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Sega dell'universo femminile (Esplorazione rilievo Pozzo Rusco)

Antefatto:
Chissà se le donne si rendono conto di quanto rompono…

L’epica impresa: L’uscita di oggi è sul Monte Redentore, meta: due pozzi, uno da scendere, già individuato dallo speleo club e mai sceso, l’altro da allargare, entrambi piuttosto promettenti.
Chi siamo? Paolo e Federica già sul luogo con San Vincenzo da Itri e famiglia; Mg, Nozzolone, Luca, Roberta ed Elena, in una macchina; Federico, Patrizia e Pepita in un’altra.
Già stare in macchina con Roberta ed Elena ti rendi conto cosa prova l’uomo di fronte all’immensità delle manie femminili, compensate, certo, dalla “topapower” che tutto plana.
Insomma, tradotto il cicaleccio continuo ed incessante, emerge che entrambe sono dedite all’amore assoluto per gli animali, con debite eccezioni. “Se investo un cane in autostrada non mi fermo”. “Io i ragni non li ammazzo ma i pescetti del legno quelli mi fanno schifo, li stermino”. Bene, questa è la vera teoria della relatività.
Non profferisco verbo perché sono di parte, ma Luca dà ad Elena della forbita perchè ha detto che i suoi pescetti le si insinuano, dove non è dato di capire. Arrivati al Redentore incontriamo il Cai di Frascati col quale abbiamo travasi vari, io do un socio a te e tu te ne prendi un altro, tutta da accertare la vantaggiosità degli scambi.
All’appuntamento ci dirigiamo svelti al primo pozzo. Mi sbrigo a prepararmi perché voglio far da spalla al Nozzolone, il pozzo è grande e gli spetta di diritto. Lo batto sul tempo e scendo per prima, che mi piace esplorare. Mentre vado in esplorazione lungo una specie di meandro, scende anche lui e poi Elena. Mi faccio largo con il martello lungo una specie di faglia inclinata tra un caos di massi incoerenti dal profilo tagliente. Elena viene rispedita su a far la guardia agli zaini, visto che il resto della truppa s’è diretta all’altro pozzo. Non ci resta che rilevare, faccio spazio anche al Nozzolone che mi raggiunge alla fine del meandro, ci sarebbe una strettoia-oia da passare, ma da sola non mi fido per niente e poi di là non si allarga, anzi, continua il caos di blocchi. L’unica speranza di prosecuzione sta sotto dei massi, ma serve quanto meno un piede di porco per levare un macigno giganteschino che impedisce il passaggio e poi tocca pure armare la discesa. Per oggi facciamo solo il rilievo, tra l’altro il pozzo sarebbe dello speleo, al limite gli regaliamo l’esplorazione. Finito il rilievo, con Elena passiamo all’altro fronte esplorativo. Resto debitamente indietro così posso camminare piano e gustarmi il silenzio dei monti. Vedo che il Nozzolone scappa fulmineo, dal che deduco che anche lui vorrebbe gustarsi il silenzio dei monti. Al secondo pozzo c’è da scavare e quasi tutti sono dentro ad allargare. Manca Patrizia, ma lei sta con Pepita a vagare per monti. Al ritorno subissa Federico del resoconto analitico su Pepita che voleva fare il bagno nella vasca lustrale della grotta di San Michele.
Eccola l’altra amante degli animali. Fatto sta che Federico, dopo l’ennesima descrizione su Pepita, scompare dentro la grotta e non lo vedi più.
Prima che qualche altra donna abbia l’intenzione di sproloquiare di bestie, decido di salire il monte Redentore, il Nozzolone mi segue, così dirottiamo per qualcosa di più grottifero, cercando i buchi sopra la grotta di San Michele, ma da quella parte il calcare è pessimo. Al ritorno troviamo Federica ma lei, fortunatamente, è l’eccezione che conferma la regola, più che di bestie ti parla di grotte, sicuramente per rompere rompe la sua parte, tant’è che il pozzo finalmente pare aprirsi, ma ormai è troppo tardi, lo teniamo per la prossima volta. Al ritorno mi ricordo che anch’io sono una donna e con il savoir-faire che mi contraddistingue faccio presente al Nozzolone che con la velocità con cui scende dal monte Redentore torno a Roma a piedi e faccio prima. Una salva di “non capisci un c……” condita da spiegazioni su freni e ferodi, mi fa subito desistere dal proseguire la lagna.
Va beh, ho fatto la donna, mica altro.
Alla prossima!Mg 20.3.2011
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