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Il Pozzo di Monte Alto continua!!!(Esplorazione pozzo)

Antefatto:Cristian ci pressa “quando andiamo al Pozzo di Monte Alto?” e già…tra un viaggio e un altro tocca piazzarci il pozzo, certo che la vita da pensionati è un vero stress…

L’epica impresa:
Però, come restare indifferenti al richiamo del buco? Come dice bene Mario che oggi è con noi insieme a Elena. Fonte di San Marino ci accoglie con un misero pisciarello foriero di cambiamenti climatici in atto. Solo gli speleo se ne rallegrano che trovano i sifoni asciutti e le grotte anche. Partenza col solito carico spacca schiena, ma arriviamo al pozzo in poco tempo, ormai abbiamo scavato un sentiero, anvedi. Mario è entusiasta del pozzo e vorrebbe scenderlo fino in fondo, eh no, oggi si scava il buco! Ma stavolta il Nozz piazza un bel tirante che evita due scomodi frazionamenti e il passaggio per massi in bilico. Bon, all’opera! Scendono subito i maschi che devono fare il lavoro sporco, smazzettare allo sfinimento per rendere transitabile sto cavolo di passaggio che non gradisce nessun altro sistema di allargamento se non l’olio di gomito. Io ed Elena stiamo sopra aspettando il turno, gossippando piacevolmente su antiche vicende spelee e diquellidelcai, già che ci siamo. “Ehi!!a che punto state, volete il cambio?” strillo quando ho ben sviscerato ogni pettegolezzo e non mi resta altro da fare “Si, porta da mangiare e da bere” risponde Cristian. Ecco la vivandiera, già che ci sto porto anche la digitale. Scendo e dò la libera a Elena che, finalmente, anche lei può ammirare il buco. “Ma ci passo” dico “non sprecate altro tempo ad allargarlo che vedo cosa c’è di là”. Il Nozz fa un coniglietto alto e comodo e m’infilo di gambe senza troppo patimento. “Meraviglia!!” si fa per dire, non c’è niente di eclatante. Il pozzo scende 6 metri, ambiente largo e comodo intervallato da un terrazzino molto franoso. Sotto c’è il continuo, orrendamente piccolo, pieno di detriti, che non soffia affatto e dovrebbe ragionevolmente immettere nel pozzo grande. Ma l’aria? Annuso come un cane da tartufo. L’aria viene da un condotto sopra la frana, parzialmente nascosto da una cortina di concrezioni. Mi arrampico per vedere bene. Dietro la cortina c’è un ambiente che sembra un tipico meandro lepinico di esigue dimensioni ma l’aria viene da qua. Altro non si vede, se sopra ci sono camini (ma non sono evidenti) vanno all’esterno. Fotografo il nuovo fronte esplorativo ed esco mentre Cristian continua a smazzettarmi in testa, tanto per non perdere tempo. L’uscita non è comodissima perché mi incastro con la coscia, mentre bisognerebbe galleggiare a mezz’aria ed infilarsi nel buco orizzontalmente. Ma il Nozz che ci tiene ad avermi viva e vegeta mi estrae di forza e ancora zoppico dal male. Vegeta stocazzo ma viva! “Elena perché non vai a vedere pure tu che 4 occhi sono meglio di 2?” tanto lei, vero è che ha le coscione, ma è esile come un fuscello. Elena, al contrario di me, ha difficoltà a entrare ma nessuna ad uscire. Conferma la mia diagnosi sull’aria e bon. Non ci resta che uscire, ancorché Cristian, drogato di smazzettamento, continua imperterrito ad allargare il buco, anche se ormai ci passa anche lui. Ma fuori piove e tocca andarsene prima che arrivi la tormenta preventivata. Nel ritorno troviamo dei boleti e una mazza tamburo, quest’ultima la diamo a Cristian e i boleti ce li teniamo. E meno male, sono tossici, Calopus ed Eupachypus, oltretutto estremamente amari. Butto tutto ai gatti, mangiate prima che io mangi voi.
Cristian dice che io sono delusa, ma no, sono Lepini, tutto sommato non è da escludere che dietro alla cortina……l’avventura continua!
Alla prossima!! Mg 1.10.2016
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