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Monti della Meta - Mainarde

I Monti della Meta sono una piccola catena montuosa nella zona al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise. Fanno parte della dorsale occidentale dell'Appennino Centrale abruzzese, lungo lo spartiacque appenninico, all'interno dei Monti Marsicani.
Le montagne più alte sono: Le cime più importanti sono:il Monte Meta (2241 m), il Monte Petroso (2.249 m.), il Monte Altare (2.174 m.),il Monte Tartaro (2.191 m.),Torretta di Paradiso (1.976 m.),il Monte A- Mare (2.161 m.),la Metuccia (2.105 m.),il Monte Forcellone (2.030 m.),il Monte Cavallo (2.039 m.). Nelle valli che si sviluppano all'interno della catena montuosa sorgono copiose le acque del fiume Melfa e Mollarino in provincia di Frosinone, del Rio Torto in provincia dell'Aquila. Dalle cime la vista spazia su tutti i Monti Marsicani, la Majella e i Monti del Matese.

Inquadramento geologico - Carsismo
Tratto dalla pubblicazione "Le grotte del Lazio" di G. Mecchia, M.Mecchia, M. Piro, M. Barbati

La catena è costituita da un'anticlinale calcarea con asse N-S disposto lungo la Val Canneto e la Val Fondillo; la struttura è sovrascorsa verso Nord (Monte Amaro) e verso Est (M. Marrone) sui sedimenti fliscioidi dell'Alta Val di Sangro e dell'Alta Valle del Volturno.
Le montagne (circa 200 km quadrati di depositi carbonatici) si sono generate tra il Giurassico inferiore ed il Cretaceo a seguito dell'emersione nel Paleocene dei grossi giacimenti lagunari della piattaforma carbonatica (estesa ipoteticamente a est di Pescasseroli) e della scogliera corallina (zona del Monte Marsicano e Montagna Grande di Scanno).
Al nucleo dell'anticlinale affiorano estesamente le dolomie del Giurassico inferiore potenti più di 500 m.
Su questa formazione geologica il carsismo ipogeo risulta quasi del tutto assente.
Successivamente alla deposizione delle dolomie, dal Lias medio al Cenozoico si sono sedimentati calcari di margine e di scarpata.
I margini delle piattaforme sono le aree più interessate dalla tettonica sinsedimetaria e dalla tettonica recente; le grotte conosciute in queste formazioni calcaree sono poche e mai di grande sviluppo.
Sopra le dolomie massive si sono deposti sedimenti calcarei piuttosto eterogenei:
a) a destra (Est) della Val Canneto calcari organogeni oolitici con spessori maggiori di 200 m, nei quali si apre la "Chiatra delle Ciaule" pozzo di 53 m;
b) a sinistra (Ovest) della Val Canneto breccia a matrice calcarea poligenica con spessore anche di 400 m, nella quale si apre l'Abisso Yoghi (successione di pozzi profondo 90 m chiuso con frana).
A Ovest della Val Canneto fino al Paleocene si depositano calcari con elementi detritici più piccoli passanti verso l'alto a calcari bianchi, prevalentemente bioclastici che costituiscono le cime dei Monti della Meta, delle Mainarde, del Monte Sterpidalto, del Monte Amaro.
Il carsismo ipogeo risulta poco sviluppato, fra le 14 cavità conosciute ci sono: la Chiatra II del Bosco Fondillo (- 63 m); la Callarella di Macchiarvana (pozzo su frattura di 80° che immette in una sala - 57 m); i pozzi I e II di Monte Amaro (rispettivamente - 40 e - 65 m) situati presso la vetta di Monte Amaro (1850 m).
A seguito dell'emersione nel Miocene la laguna ed il mare aperto sono sostituite dai bassifondi che con la definitiva orogenesi del Quaternario formeranno gli strati di argilla ed arenaria che oggi si alternano alle montagne calcaree e ai depositi continentali.
Nelle vicinanze del contatto dei calcari tra Cretacico inferiore e sovrastanti calcareniti del Miocene si apre il Cauto di Pezziaratte (- 84 m)situato nella dorsale calcarea di Monte Castelnuovo (1251 m).
Dove emergono gli strati argillosi passa anche la grossa faglia di sovrascorrimento, debolmente attiva: da Pizzone si dirama verso Alfedena e Barrea per poi proseguire diretta verso Villetta Barrea e Scanno lungo la valle del torrente Profluo. Faglie dirette minori sono presenti attorno a Pescasseroli e sui monti di Pescosolido e Campoli Appennino. La mobilità tettonica della zona è causa dei più recenti sismi, fra cui si ricorda il Terremoto di Avezzano.
Le cime più alte presentano tracce evidenti dell'ultima glaciazione del Quaternario con circhi e rispettive tracce di morene ancora superstiti. I più evidenti sono quelli dei Monti della Meta, Serra delle Gravare, del Monte Petroso e del Monte Palombo con la morena al Coppo della Polinella. Nel territorio del parco i circhi glaciali sono presenti specialmente sul versante orientale dell’allineamento Camosciara-Petroso-Meta-M.a Mare, dove se ne contano undici; sul versante orientale della Serra delle Gravare; sui versanti settentrionali di Monte Marsicano (due) e Monte Palombo; lungo la cresta di M.Marcolano (tre); sulla Costa Caprara (due); sull’allineamento M.Ceraso, Balzo dei Tre Confini, Picco la Rocca, M.Tranquillo (quattro) e tra M.Argatone e La Terratta (cinque).

Sentieri

Monte Meta (2241 m) da Prati di Mezzo

Dalla Strada Statale 690 Avezzano-Sora-Cassino si esce ad Atina e si imbocca la Strada Regionale 509 per San Donato Val di Comino; percorsi 2 Km circa, al bivio, si segue la Strada Provinciale 112 per Picinisco.
Attraversato il paese si raggiunge Prato di Mezzo (1403 m s.l.m.).seguendo la Strada Provinciale 223. Si lascia l'automobile in un ampio parcheggio e sulla sinistra del piazzale inizia il sentiero del parco N1, ben segnalato, che prosegue lungo una mulattiera tortuosa fra rimboschimenti e faggete. Si entra poi nella Val Tabaccara, dove il bosco si dirada e l'assolazione è più frequente, tanto da rendere il percorso sconsigliato nelle giornate più calde. Il panorama da questo momento si fa sempre più ampio e chiaro, a queste altezze diventa sempre più frequente l'incontro con rapaci rari e camosci d'Abruzzo. Il sentiero raggiunge il valico, dove è stata posta una grossa croce, dopo aver attraversato il Vallone della Meta: il colpo d'occhio è ampissimo; il panorama spazia sia sulla Valle di Comino, sia sulle valli abruzzesi e molisane e sulle Mainarde. si prosegue fino alla cima tramite l1 da dove si gode di uno dei panorami più suggestivi d'Abruzzo.

Attenzione: L’accesso nell’area del Monte Meta è regolamentato nel periodo estivo.

Monte Meta da Campitelli

L'itinerario parte dal pianoro Campitelli (1420 m), raggiungibile comodamente in auto, a 10 km dal comune di Alfedena. Seguendo il sentiero l1 segnalato, si attraversa una fitta faggeta fino a quota 1712, dove il panorama si apre su un assolattissimo altipiano, i Biscurri, che sale fino a quota 1980. Poi il sentiero diventa più impervio e attraversa una impegnativa pietraia. A questo punto in direzione sud si arriva al passo dei Monaci, a quota 1986 m, dove inizia l'ultimo tratto di salita, molto ripido ma senza rocce, si prosegue fino alla cima .

Monte A-Mare (2160 m)


mappa del percorso ad anello

La via normale è quella che risale il vallone della Meta (segnavia N1 del Parco) fino al Passo dei Monaci; qui si piega a destra (Est) e si segue la cresta, tenendosi sul versante sud-ovest, fin sotto la calotta sommitale del Monte a Mare.

Si può seguire una via alternativa: si traversano i Prati di Mezzo fino alla base di un piccolo skilift, si risale la pista di sci e si continua a salire dolcemente (segnavia N2 del Parco) per la valle di Forestelle. Traversato il piano di Fonte Fredda (sorgente sotto dei grossi massi) si piega a sinistra e si sale al passo della Crocetta (mt. 1845). Si lascia il sentiero N2 e si prende in direzione nord seguendo una traccia abbastanza visibile: lasciato a destra un pianoro si risale dolcemente fino ad arrivare ad un secondo pianoro, più piccolo; da qui si sale brevemente, sempre in direzione nord, fino a vedere la caratteristica calotta sommitale del Monte a Mare. Fin qui occorrono circa 2h30; il tempo è pressoché equivalente per i due percorsi.
Si guadagna la cresta circa 200 metri a sud di Monte a Mare in un punto dove è possibile scendere sul versante opposto. Da qui la Cima a Mare è facilmente individuabile. Si traversa il ripido versante est, seguendo una traccia che taglia il pendio e si abbassa verso un piccolo ghiaione.
Scesi alla base della parete di Monte a Mare si risale facilmente alla Cima a Mare. Dalla cresta alla cima occorrono circa 30 minuti
Dislivello in salita: 700 mt .

Percorso ad anello cime delle Mainarde

Percorso ad anello: da Prato di Mezzo (1408 m) salire a Passo dei Monaci (1967 m), raggiungere la cresta sulla destra e percorrere le cime La Metuccia (2105 m), Cima le Forme (2161 m), Monte a Mare (2160 m), Cima di Costa dell'Altare (2075 m), scendere al valico della Crocetta (1845 m), arrivare a Fonte Fredda (1695 m) e raggiungere Prato di Mezzo.
Dislivello 900 m, distanza 15 km.

Torretta di Paradiso (1976 m)


mappa del percorso

Da Prato di Mezzo si sale per il sentiero 1 in direzione N, dapprima attraverso una faggeta ed in seguito sul fondo di Val Tabaccaro (a quota 1493 resti di stazzi): Poco più a N il sentiero devia a NE proseguendo nel Vallone della Meta; a 1680 m si abbandona per salire a mezza costa la traccia sulla sinistra del vallone. Proseguendo a NW si supera un' anticima (1966 m) e una selletta (croce metallica), si sale ancora fino alla Torretta di Paradiso (1976 m) segnata da un ometto.
Si può anche procedere sul sentiero n.1 risalendo completamente il Vallone della Meta ed imettendosi nel sentiero 3 al bivio a 1829 m; superato il fondovalle del Pratolungo si abbandona il sentiero e si devia a sinistra per risalire, senza traccia definita, il pendio sommitale della Torretta. Si può fare un eventuale anello con questi due percorsi.

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