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Pozzo del batticuore (La 939) (Discesa pozzo)

Antefatto:Il gruppo dove va? Sugli Aurunci: Pozzo del Pifferaio, Pozzo Vittoria, ecc. e noi (Nozz e sottoscritta) dove andiamo? Al Pozzo del Batticuore!!!!! “E perché?” chiederete voi che v’impicciate di tutteccose “ma perché siamo vecchi e questo fa per noi, vicino, comodo, basso, interessante per le nostre ricerche lepiniche zona Gorga, Supino e dintorni (lo so, ci stiamo allargando..).” Tanto sempre scientifici siamo, il Presidente (non Trampe, il nostro) sarà contento lo stesso.

L’epica impresa:
C’inerpichiamo da Fonte Serena (Pian della Croce) verso il versante sud del Monte Semprevina, per una traccia che ci porta a quota 1170 m, laddove, sotto un carpino e abbondante roveto, si apre il pozzo. Qua inizia subito l’opera di pulizia con cesoie e sega per armare il pozzo sfruttando il carpino. Ma non basta. Davanti c’è una balaustra di calcare cristallino da sfruttare per armarlo proprio a perpendicolo. E il Nozz che fa? Due bei intacchi nella roccia per incastrare una fettuccia che ha visto la prima guerra mondiale, e fare un armo volante. “Regge sta fettuccia?” “Certo che regge” dice il Nozz e poi se non regge c’è il rametto. Appunto, quello a forcella che ferma la caduta verso il basso della corda. Bon, tanto scende lui per primo e io trattengo il fiato tutto il tempo. “Liberaaaaaaaaa” fiuhhhhh.. polmoni d’acciaio, scendo pure io (circa 8 metri di pozzo) e trovo l’armo comodissimo. “Bravo!” “Grazie!”. Fine dei convenevoli, scendiamo a precipizio per il ripidissimo conoide detritico, scansando due pippi addormentati, per arrivare alla prima strettoia. Intendiamoci, la strettoia è tale per il Nozz ma non per me che mi addentro subito nella sala successiva, basta fare un minimo di passaggio in discesa, niente di che. Davanti a me ho una bella colata concrezionata, alla destra della quale si sente l’acqua scrosciare, risalendola, invece si intravede un miniscolo passaggio che dovrebbe portare sotto la colata.
Sulla sinistra parte un condotto stretto che mi aspetta a braccia aperte. Bene, la base è di calcare tipo latte di monte, le pareti sono evidentemente un riempimento successivo che l’acqua ha scavato. Mi devo levare l’imbraco perché un restringimento delle pareti m’impedisce di entrare in un passaggio basso dal soffitto a semicerchio. M’infilo con le gambe e sento che il condotto continua sulla sinistra, ma nella prosecuzione successiva ci passano solo due piedi e basta. Provo a girarmi per entrare di testa ma è impresa impossibile, riesco solo a vedere che proprio così continua. Grandezza della prosecuzione: due piedi, aria? diciamo che non ristagna ma nemmeno si sente vento. Torno allora alla colata per risalirla. Vedo dalle tracce che è stata risalita ma sicuramente mi serve l’appoggio del Nozz sotto, non tanto per salire ma per scendere si, non ci sono appigli. “Dai Nozz, prova a passare la strettoia” il meschino si leva l’imbraco ma si incastra di torace, restano solo le zampe a raspare per l’aria. Occhei, torniamo nel cono detritico che sulla destra ho visto un meandrino. Scavo tra i sassi e m’infilo ma vedo che poi stringe a morte. A sto punto non ci resta che far qualche foto per la cronaca e risalire. Scientificamente parlando, si sa che, da colorazioni fatte, questo pozzo è in collegamento con Pozzo di Passo Pratiglio e del resto si sente il rumore di acqua che scroscia sotto la colata (non chissà quanta, un po’). Se qualcuno è interessato ad impresa faraonica potrebbe sventrare la colata e vedere se, laddove c’è l’acqua scosciante, ci si passa.
E per oggi questo è quanto.
Alla prossima!! Mg 29.1.2017

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