto il Nozzolone, fuori, scalpita che dobbiamo portare parte del materiale a Pandora e non perdere tempo qua. Va beh, tanto ci torneremo.
Così raggiungiamo gli altri a Pandora, che hanno aperto l’imbocco di altro pozzo da esplorare. Mentre Roberta mette subito in mostra le mutandine rosa, Paolo ci chiede come sono le grotte, all’unisono Sergio e Luca rispondono “bellissime” e io “uno schifo” per cui, fatta la debita proporzione, capisce esattamente quale sia la realtà oggettiva.
Elena, con la sua parlata a raffica, mi racconta di Pandora e le rispondo subito che a me non frega una cippa delle grotte altrui m’interessano solo le mie, ma quando Paolo mi invita di andarla a vedere, senza porre indugio alcuno, mi rinfilo la tuta e vado.
Anche qua evidentemente scatta qualche parte automatica. Vado e ci ritorno pure con Federica per portare fuori uno zaino.
Effettivamente, tra tutte, Pandora è quella che promette di più, ma è budellosa anti Nozzolone, ahimè. Vincenzo, arrivato dal Petrella ci porta altri pozzi da fare, non disperare Nozzolò qualcosa di largo magari lo trova anche.
Il ritorno è lento infame come i sampietrini da aspettare in grotta, ci fermiamo anche in un posto per mangiare ma è talmente affollato che, tra i due, è pur sempre preferibile la scontrosa allergica itrana senza cosce ma dalla buona pizza.
La sega? Alle mutandine rosa brillanti di Roberta.
Alla prossima!Mg 3.4.2011
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