torna all'indice

ISCHIA 2017

20.2.2017Giro dell'Isola. Vi sembriamo tipi di Ischia noi? Relax, terme, mare, sole, turismo, ma, soprattutto, vulcano??? Eh no! Embè? È il regalo di Francesco e Giulia, tipo “ebbbasta Gargano, Supramonte, Canin, fatevi le terme prima di decrepitare per sempre”. Ci guardiamo nelle palle degli occhi “ma poi ste terme faranno veramente bene? Va beh, come si dice a caval donato…”. Partiamo molto presto in macchina e, arrivati a Pozzuoli, ci imbarchiamo senza biglietto, più che altro la biglietteria è chiusa “salite, jamme ja che lo fate a bordo” . Alla napoletana. Giunti a Ischia si prospetta il problema del parcheggio, ma come d’incanto ci troviamo all’Hotel Conte e un pulmino si ferma proprio davanti in mezzo alla strada “che dobbiamo fare?” gli chiedo minacciosa “aspettare” meglio, scarico zaini e bagagli, entro nell’albergo e il Nozz può comodamente cercar parcheggio. A pagamento come tutta l’isola, ma comodo. Bon, intanto faccio conoscenza col gentilissimo gestore dell’Hotel che mi spiega tutteccose dei dintorni con ottima cartina. “C’è acqua termale che sgorga al mare?” chiedo, altro che beauty farm e frocerie varie “ci dovrebbe essere a Sorgeto ma ci sono ripidi scalini da scendere”. Meglio. Intanto arriva anche il Nozz, prendiamo possesso della bella camera e via, a cercare Sorgeto, con costumi, asciugamani e accappatoi. Non potevamo trovar di meglio. La strada stretta e tortuosa che porta a Panza (la pancia di Tifeo) ha una diramazione ancor più stretta che conduce sopra la baia meravigliosa con un mare cristallino e stupendo. “E com’è che qua non hanno costruito un mega albergo, vista la cementificazione selvaggia dell’isola?”, la risposta l’abbiamo scendendo la comoda scalinata, il tufo vien giù tutto. Meno male. In fondo c’è una specie di comodo ballatoio dove spogliarsi e potersi immergere nelle pozze con l’acqua caldissima che esce dalla roccia e si mischia con quella freddissima del mare. Tutto molto comodo a meno che non scivoli nelle rocce muschiose e dai la musata addosso ai bagnanti che, a vederli tutti abbronzati, stanno qua dall’anno scorso. Diciamo che se trovi un giusto compromesso tra lo sbollentarti con l’acqua radioattiva (così c’è scritto nella guida) e il ghiacciarti con l’acqua del mare, si sta anche abbastanza bene. Alle 3 il Nozz si ricorda che è ora di pranzo. Meno male che m’ero pure stufata di stare ammollo senza costrutto. Mangiamo pane e mortazza e andiamo a cercare le fumarole di Sant’Angelo. Il paese è stupendo e, stranamente, c’è un ampio parcheggio comunale libero e gratis, come ci indica il vigile urbano. Secondo me il Sindaco è 5stelle solo così si spiega. Attraverso un ripido saliscendi arriviamo alla spiaggia di Maronti ed ammiriamo una fumarolona ingabbiata in un camino, la bocca di Tufeo. Altre ce ne sono nella spiaggia, che se proprio vuoi, arriva uno che te la butta addosso bollente con la pala e bon, guarisci da tutte le affezioni (da guida). Per finire, la cena offerta col groupon è di una bontà fuor del comune, nonché, per la gioia del Nozz, anche con porzioni abbondanti. Secondo me c’hanno trattato con occhio di riguardo perché per dessert hanno portato una mozzarella riempita di pasta di mandorle e altre squisitezze, tutto condito con una salsa rossa deliziosa “esperimento della casa”. Riuscito! Solo che domani altro che Epomeo, per smaltirlo!

21.2.2017 Epomeo e Maronti. Pronti per salire l’Epomeo lasciamo la macchina a Fontana, ciò per far più strada a piedi ma, percorsa una stradina, il Nozz, vedendo che è tutto asfalto e pieno di case, fa dietrofront e si riprende la macchina “ecchè! Se passa la macchina vado a piedi?” io invece continuo a pedagna perché voglio fotografare flora endemica, tante volte ci fosse (macchè). Fatto sta che percorriamo solo l’ultima ora di sentiero scavato nel tufo, tra boschi di castagni, che su per giù par di stare ai Castelli Romani. Solo la fine è diversa, un montarozzo di tufo verdastro tutto bucato tipo domus de jana che ti porta, dapprima a una chiesetta dove viveva un frate eremita che deposto il saio ha fatto 10 figli (..avendo assaggiato la differenza…) e poi alla cima. Da qua si dovrebbero vedere gli Aurunci e financo i Lepini ma niente da fare, foschia. Al ritorno deviamo per Pietra dell’Acqua posto suggestivo ancorchè vulcanico, con un chè di insediamento arcaico non ben definito, tra cui una roccia che sembra un cammello. Scesi dal monte andiamo al mare alla ricerca di Cavascura, sorgente di acqua termale utilizzata dagli antichi romani. Per arrivarci si passa da Barano e poi si scende alla spiaggia di Maronti. Percorrendola ci imbattiamo nello stabilimento balneare “la gondola”, a ridosso della spiaggia, con piscina di acqua calda, idromassaggio, sauna, pozza di acqua caldissima. “Andiamo?” chiedo al Nozz, ci saranno state 4 persone in tutto “si ma prima cerchiamo Cavascura”. Ci inoltriamo in una stretta gola piena di immondizia, con le pareti di tufo erose ed estremamente scanalate, che ci porta a Cavascura. Chiusa. Torniamo indietro e un tizio ci dice che solitamente la gente scavalca e ci va, normale è. Ah bon, noi no. Meglio pagare 10 euro in due e farsi il calidarium in un grande vascone, il tepidarium nella piscina con l’idromassaggio e la bocca che ti butta addosso acqua bollente, e volendo proprio, anche il frigidarium al mare. A parte il frigidarium il resto l’abbiamo fatto. Sarà anche effetto placebo ma m’è passato il male alla ginocchia e al gomito e con l’idromassaggio sulla schiena mi si sono aperti tutti i chakra tranne che quello della cervicale (che sennò mi bagnavo i capelli). Quando la pelle è diventata come quella del pollo spennato abbiamo deciso di andarcene, tutti molli come cenci. “Eh no! Dovete vedere anche la sorgente Olmitello”, c’hanno detto quelli dello stabilimento “bevete l’acqua tiepida che fa bene a tutto”. Risaliamo così una gola strapiena di immondizia con un rivolo di acquaccia limacciosa fino alla sorgente. Un cartello racconta che Enea conquistò la principessa Lavinia con l’ampolla di quest’acqua che bellissima la rese. Dovrei berla pure io per guarire da tutti i mali e divenir bellissima? Sticazzz con l’immondizia di Barano altro che guarire, qua la falda sarà no inquinata, di più! Mi lavo solo la faccia (perché quelli così hanno detto “lavati la faccia” magari il rimmel sarà scolato…) e bon, a casa guardo se son diventata bellissima o cosa. O cosa. Allora andiamo a mangiare, si ma dove? Il cartello con pizza e primi a modico prezzo è sparito, casualmente però troviamo “Gaetano” che ci fa due piattoni di orecchiette con i friarelli (in romano broccoletti) ma talmente buoni da pareggiare quelli di Fini del Gargano. Bon, domani si torna che , guarite le affezioni, dobbiamo scavar buchi e farcene altre.

torna all'indice