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La sega della prima uscita

Antefatto:2 novembre, si rincorrono i morti, mezza Italia spelea sta ad Imagna ma noi no, noi del gruppo grotte castelli romani non abbiamo bisogno di visibilità, stiamo qua a fare il corso, beh, diciamola tutta, il ponte non c’è, Imagna sta troppo lontana, c’è la crisi e tocca mettere i soldi sotto il materasso per la badante, mica spenderli in feste goliardiche…(Angelo invece a Imagna c’è andato ed è pure andato in grotta! ahhhh!!! rosicamento!!!! del resto è self-badante, vista la sua professione).

L'epica impresa:Si tiene ai pozzi della piana principale con Luca, Federica, Mg, Nozzolone ed i due allievi Andrea-musicante e Gabriele-Mastrolindo. Il Nozzolone cala gli allievi siccome salami dalla parte della strettoia ma loro zitti, non fiatano, per paura della fatidica frase “famose a capì” o “famo a capirse” (??), poi vengono, senza troppi complimenti, infilati nella strettoia, o la va o la spacca, vediamo come la prendono. La prendono bene, a quanto pare, allora via, verso i cunicoli di Pirro (Pirro? Non come racconta il mendace Nozzolone, Pirro perché chi l’ha scoperti ha dedotto che è meglio il tacon del sbrego, ossia, trovare sti cunicoli sa di fregatura, ma Pirro, il nome dello scopritore e basta, questa è la prosaica verità storica).
Cammina, sbuffa, scendi, striscia, arrampica, il Nozzolone s’impossessa del posto di conducente mentre mi tocca far vedere ad Andrea come fare i passaggi (come se li sapessi fare, poi, ogni volta me l’invento) e quello mi dà dalla spericolata, visto che sto sempre con le gambe all’aria (…) che non so se prendere come offesa o come complimento, in che senso gambe all’aria? In quel senso? Ohhh eppure ho anche pantaloni in pvc..che gambe avrà visto mai? Mentre medito profondamente sul significato di spericolata, tanto da darmi un certo tono facendo passaggi circospetti come se niente fudesse, arriviamo anche agli spoletini. Ovviamente gli spoletini l’hanno messi la pro- loco, un ramo che toccava proprio farlo alla piana, a beneficio della speleologia tutta, “ecco vedete come sono le grotte? Così”, figurarsi quando vedranno gli schifi di ordinaria routine, ma tanto la bella figura tocca farla all’inizio altrimenti questi mica restano (che già son bravi e con questo cala la probabilità che proseguano…).
Solito dilemma sulla via per la sala da pranzo che però viene trovata da Federica, ciecamente e giustamente fiduciosa del rilievo.
Alla sala da pranzo assistiamo con profondo stupore al rito del lavaggio delle mani da parte degli allievi che sprecano acqua preziosa, necessaria peggio che nel deserto per bere o al limite per riempire le carburo, in inutili lavaggi, pure accurati, mihhhh mai si vide tanto spreco, li guardiamo esterrefatti senza osare profferir verbo, solo biascicando “seghe in arrivo” mentre loro, ignari, spiegano che prima di mangiare bisogna lavarsi le mani.
Già il nostro gruppo ha fama di nobili della speleologia, se tiriamo su due allievi del genere, toccherà mandarli da Papera come insegnante di recupero a questi, altrimenti sta fama ci resta impressa per l’eternità a venire.
Va beh, non li facciamo fumare per castigo e via, a fare la strettoia a Y, mi segue Andrea che ad un certo punto mi fa “non gliela faccio” “a che fare?” chiedo “tutto” “tutto che? Ad uscire da lì? Ma se ci balli la samba là dentro” e lui esce come niente, ecco, con gli allievi, prima di tutto, serve la persuasione occulta.
La mia fama di spericolata, ora, subisce un brutto colpo sul passaggio circospetto dopo la strettoia, dove mi rifiuto categoricamente di fare la spaccata, mentre il Nozzolone, gagliardo, per far vedere che la sa fare, va avanti ed indietro tutto tronfio un sacco di volte a farlo e rifarlo sto passaggio, che Luca, nella sua veste Presidenziale, gli deve, ad un certo punto, ricordare che non è ancora assicurato (magari avrà avuto paura di doverlo ripagare, grande e grosso com’è).
Una sega mi arriva, invece, tra capo e collo quando con spericolata arditezza butto lo zaino avanti con chiaro intento, mio, di farlo atterrare su un masso ma quello non ne vuol sapere e piomba in un buco senza fine oltre, mihh che figura, questa è proprio sega e meno male che il buco era stretto e lo zaino s’è incastrato.
Senza ulteriori intoppi arriviamo a non so dove, ecco, non so dove perché non mi pare che abbiamo fatto proprio la strada canonica, solo Federica con il rilievo non si dispera, noi invece tentiamo di far vedere che la strada la sappiamo, stiamo solo cercando la sala dei vortici.sehhhhh come se sapessimo dov’è l’uscita.
Ovviamente il Nozzolone non trova la sala dei Vortici, due metri più in là (come gli sta urlando da ore Federica con i punti del rilievo) però trova la strada di casa per riportarci la pellaccia.
Usciamo senza rimpianto per i mancati vortici, che saranno mai sti vortici, buchi nel soffitto, alla fin fine, di non meglio precisata genesi poi.
Fuori che fummo, Mg porta allievi e Luca al solito giro turistico al villaggetto eneolitico (visto che aveva trovato, nella mattina, uno strumento litico..) ma senza troppo entusiasmo, per la verità, sperando che Luca, in quanto protostorico, imbastisca agli allievi una bella storia su questi abitatori delle piane e bla bla, ma lui niente, non si sbottona, ammette a denti stretti che in effetti è un posto riparato, “a Lù,e questo lo vedono anche l’accecati..”
Ci cambiamo, Sergio fa il caffè e, visto che non ha ancor detto “famo a capirse” tocca Mg redarguire l’allievo per mancato svuotamento di lampada, sti allievi toccherà pur redarguirli in qualche modo, bravi sono bravi, troviamogli qualche magagna tanto per far lustrare ste medaglie da istruttori.
La sega? mahh..o a Sergio che non ha proseguito nella ricerca dei vortici o a Mg per troppa spericolatezza nel tirare lo zaino..(gambe all’aria, che avrà voluto dire? Non mi ci raccapezzo ancora, eppure cascata non sono cascata……)

Alla prossima!! Mg 2.11.2008

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