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Murano karma (Scavo ingresso Murano Grava dei Serini)

Antefatto: Arriva una telefonata che scombussola i programmi domenicali del GGCR “domenica è tempo bellissimo e fa caldo, andiamo a Murano!” ossignur, il nostro Presidente ci chiama al dovere. Bon, si va, pronti per lo scavo ad oltranza e a prescindere. Da che? Dal fatto che è piovuto tutta la settimana e che, forse, ha nevicato.

L’epica impresa: Chi siamo? Cristian, Saverio, David, Alberto, Jacopo che andranno ai Serini. Luca-geologo, Andrea, Nozzolone, Paolo, Federica e la sottoscritta che andremo a Murano, sempre Serini, ma non transitabili ancora. “Stavolta Murano non mi frega” penso “ho comprato la mise cacciatore in tela cerata, salgo con gli stivali, mi metto due cuffiette per i capelli, due paia di guanti extrarobusti e vai”. “Stavolta Murano non mi frega” pensa Paolo “ho costruito una doppia bacinella rinforzata, porto la bottiglia a metà, ho comprato due spugne e vai”. Già lungo la strada possiamo ammirare i monti innevati, tò anche il Gennaro, “ma a Campodivenza non ci sarà” decreta Paolo che vede il bicchiere tutto pieno compresa la bottiglia (quella che deve rompere a metà). Invece. Con nostra somma gioia la neve la troviamo quasi subito, al campeggio ai Serini, e lungo la salita ascoltiamo la garrula voce dell’acqua che esce dall’ingresso basso dei Serini. Bello spettacolo proprio, sia la neve lungo Costaserini, e quando mai? Sia l’ingresso basso che è tutto sifonante e butta acqua cristallina e non pisciodispeleologo (quello più tardi). Lasciamo i nostri amici ai Serini medi “tanto troverete i binari allagati e ci raggiungerete a CampodiVenza” e proseguiamo per il Campo. Fortuna che il Nozz e Paolo hanno portato teli robusti per appoggiare gli zaini e cambiarci. Il Nozz resta fuori a far il fuoco e noi dentro, al solito, alternati. La grotta ci accoglie con un mas-ciamento che levati, in più, colmo di tutti i colmi, si comporta da ingresso basso e aspira aria gelida. Già vediamo i secchi pieni d’acqua, ma noi abbiamo la mezzabottiglia! Si infila Paolo e inizia subito a svuotare il lago che s’è formato nella curva, riempiendo un secchio con la mezzabottiglia, poi lo passa a me “mi raccomando, è tutta acqua, attenta che non caschi!”, a mia volta lo passo ad Andrea “attento..ecc ecc” che lo passa a Luca “attento.. ecc, ecc” che lo passa al Nozz “attento..ecc. ecc”. Il secchio esce vuoto, la bacinella si rompe ai lati e chi non ha la tela cerata s’è fatto la doccia e i fanghi acclusi. La coppia Paolo e sottoscritta, ormai collaudata, si comporta bene, ma sti due, a chiacchierare di donne e di sesso scoordinati una cifra non mi fanno sentire i comandi che sbraita Paolo. “ahò, basta un po!” “ma che, ti scandalizzi?” “chi, io? Ma se ho vissuto l’epoca dei figli dei fiori, sesso libero e rock/roll!!!” anvedi questi. Poi scopro con sommo sgomento che s’è tolta la frontale, trascinandosi appresso le cuffie dei capelli i quali si son sciolti liberi nel fango… altro che sesso libero. “Devo uscireeeeeeeeeee”, tutti i soldi per parrucchiera spesi invano e i capelli alla Vercingetorige. Zompo sopra ad Andrea, letteralmente, nel senso che gli casco addosso cospargendolo di fango, ed esco, tanto c’è Federica a darmi il cambio. Ne approfitta anche Paolo per uscire a andiamo a far legna, che il fuoco del Nozz è stento assai. Certo che per trovar legna buona tocca salire sul Monte Belvedere e bardata con sta telacerata sotto la tuta, cammino come l’uomo nella luna con la gravità terrestre e la neve a complicare il tutto. Ma tant’è. Allenarsi bisogna. Perché? Chiederete voi. Ma per Murano!! Già, perché, una volta rientrati, mi trovo con Paolo che sta lavorando in fondo al fetido meandro e devo passagli il materiale avanti indietro di testa, di schiena, di fianco, montargli sopra, una fatica orba. Poi c’è sempre sto fatto che ci vedo poco, per cui ad una certa richiamo anche Andrea che era uscito a scaldarsi. Il poverino rientra e mi aiuta senza parlare più, si sente solo il ticchettio dei denti che sbattono. Ma Paolo continua imperterrito ed imperterritamente tocca continuare tutti, fino alla certa ora di uscire che si fa notte. “Com’è andata?” chiediamo a Paolo “c’è un approfondimento con frana!” “E VAI SIAMO AI SERINI!!!” “macchè, dietro c’è un’altra curva a sinistra....e prosegue il meandro stretto”. KARMA!!!!!!!! Come SaràSerini!!!!!!!! Scavo infinito e tra l’altro, schifoso com’è sto Murano, ti fa rimpiangere di non passare dai Serini, 5 ore di grotta e sifone a metà….ma vuoi mettere?. Approposito di Sarà Serini, da quella esce una colonna di aria calda e noi a Murano, investiti dall’aria gelida, immersi nell’acqua fangosa e piedi nella neve (maledetti stivali) abbiamo i diavoloti anche nelle dita dei piedi!!! Almeno io. Ci scaldiamo scendendo, con lo zaino che pesa il doppio, e ai Serini medi ecco David spuntare “allora i binari non erano allagati!” “no, io e Cristian, arrivati al Salone Donati, siamo scesi per la via classica (senza troppo conoscerla) mentre Saverio, Alberto e Jacopo hanno fatto il traverso choc e si sono trovati senza corda per scendere dopo il Salone Grottaferrata”. Saverio ci ha raccontato come ha fatto “avevo uno spezzoncino di corda appena sufficiente ma poi ho dovuto arrampicare con le unghie e con i denti”. Quelli che gli son rimasti sono stati assai utili da Carmina. La grande consolatrice per le fatiche improbe di uno scavo infinito in buco che mai vidi più schifoso. E il ritorno? Tutta una risata… Paolo è soddisfatto, abbiamo aggiunto altri due metri al meandro!!
Alla prossima!! Mg 4.2.2018
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