sega successiva
torna all'indice
Sega dell'Acquapuzza (Grotta di Fiume Coperto)

Antefatto:Tutto l’antiscientismo italiano sta all’estero, a città del vaticano, ma noi, ateotti e votati alla scienza forever, andiamo alla grotta di “fiume coperto”, con lo scopo di accompagnare simpatizzanti spelei.

L'epica impresa: I simpatizzanti danno forfait, magari anche loro stanno all’estero a fare i solidali antigalileiani, per cui ci troviamo all’appuntamento, nella zona più fredda umida d’Italia, precisamente, nella conca geliva sotto Marino. Siamo: Paolo, Federica, Luca, Mg, Nozzolone e…..finalmente tra noi, Sergio De Carlo!!! E vai!!!! Venuto, perché la grotta è facile ed orizzontale, per lo più, mi pare sacrosanto come motivo (a proposito di sacrosanti…ma tutti sti italiani che ci fanno all’estero?? Ci restassero, dico io...è che quello mica se li tiene, viene in Italia a rompere i maroni, però).
Dunque, per arrivare a Bassiano, che da Marino è quasi dritto per dritto, Paolo passa dall’appia alla nettunense all’appia, in vari giri turistici senza scopo alcuno e già avrebbe diritto a sega sicura.
Finalmente eccoci davanti a Fiume Coperto, ci prepariamo e l’unico italiano rimasto in Italia, ci raccomanda prudenza, grotta pericolosissima è…”ok” risponde Sergio DC “ se fra 4 giorni vede ancora le macchine parcheggiate, dia l’allarme”.
Senza troppi indugi entriamo in grotta, ammiriamo un bel metamenardi, la sua tela ed ancor di più i minuscoli tappezzanti cristalli di gesso sparpagliati in tutte la pareti.
Paolo, giunto alla sala a metà grotta, estrae subitaneamente la digitale ed inizia a sparare foto su foto, dedicandosi ai cristalli e sdegnando bellissime pelli di leopardo, forse ancora più interessanti del gesso. Come ricasco ci sorbiamo una buona dose di radon finchè Mg dichiara la sua avversità a soste, fotografi e radon imperante “ A Pà, e qui morimo tutti di radon, se non la pianti”.
Così arriviamo, alfin, alla fine della grotta, trovando il fiume coperto che scorre al rovescio, buttandosi dentro ad una bella polla risorgente. E qui il De Carlo fa vedere tutta la sua scienza, diamine, siamo qua per studiare, altrimenti andavamo all’estero a genufletterci, e spara la sua teoria, dopo i calcari bassi, sicuramente l’acqua va al contrario perché è sulfurea. Cavolo, l’acqua sulfurea, che esce in virtù di polle retroflesse, si trova a scorrere al verso opposto. Teoria inoppugnabile che vince la sega subitastante. Sergio hai fatto bene a tornare tra noi, ci mancavi come il pane.
Nel frattempo il nucleo archeologico del GGCR ruma cocci, ma la restante parte avulsa li schifa, che sono cocci del medioevo, laddove la chiesa ha iniziato a prendere il sopravvento, mica robaccia dell’omo sparagnao, l’unica che vale la raccolta.
Mg si sente vieppiù inutile, buttata in attesa del rientro, immersa in una nuvola di radon, “Paolo, mi dici lo scopo di stare ancora qua?” “cercare orli di coccio” “tiè!” Mg ne trova subito uno e riprende la via del ritorno, in men che non si dica.
Non contenti, dopo fiume coperto visitiamo, nell’ordine: “la grotta del laghetto sulfureo” dove facciamo la traversata più corta del mondo speleo, e la “grotta della cava” dove si sbrighiamo ad uscire prima di finire travolti dall’azione peneplanante e gravitazionale dei massi di crollo incombenti su di noi.
Per sgranchirci le gambe andiamo infine a cercare, trovandolo, l’ouso di Sermoneta, in pratica, un fac simile del Santa Lucia ugualmente imponente e parimenti franoso nel suo genere.
E questo toccherà scenderlo, prima o poi. Lungo il percorso Paolo scopre anche un pertugio (piccolo per carità..) soffiante.
La sega, ovviamente, va a Sergio De Carlo per la sua teoria dell’acqua sulfurea che va retroversa.

Alla prossima!Mg 20.1.2008

sega successiva
torna all'indice