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Sega qualunquemente..... grotte!! (Esplorazione rilievo Grotta dei Merci)

Antefatto:Paolo, giovedì sera, ci sciorina un lungo elenco di grotte da rilevare, tutte trovate dal miracoloso san Vincenzo da Itri e ciascuno di noi, a seconda del tipo di grotta, se ne accaparra qualcuna.
Quelle che mi rastrello per domenica col Nozzolone, sono tre grotte sparpagliate su due montarozzi, uno nei dintorni di Itri, monte Bucefalo, e uno sopra Trivio, monte Orsano. Bene. Mando una mail a Vincè per sapere se viene e se mi dà qualche notizia. Lui mi fornisce una tonnellata di materiale dal quale capisco ha già fatto tutto lui e noi dobbiamo operare da meri esecutori, praticamente robot rilevanti, e poi mi propina una telefonata esagitata reclamante la necessità sua di camminare in zone alte, mica fare ste schifezze di bucacci bassi di poca sostanza.
L’epica impresa: Così eccoci, Mg, Nozzolone e Fabio a fare i bucacci bassi, muniti di tutte le spiegazioni del caso. Nonostante abbia tentato di sviarci, dimenticandosi una curva secca a sinistra, non ci sbagliamo perché il Nozzolone nel leggere “diritto verso il monte” ha capito immediatamente il “Vincenzo pensiero” e siamo cascati dentro la grotta perché il punto era esattamente quello indicatoci.
Intanto, grotta dei Merci o di Orsano è una signora grotta e non bucaccio. Appena entrata ho visto brillare d’oro le pareti. Mai visto prima. Oro puro spiaccicato nelle concrezioni. Oro e qualche spruzzata d’argento, in mezzo due dolicopode proletarie e pipistrellacci di infima estrazione sociale, ma il resto tutto un brillare.
Questa allora è proprio la grotta di Fra Diavolo. Il Nozzolone, notoriamente proletario e di infima estrazione sociale, non si è scomposto di pezzo, mentre tentavo di fotografare il fenomeno influenzando anche Fabio sulla rarità della faccenda, lui con un “famo a capirse” ci ha messo subito al rilievo, lui a prendere punti, io a scrivere e Fabio a girare con la fettuccia per ogni dove. Fotografare è stata un’impresa, tra lo scrivere e il tentare di fermare quei due vorticanti. E poi tocca pure esplorare, e senza sporcarsi le mani.
Abbiamo sondato ogni buco, trovato dove prosegue, con promettente aria calda, trovata altra uscita. Fatto il rilevo, esplorata la grotta, via di corsa al monte Bucefalo, previa sosta alla pasticceria. Oro ed argento non hanno minimamente scomposto il Nozzolone, ma davanti alla pasticceria ha frenato da lasciarci tutti e 4 i copertoni. Sarà per questo che al Bucefalo ha preso un via su per il monte, nonostante il carico di tutto e di più (in previsione di un pozzo da 60 m), che non l’ha fermato nemmeno la visione della villona di Cetto Laqualunque.
Io invece quando l’ho vista sono rimasta senza fiato. Avete presente villa Adriana ricostruita? Uguale. Un’intera collina sbancata ridotta a circo massimo, piscina olimpionica, archi di trionfo, pista di atterraggio (questa Adriano non ce l’aveva, tra l’altro) e una villa in mezzo da far impallidire la schifezza di “la perla di Marino”, che come obbrobrio è il top. Mi sono sgolata “ma l’avete vista?” no non l’avevano vista, stavano nell’altro versante. Allora li raggiungo nell’altra grotta di Vincenzo, quella del fico. Per inciso, Vincenzo ci ha espressamente indicato “la grotta ha l’unico fico della zona” in tutte le grotte da trovare e noi a cercar fichi, che di sta stagione grasso che cola vedere un bastoncino stento emergere dalla vegetazione di ampelodesmos giganteschini dove si affonda, altro che fichi. Va beh, fortuna che il punto del GPS ci ha portato appunto a sta grotta che in pratica è un salone concrezionato e di una sua certa dignità. Rilevato e fotografato anche questo (secondo me, la dependance di Fra Diavolo), ne avrei avuto abbastanza, ma il Nozzolone decide per tutti che dobbiamo cercare anche il pozzo di monte Bucefalo, quello decritto con 3 metri di pozzo ed il resto rovi per 60 metri di profondità, portatevi la sfrattarola.
A metà monte Bucefalo, che come montarozzo pare alto come il Redentore, ho chiesto “quanto manca?” “tutto” e ho sentito all’improvviso l’inutilità del mestiere dello speleologo, scaricarsi sulle ginocchia. Li raggiungo che stanno sfrattando i 60 metri di rovi così finalmente, liberatami dello zaino, posso fotografare la villa vomitosa del Cetto. Dentro ai rovi il pozzo da 60 non c’è, c’è una sala con prosecuzione inesistente di sassi, rileviamo il tutto e passiamo all’altro versante, quello in vista villa, dove il Nozzolone trova casualmente il pozzo da 60, chiuso da sassi ma è lui. Ce lo teniamo per ritornarci prima possibile, prima che anche monte Bucefalo venga cementificato, ossia, quasi subito. La discesa alla macchina, versante villa, ci sprona a pensieri elevati “che dici, meglio una grotta con l’oro alle pareti da scavare facendoci un mazzo tanto o rompersi la palle nella villa con tutte le sorche nude intorno?”
Personalmente, se non ora quando, le sorche nude intorno mi lasciano indifferente ma.... anche scavare la grotta nella sua esistenziale inutilità, ha il suo fascino.
Alla prossima!Mg 13.2.2011
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