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Murano (Scavi ingresso Murano ai Serini)

Antefatto: Mentre quasi tutti vanno all’Innominato, la sottoscritta, Nozzolone, Luca e Roberta vanno a Murano. Qua sotto ci stanno i Serini e vogliamo esplorare le zone remote senza fatica alcuna.

L’epica impresa: :
“Senza fatica????????????’” Sehh. Tanto per cominciare la macchina del Nozzolone è out, tocca prendere quella di Roberta. Problemi zero. Si fa per dire, solo che la scocca tracolla sulla ruota a causa del carico pesante e tocca sistemarla col piede di porco. Che già Luca optava per lo zoomarine e Mg per il mare. Macchè. Arrivati a Esperia lemme lemme con la guida sportiva di Roberta, per ogni buon conto andiamo a piedi su per la sterrata, mettiamo un bel cartello “stiamo in grotta” onde scongiurare fungaroli sfasciagomme e via. Mi carico poco per via della schiena che mi trafigge ogni passo, gli altri, malandati pure loro, si sobbarcano i vari pesi, optando per il sentiero comodo sopra la casetta. Quale sentiero? Quello che fa Paolo. Boh? Non troviamo niente, per cui saliamo per pietraia scomoda, pressoché costa Serini, fin quasi Campo di Venza, mettendoci però il doppio.
Qua il Nozzolone tracolla, ben gli sta che mi vuol scambiare con due ventenni e tre quarti. Finalmente eccoci, operativi al massimo. Il Nozzolone estrae il metaldetector e s’infila a cercar bombe. “Qua segnala che c’è metallo, ma tanto non ci saranno bombe” e a mò di dimostrazione si mette a scavare lieve come un archeologo nel fango vetroso. Poi fatta la sua parte esce e si fionda su pane e mortazza che il suo compito è bello che esaurito.
Bene, tocca a me, entro e m’intoppo nel restringimento “Robè passa la callarella che levo vetri e sassi” “e se ci sono bombe?” “non ci sono” se non è zompato per aria il Nozzolone vuoi che zompo io? Appena riesco a rendere comodo il passaggio vado di là e trovo una bella stanza fangosa con callarella e corda. “Nostri? Di quand’eravami cuggggini?”.Con la candela cerco di capire dove va l’aria e trovo un buchetto a destra in alto che pare succhiarla tutta. Luca propone di chiamarla la via del pomp…ma prima vediamo se va. Intanto entra per arrampicarsi su un meandro in alto. “Chiude, ma qua sotto sento aria” cioè sotto la frana a sinistra. Mentre scava trovo un altro fronte esplorativo sempre in basso a sinistra. Ben, tre posti, mica male. C’è da pensare dove mandare il materiale scavato. Direi in fondo che pare toppare alla grande. Almeno credo. Laddove hanno scavato i cuggini immagino. Poi usciamo per fare il punto della situazione. I maschi del gruppo propongono una pasticceria a Esperia ma io e Roberta non ci diamo per vinte. “Ti va di scavare ancora un po’? vediamo se riusciamo a trovare la via giusta”. Roberta è ben contenta, e vaiiii. Prima proviamo in basso a sinistra, ma Roberta mi fa notare che non c’è aria, eppure mi pare di sentirla. Anzi mi pare ancora che sotto ci sia Federica che mi chiama e la devo estrarre. Che come incentivo è notevole. Però non riesco ancora a tirarla fuori allora andiamo nel buchetto in alto a destra, alternandoci a levare un muro di fango “se è come il Montecristo magari passiamo”. Mentre Roberta scava sentiamo rotolare fango in basso con gran tonfo. “LA CONDOTTAAAAA!!!!!””” Urlo mentre Roberta zompa come una bomba “che spavento!!! Mi hai fatto prendere un colpo” “non hai sentito?” “si in effetti pare rotolare”. Come ossesse riprendiamo a scavare sto buchetto fino a tapparlo del tutto. Così visto che i maschi c’hanno accordato mezz’ora e ne ce siamo presa una intera, usciamo perché a scavare la frana è opera faraonica, anche se ormai pare che sia questa la via giusta. “Ora torniamo per il sentiero” declama il Nozzolone. Bene, siamo tutti contenti, salutiamo una pastora in cerca di capre e il Nozzolone, fatti due metri due, scende a precipizio per il bosco. “Andiamo a sinistra” dice. Io e Luca saremmo andati a destra dove ci sembrava proseguire il comodo sentiero. Onde dimostrare ciò indico a Luca “vedi quella casa?” “si perché? è un riferimento?” “certo, sta dopo Polleca” come dire che tutte le strade portano a Roma. “Vedi come sono disposti i monti?” “si” risponde Luca sempre più perplesso “è così che si vedono dai Serini” ribatto perché voglio aver ragione a tutti i costi, anche se mi pare che in effetti sti monti non siamo proprio proprio nel verso giusto. Appena vedo la casetta sotto, dico a Luca “ecco la casetta, avevo o no ragione?” “ben in effetti l’aveva Sergio che andava a sinistra” “in effetti…”.
Ma per puro caso, diciamolo. Alla macchina constatiamo che ci sono le 4 ruote sane e si rompe solo un pezzo di sedile, ma miracolosamente si riesce a sistemare “resta così fino a Roma” propone Luca a Roberta. Però la sosta da Carmina, quella è sacrosanta, dopo tutto sto lavoro, non vuoi scofanarte di pizza???? E l’Innominato? Chiude, ben venite tutti a Murano, c’è una frana da togliere, lavoro assicurato per il prossimo inverno..…
Alla prossima! Mg 19.10.2014

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