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La Scarpellata

Antefatto: Da quando Giorgio mi ha detto che per allenarsi si fa una scarpellata, lasciandomi basita, ho deciso di adottare lo stesso sistema dopo la sua dipartita, perché così lo ricordo meglio, ogni volta mi pare di sentire la sua voce che mi incita.

L’epica impresa: La giornata è bellissima, Sergio non si sente in forma così vado da sola, tanto lui alla scarpellata non ci verrebbe mai e poi mai. Appena scesa dalla macchina, preso il sentiero non canonico che mi ha insegnato Giorgio, ecco arrivare un maremmano incazzato che mi punta. Torno indietro immediatamente, ricordandomi dell’altra volta che sono passata per campi per evitarne tre. Al parcheggio chiedo ad un escursionista se c’è un altro sentiero per salire. Anche lui evita il mio, il più diretto, causa maremmano. Mi insegna quello che parte da Marcellina, sulla sinistra appena dopo il cartello, si sale un po’ e si lascia la macchina all’inizio di una stradina sulla sinistra. “La sai individuare la scarpellata?” mi chiede “eccome!” “allora al bivio di questa strada devi prima girare a destra e poi a sinistra”. Bon. Parto baldanzosa e prendo i bivi giusti, cercando di memorizzare qualche particolare per il ritorno, tra l’altro ci sono delle frecce azzurre nella stradina e dopo un pò i segni bianchi e rossi del CAI. Salgo troppo baldanzosa, ho il fiato corto e penso che non gliela farò ad arrivare in cima. In effetti da sta parte è molto più lunga ed arrivo al cartello di Caprareccia già spompata. Però continuo la salita, pensando che a metà potrei riscendere. A metà sento il rumore di una frana immane staccarsi dalle pareti sulla destra, dove scalano. Ecco fatto, sarà crollata la parete con tutti gli scalatori sopra. Invece scende uno di corsa dicendo che no, al massimo qualche mucca. Però la curiosità di vedere sta frana mi fa salire ancora velocemente. Nella parete di fronte ci sono due che scalano, ma sembrano sani e salvi e tracce di frana non ne vedo. “Va beh, magari arrivo all’acero contuso e torno indietro” penso con le gambe legnose. All’acero contuso mi siedo e mangio una barretta energetica pensando che qua è la sosta di Giorgio e non tornerebbe certo indietro. Nemmeno io. Arrivo alla fine della Scarpellata e vedo la cima del Gennaro piena di gente. Ajòòò assembramento!! Qua ci vietano anche il Gennaro. Tanto sono soddisfatta, l’allenamento l’ho fatto e devo solo ricordarmi i bivi del ritorno. Li ricordo più per la immondizia che per altro, la lavatrice con i panni dentro, i giochi dei ragazzini, la vasca di eternit, non puoi sbagliarti, segui l’immondizia giusta e sei alla macchina. In men che non si dica sono a casa, il sole è ancora alto, Sergio sta bene e la vicina tuona, meno male che sono andata in montagna col silenzio delle frane!!
Alla prossima!!! Mg 22.11.2020

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