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Samos carta geologica

13.6.2009 Molto a malincuore lasciamo Ikaria per trasferirci nella vicina Samos. Sbarchiamo a Karlovasi e già durante il viaggio pregustiamo alcune gole che occhieggiano nei dintorni. Samos è verde, ventosa, mezza terrosa, mezza carsica, mezza metamorfica, ha molti centri abitanti, molti kafeneion, molte basi militari, vigneti dovunque, la Turchia due passi. Passiamo immediatamente all'altro versante dell'isola per cercare il posto più isolato possibile dove dormire. Lo troviamo ad Ormos, presso un Greco che parla benissimo l'italiano, avendo studiato niente meno che geologia in Italia. Lui ci accoglie molto bene con le olive ed il famoso vino di Samos. Immediatamente lo interrogo sulle rocce di Ikaria e mi dice che l'isola è mezza radioattiva, ha problemi con l'acqua che, contenendo molto ferro, ossida gli impianti di sollevamento, ed è molto chiusa nel suo guscio, vera torre d'avorio. Iniziamo la nostra scoperta dell'isola a Pythagorio, già capitale e città natale di Pitagora. Immediatamente andiamo a visitare il monastero di Panaghias Spilianis, costruito dentro una vera grotta con una vasca d'acqua per raccogliere lo stillicidio. Il monastero è di una suggestione unica, all'interno della grotta numerosi ex voto buttati nel fango mi fanno rizzare i peli dall'emozione pensando che niente è cambiato dal paleolitico. Percorriamo un sentiero tracciato sopra il monastero che costeggia numerosissimi ripari sotto roccia con panorama stupendo sulla città e sulla vicinissima Turchia.

14.6.2009 Oggi visita al museo archeologico di Samos che contiene, tra l'altro, il famosissimo Kuros. Nel pomeriggio andiamo verso il monte Ambelos percorrendo un sentiero che da Manolates porta a Staurinides. Manolates è molto caratteristico e visitato da parecchi turisti. Il sentiero si snoda tra il bosco nel primo tratto ma poi continua per una sterrata noiosa, per cui ci fermiamo ad una chiesetta a bivaccare.

15.6.2009 Ritorniamo a Pythagorio, per visitare le varie rovine rimaste, non troppo in buono stato, a dire il vero. Faccio la turista una volta tanto e mi compro un libro sulla flora endemica greca, per la gioia del Nozzolone che mi deve aspettare ogni piè sospinto mentre fotografo ogni ramaglia che mi sembra endemica. A Pythagorio più che le rovine è bella da vedere la risorgente che forma due stagni nei pressi della città, dove sono state ricostruite due navi degli antichi greci. Il bagno lo facciamo a Glykoritza, che è un pò riparata visto che l'isola è così ventosa che è assolutamente necessario trovare spiagge riparate. Il posto è notevole per le rocce scistose piegate e colorate che contornano la baia.

16.6.2009 Oggi andiamo finalmente alle grotte di Pitagora ed a quella vicina di Sarranda Scaliota, armati di tutto punto, sappiamo, infatti che la Sarranda è una vera grotta speleologica. La grotta di Pitagora è un grottone maestoso che si apre alto nel monte, vicino ad un arco di roccia, non prosegue anche se una finestrella lavorata porta ad un'altra piccola sala. Però è bello pensare che quassù Pitagora s'inventava il famoso teorema, le tabelline e la tazza contro i bevitori smodati. La Sarranda Scaliota contiene una chiesa e un minaccioso cartello di avvertimento che non può essere visitata senza permesso. Tre fix ci mostrano la prosecuzione, un pozzo da armare. Tentiamo senza troppa speranza, mostrando la tessera dell'SSI, di impietosire il gestore della baracchetta-bar sotto la grotta. Niente da fare, quello ci dà il numero di telefono di uno speleo di Samos, ma immaginando possibili intoppi di lingua e di gelosie, lasciamo perdere la Sarranda Scaliota, che, in fin dei conti, è solo 55 metri. Il bagno lo facciamo in una bellissima spiaggia deserta, Makrya Pounda, dal mare gelatissimo, visto che sta sotto il massiccio calcareo del Kerketeas. Girovagando per rocce scopro un filone di asbesto, un pò inquietante direi.

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