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Monte Costasole (Escursione)

Antefatto:Questa settimana sono piena di impegni di tutti i tipi, ma alla proposta di Giorgio “facciamo un’escursione soft” posso dire di no? Impossibile! Ci devo andare! soft poi, è il massimo.

L’epica impresa:
Così eccoci a Cerreto Laziale, Giorgio, Arnolfo e la sottoscritta pronti a salire il Monte Costasole. Sono abbastanza contenta, nonostante il tempo incerto e freddo, tanto salire di qua saranno si e no 700 metri e in un battibaleno si va e si torna. Sehhhhh. Fatto i conti senza l’oste, nella persona di Giorgio. Tanto per cominciare è in vena polemica e ci racconta tutta la storia della resistenza dal suo punto di vista, il chè non mi dispiace perché così parla parla e non corre come al solito, certo mi tocca dissentire e sprecare un po’ di energia in voce, ma insomma la salita non è la solita pettata da “quellidelCAI”. In poco tempo arriviamo in cima al Costasole e, immagino, in altrettanto poco tempo torneremo giù. Sehhhh. Per tornare dobbiamo fare il giro dei Ruffi, certo questo non lo sapevo, me ne sono accorta dopo. Lo scapicollo per arrivare al laghetto della Retommella è piacevole, ci sono i segni CAI e bon. Ora scendiamo per Valle Frigida e per un po’ ci sono ancora i segni bianco-rossi, ad una certa però, non so bene come, i segni non li troviamo più ma continuiamo a seguire la traccia che passa ora a destra ora a sinistra del torrente. Detta così sembra una cosa normale. Manco per niente, intanto è tutto un rovi rovi e poi la traccia è uno stradello di fango e acqua, se non caschi nel fango caschi nell’acqua, come sa bene Arnolfo che si è trovato a mollo dentro il torrente, scapicollato come una tartaruga col peso dello zaino che per drizzarsi ha afferrato un macigno che gli è pure cascato addosso.. e noi? A ridere. Che amici! Giorgio però non demorde alla ricerca del sentiero tracciato, prima si butta in un roveto a destra a poi risale a sinistra su, su, su e sempre più su. “Venite!” ci chiama. Certo mi pare strano dover salire una cifra per arrivare al paese che sta sotto. Mi illumina Arnolfo “è che Giorgio deve fare almeno 1000 metri” . “Soft un par de balle” penso, ma ormai ho capito l’antifona, qua tocca farsi mezzo Lazio stai a vedere. Infatti, ci affacciamo verso Cerreto che i vede lontanissimo, separato da due valli e dei segni CAI non c’è traccia. Non mi resta che seguire Giorgio che a furia di farsi strada tra spini, di colpo ci porta su una mulattiera che levati. Ahhh l’autostrada dell’escursionista! E ci sono pure i segni bianco-rossi e vai! Non so come, ma sta bella mulattiera ci porta curve, curve, su una strada asfaltata. “E per Cerreto?” “5 kilometri e mezzo”. Impossibile tagliare, la vegetazione ha chiuso ogni stradello e due operai ci confermano che solo l’asfalto ci porterà al paese. Non per Giorgio che, dopo aver percorso un bel po’ di strada che mi pare un sogno dopo sto mare di fango, devia per un fontanile (acqua non potabile ed eternit sparso dovunque) con un sentiero che ci porta dritti dritti al paese (ritrovando i segni CAI e intercettando la via persa).
A Cerreto tre vecchiotti si stupiscono che per salire al Costasole abbiamo fatto tutta quella strada, più di 1000 metri e 18 km, “ma come? Da qua si sale in poco tempo” e lo so..…ma mica per “QuellidelCAI”. In compenso il bar, visto che siamo stati così bravi, ci fa pagare una birra al prezzo dello Champagne, grazie tante…
Alla prossima!! Mg 27.4.2016

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