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Valle Sant'Angelo da Morolo-sentiero CAI

Antefatto: “Che si fa?” chiedo a Sergio “abbiamo due opzioni: o Valle Sant’Angelo da Morolo per il sentiero CAI, o da Supino verso Grotta di Valle Sant’Angelo, ma meglio fare la prima”. Bon, anche per me, visto che fra un po’, col caldo, tutti i sentieri bassi sono da evitare come il covid.

L’epica impresa: Parcheggiamo in via Fernando Bragaglia e poi, a piedi, c’incamminiamo verso Morolo fino ad incontrare il sentiero n. 721 con tanto di tabella e indicazioni del percorso. Bravi ciò. Come l’altro sentiero, anche questo inizia ripido assai, tra l’altro assolato. Arriviamo alla fonte Pauluccio con acqua bella fresca che cura tutte le malattie, come cita internet se cerchi l’acqua di Morolo. Qua tralasciamo il sentiero a destra che sale a Sprone Maraoni per prendere quello a sinistra in direzione Valle Sant’Angelo-Faito. Notiamo che qua il calcare è diverso da quello classico dell’altopiano di Supino-Gorga, è il calcare che noi chiamiamo “basso”, più bianco e scaglioso, ma con parecchi buchi buchetti nell’immersione degli strati. “Lascia perdere” dice Sergio quando ne sento uno che soffia “chi ci viene qua a scavare, dopo sta salita?”. In effetti di scavi ne abbiamo a iosa ma, per la cronaca, sappiate che tra gli innumerevoli infimi buchetti ce n’è uno che soffia. “Ma deve soffiare come l’Eolo del Corchia per scavarlo” aggiunge Sergio ottimisticamente. Incontriamo due tizi che scendono, di cui uno col metal detector “trovato niente? E grotte ce ne sono?” chiediamo speranzosi. “Grotte? Qua no, lassù si”. Sarà colpa del calcare basso, quello che, tra l’altro, avrà fatto da livello impermeabile e creato tutte ste sorgenti. Arrivati accaldati a zona “le Rotti” entriamo nel riparo sotto roccia con le panchine per mangiare e fotografare le foglie della Campanula reatina che qua abbonda. Ignoro perché questa campanula che si trova solo nel reatino sia emigrata quaggiù nel frusinate. Tant’è, è proprio lei ancorchè non fiorita. “Proseguiamo?” chiedo a Sergio “machesseimatta con sto caldo” “allora aspettami che vado a vedere su quelle pareti un buco nero”. Invece è solo ombra di un tetto aggettante. Eppure siamo arrivati nel calcare buono, quello alto foriero di pozzi. Sergio, guardando ben bene le sue tracce, scopre dove si trova la grotta dagli occhi tristi che altri non è che la grotta di Sant’Angelo. Dobbiamo assolutissimamente andarla a vedere, ma non oggi, un’altra volta da Supino. Oggi torniamo giù che fa caldo. Invece la valle a quest’ora va in ombra, così il fastidio resta solo per le ginocchia. A Morolo, città dei Colonna, come attesta un bellissimo castello cadente, facciamo pieno d’acqua curativa, che di affezioni ne abbiamo tante. Curerà anche il covid? Che ormai ci sta accerchiando e chiudendo, uno alla volta, tutti i paesi del Frusinate. Nel dubbio, beviamo, che almeno guariamo dagli acidi urici e calcoli renali. Perché, ce li abbiamo? No, ma prevenire è meglio che curare.
Alla prossima!!! Mg 23.2.2021

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