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Sega Aulin (Monte Acquara Pellegrino)

Antefatto:Giovedì sera Paolo ci aspetta al varco con tanto di cartina IGM di zona aurunco-esperiana, mettendo il dito nella piaga di tutte le zone ancora da battere. Paolo parla, propone e dispone e poi chiede “chi esce domenica?”, tentiamo di fare gli gnorri sognando un dolce fancazzismo domenicale, ma siamo troppo pochi per nasconderci. “Usciamo noi” rispondono timidamente Mg, Nozzolone, Luca e Roberta, “ma tu che tanto proponi e disponi, che fai, non esci?” “no, devo studiare”.
Così ci troviamo costretti, nostro malgrado, a darci, ahimè noi, ancora una volta da fare in territorio aurunco-esperiano, scegliendo, quanto meno, la zona che più ci aggrada, monte Acquara Pellegrino, che già ci ha regalato “Scorpion”.

L'epica impresa::. Parcheggiamo l’auto a valle Gaetano e iniziamo a dividerci quel po’ di materiale necessario per battuta e scavo, Luca prepara il GPS datogli da Paolo e scopre che mancano le batterie. La sega andrebbe immediatamente a Paolo, ma il Nozzolone, al pari di Archimede Pitagorico, ha sempre con se di tutto e di più, comprese stilo adeguate. Bene, bene…ci sparpagliamo per la costa del monte, scegliendoci il percorso più disagevolmente grottifero. Sta costa sembra proprio costa Serini, sputata identica, peccato che al posto dei Serini ci sia la “grotta della zia” fratturone schifato pure dalla scopritrice Roberta.
Arrivati in cima, il Nozzolone vorrebbe che ci concentrassimo sul dolinone, ma Mg, ricordando di averlo già ben calpestato, opta per verificare la parte sinistra del monte (sinistra, sempre sinistra…). La segue ben volentieri Roberta, con percorso parallelo ma verso valle. Dopo un po’, eccoti i calcari bassi (= dicesi calcari bassi i calcari marnosi). Così Mg storce il naso spiegando a Roberta che nei calcari bassi è difficile trovare grotte, perché questo tipo di calcare è più impermeabile. Niente vero, tant’è che subito Roberta la chiama per farle vedere un buchetto della dimensione di una mano, ma soffiante assai, eccome se soffia. Immediatamente Mg riconosce il colpo gobbo e chiama gli altri, iniziando, senza porre indugio alcuno, lo scavo.
Arrivati Nozzolone e Luca, ci diamo dei turni pressanti per scavare il più velocemente possibile, l’aria è tanta, la grotta sta appena sotto la cima di ben mille metri (circa…) di calcare nocciola del cenomaniano!!! Solo Roberta, la scopritrice, resta scettica, cioè ammette che in effetti soffia, ma non le va l’ennesimo fessurone, lei vuole un corchia, ne più ne meno, al limite, un su palu, roba del genere.
Per fortuna lo scavo procede benone, leviamo matrulli via via più giganteschini, il buco appare in tutto il suo infimo splendore di fessurone inclinato mezzo terroso con un sasso che rotola circa 3 metri, ma l’entusiasmo è alle stelle, l’aria è tanta e tant’è…
Ogni tanto facciamo rotolare a valle macigni ammazzatutto, sterrando solchi vallivi mai esistiti prima e scava che ti riscava crack….Luca resta piegato a metà, prova ad ergersi in tutto il suo fulgore ma niente da fare, la sua forma è sempre più falciforme. Da metà corpo ci fa presente che lui soffre di strappo alla schiena e che pare proprio essergli venuto.
Mg subito lo imbottisce di aulin, continuando a scavare, ma dopo un po’, guardando il colorito cinereo dell’infortunato, s’impietosisce. “Forse è meglio scendere, tanto per oggi non si entra, in ogni caso”. Ovviamente il ritorno è a sparpagliamento, non si sa mai, trovare altri splendidi fessuroni…che non si fanno manco vedè….contentatevi, oggi ne avete avuto uno, grasso che cola..
Non tutto il male vien per nuocere, quanto meno non mi sono persa la Littizzetto, pensa Mg mentre molla candidamente la sega all’infortunato Luca (per strappamento sul più bello). Alla prossima!Mg 27.1.2008

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