resoconto successivo

torna all'indice
torna al menu

L'amara Valle Amara (Ricerca grotte Monti della Duchessa)

Antefatto:Gli speleo sono sparsi per ogniddove in tutti i campi di sta terra, invece la sottoscritta, Nozzolone e Davide optano per la montagna, quest’anno poi, non so perché, vanno di moda i monti della Duchessa.

L'epica impresa: “Ahh dopo un sabato di nonnismo bisogna riposarsi, Mg, niente campo speleo, anzi oggi mi va proprio di fare un bel nulla”.
Il Nozzolone quando decide di fare nulla è una forza della natura, in 4 e 4 otto si alza, telefona a Davide e propone Valle Amara, anche detta Valle dell’Asino (perché ad un certo punto da Amara diventa dell’Asino...certo! asino chi prosegue immagino).Perchè proprio qua, ancora nei Monti della Duchessa? c’è sempre il sottofondo speleo nelle nostre imprese. Perché Francesco, il mai fermo, risalendo il torrente d’inverno ha visto certe risorgenti che buttavano un’acqua ma un’acqua che non ti dico, sifonavano, ovvio, ma d’estate non si sa. Bene. Annamo vah, partiamo anche tardi che tanto oggi è giornata da far nulla. Al paese di Corvaro chiediamo ad un villico se sia la strada giusta per “valle dell’asino”, quello ci guarda moltissimo perplesso e ci risponde “si” più che altro per cortesia. Infatti quella è la valle Amara che diventa Asino dopo. Lo sanno solo Francesco e la cartina IGM. Imbocchiamo sta Valle Amara, bella ombrosa, per fortuna e nemmeno troppo ripida. Sto indietro per fotografare ogni minimo fiore fioretto fiorazzo che vedo, onde preparare l’itinerario botanico e fiondarci i botanici in sta valle amara, mica solo per me,amara, anvedi. Intanto gli altri due mi abbandonano e, arrivata al posto che Francesco diceva esserci le risorgenti, non li trovo, mi sgolo “dobbiamo risalire il torrenteeeeeeee” macchè, allora proseguo per la mulattiera leggendo i cartelli del lupo e dell’orso. Bene,è pienissimo di bestiacce magari si sono magnati il Nozzolone e Davide. Invece li trovo che mi aspettano nei pressi di un prato. Mangiamo che è ora e penso che dovremmo anche tornare. Manco per niente. Il Nozzolone, nella sua giornata del far niente, profferisce queste testuali parole “vado a vedere più in là dove si apre la valle”. Orco! Non credo alle mie orecchie e tutta contenta lo seguo, al solito, un sacco dopo visto che ho il mio scopo botanico da perseguire. Così li raggiungo ad un bivio, dove appunto finisce sta valle Amara e si incontra una strada che viene da Lucoli. Immagino che ora, che si è visto sto cavolo di panorama con 4 montarozzi stenti, torneremo indietro.
Ma ancora una volta il Nozzolone, nel suo giorno di fancazzismo declama “seguiamo sto sentiero per vedere che montarozzi sono”. Incurante che la cartina li segnalava come “monte Ginepro” e “monte Morrone”, Davide sembra anche lui ben intenzionato a proseguire e io figurarsi se mi lagno, devo fotografare fiori fiorazzi fioretti.
Pant! Pant!, la valle Amara diventa infine Valle dell’Asino e troviamo dei bivaccatori con fuori strada che allegramente ci mettono al corrente che “per il lago della Duchessa ci manca tutto” e chi cavolo ci vuole andare al lago della Duchessa? Ma Davide invece si, gli piacerebbe, per cui, dopo aver percorso una buona parte di Valle dell’Asino, ci molla finalmente a stravaccarci e prosegue per vedere se, tante volte, fosse dietro l’angolo. Dopo un po’ ritorna dicendo che è vero, ci manca tutto. Stavolta torniamo davvero, abbiamo fatto 800 metri di dislivello e un sacco di strada. Di ciò ci vantiamo con due vecchiotti che restano impressionati dal fatto che siamo arrivati niente meno che da Valle Amara, tanto da impietosirsi e offrirci un passaggio tutto da un’altra parte. No grazie, di strada ne abbiamo fatta abbastanza. Come dice Davide, abbiamo attraversato tutti i monti della Duchessa e fatto la nostra bella figuretta con due vecchiotti che, da come andavano, all’età nostra di ora si facevano l’Everest come bere un bicchier d’acqua, sicuro.
Al ritorno io Davide tentiamo la risalita del torrente per cercare le famose risorgenti, ma un salto viscido e muschioso c’impedisce la prosecuzione, salire al limite si sale ma a scendere caschiamo giù che non ci trovano più neanche le ossa.
Moltissimissimo stanchi e soddisfatti, ancorchè non raggiunto lo scopo speleologico prefissato, torniamo a Corvaro, il paese a baluardo di Valle Amara!
La sega va a noi tre che abbiamo toppato l’obiettivo speleo. Alla prossima! Mg 8.8.2010
resoconto successivo

torna all'indice
torna al menu