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PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE

Antefatto: Per espiare le nostre colpe e, tante volte, quelle altrui, decidiamo di fare un bel pellegrinaggio a Medjugorie. Conduce il pellegrinaggio il Nozzolone, lo affianca la Olga e dietro ci sto io, a fare la ruota di scorta.

18.8.2015 Opatija Partiamo di buon mattino, senza troppo mangiare, caricando la macchina dell'essenziale: medicine, vestiti modesti, scarpe comode e, sia mai non troviamo da dormire, una branda comprata a 10 euro. Ori astenersi. Come si conviene in queste circostanze, il tempo è brutto. La prima tappa è a Opcina, per prenderci un caffè, lo vorremmo prendere in piedi, frettolosamente, ma la Olga vuole sedersi, e già la pellegrina dà segni di cedimento. Siamo a Trieste, città bellissima piena di vita, ma andiamo a visitare la Foiba di Basovizza, ciò per meditare sul triste destino dell'essere umano, dentro al buco, possibilmente vivo. Pieni di contritezza procediamo alla volta della frontiera, vediamo belle Gostilne con la bestia che gira, ma il nostro pranzo consiste in una banana in tre e pezzi di anguria vecchia, mangiati in pieno incrocio, con tutte le macchine che sfrecciano, a fianco di una discarica. Abbiamo fatto i conti senza l'osto, il Nozzolone che, non sazio dell'anguria, porta le pellegrine all'ostaria della bestia, a ingozzarsi di porchetta ma senza vino, acqua intinta, che non credessero! Mentre stiamo così gozzovigliando, sentiamo dei nostri vicini di tavolo sbecare in veneto s-ceto di rosari e madonne. Subito la Olga tacaboton. “Sio per caso stà a Medjugorje?” “e si ciò!”. Ben, è nata una solida immediata amicizia tra la Olga e il procacciatore di pellegrini nativo di Bolca con ricadute economiche in favore della pellegrina. “Se mi trovi 8 pellegrini ti faccio venire a Medjugorje gratis e vi vengo a prendere direttamente a Schio”. Per la Olga che conosce tutto Schio e dintorni, trovare 8 pellegrini è come bere un ovo fresco. Affare fatto. Ora tocca trovare da dormire, ci accontentiamo di un albergo di lusso a Opatjjia, con la scusa che è tutto pieno, prendere o lasciare. Tra il dormire nella branda da 10 euro in tre e l'albergo sopra una splendida baietta scegliamo quest'ultimo, considerando che la sofferenza la lasciamo per dopo. La sofferenza è arrivare al mare col percorso in ripida discesa pieni di asciugamani, scarpe da bagno, la famosa brandina, la sedia del Nozz, libri edificanti e olio santo contro le ustioni. Ci sdraiamo come i pellegrini nel nudo cemento davanti al mare e, per penitenza, io e il Nozz facciamo un bagno nella limpidissima acqua cristallina piena di correnti gelide, che tutto il carso istriano risorge qua. Olga trova che la branda è troppo di lusso per lei e tutto il tempo prende il sole istriano, sul nudo impiantito. Non si mette nemmeno il costume perchè deve soffrire un pochetto, penso io. Ne approfitto per immortalarla e farci i santini semmai diventasse santa da quanto sta patendo qua, che c'è un sole bellissimo e bella arietta mentre a Schio imperversano i temporali.

19.8.2015 Trogir. Che ieri ci siamo divertiti troppo lo sappiamo perchè ci svegliamo sotto una pioggia scrosciante. Avete voluto fare gli allegri pellegrini? Oggi vi sistemo io! Così afflitti facciamo colazione al bar dei maschi, che la Olga guarda con interesse scientifico “varda chei là che i sta al bar ore straore, da nialtri noccio, solo le done”. Ciò detto partiamo alla volta di Split con l'autostrada, che tanto sotto la pioggia niente puoi fare. Per vincere la noia di questi paesaggi maestosamente belli e selvaggi, leggo ad alta voce la storia della Bosnia Erzegovina, sia mai viaggiamo ignari di tutto. Il fatto provoca l'immediata narcolessi del Nozzolone “guida tu che mi è venuto sonno”. Subito la Olga inizia a lagnarsi del pacemaker “con sti sobbalzi mi esce fuori”, “Niente paura, fa parte delle pene del pellegrino!”. Arriviamo rintontoniti a Sebenico, qua c'è da visitare la cattedrale di San Giacomo, con le facce scolpite dei cittadini del 1500. Bon, farebbe parte del pellegrinaggio, ma noi, stolti che non siamo altro, pensiamo prima a rimpinzarci la pancia. Male facemmo, che per mangiare ci mettiamo un sacco di tempo, tutta la Croazia sta assisa a sti tavolini, fuori piove e non sanno che fare. Ci resta un quarto d'ora di tempo per visitare la cattedrale, prima che scada il tagliando del parcheggio. Il Nozzolone va subito in macchina, senza dio come le galline com'è, mentre io e Olga andiamo alla cattedrale sotto l'acqua, spesegoni. Però c'è un però, per entrare in chiesa tocca pagare il biglietto “siamo matti o cosa? Non ci vado” decreta la Olga, e io nemmeno che scade il parcheggio e il Nozz starà già in escandescenze. Procediamo alla volta di Trogir dove il Nozz ha prenotato un appartamento per dormire. Attraversiamo posti stupendi, dove uno farebbe volentieri un bagno ristoratore, se non piovesse. Ma arrivati a Trogir ecco il sole, volevate il sole? Eccolo! Si ma non chiusi dentro in macchina soffocati da un traffico infernale che manco a Roma nello sciopero dei tram. E per giunta non abbiamo la più pallida idea di dove stia sto appartamento. Ma noi non ci pensiamo lontanamente a lagnarci, fa parte dell'espiazione del pellegrino. Anche che il traffico lo troviamo in tutti e due i sensi, non avendo centrato il posto giusto. Finalmente arriviamo e scopriamo che davvero sto appartamento è pieno di ogni confort, massa ciò per noi penitenti. “Sai che ti dico? Mi vado a fare un bagno” dico alla Olga e al Nozz,” è tutto il giorno che guardo il mare e per oggi ho sofferto abbastanza”. La Olga stramazza a letto e il Nozz va a comprare da mangiare. Ciascuno ha scelto il sollievo della sofferenza più adatto. Dovremmo anche incontrare la Letizia e Daniele, visitare Trogir che è un compendio di bellezze d'arte, niente di tutto ciò. Ci cuciniamo una minestrina miseranda, ci facciamo una insalata condita con olio di semi e l'unica gioia per stasera è mangiare l'uva croata e andarcene a letto..che domani ci aspetta il clou della faccenda: la veggente!!

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