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Il Vercors e le sue seghe

Antefatto: Scorazzando per la Francia, Mg ed il Nozzolone approdano finalmente al Vercors, patria di grotte a non finire, il materiale ce l'hanno, la segaggine pure.

L’epica impresa: Inizia in un paesetto, S.Jean du Royans gemellato con Roccagorga, bene, per assaggiare l'ambiente i due cercano subito un randonnè con grotta, tale "gouffre du formage", e pronti alla bisogna iniziano il cammino. L'ambiente è tra Lepini e altopiano del Faedo Casaron, ma senza buchi evidenti, male. Dopo un'ascesa ripida e calda, localizzano la zona della gouffre, ma un cane rabbioso, nel terreno della casa del formaggiaio, li desiste dal cercare oltre. Va beh, un pò delusi cambiano zona; evidentemente per trovare gli inghiottitoi e il carso scoperto tocca andare in alto. Così la coppia sale, ma di grotte manco l'ombra, in alto c'è la neve, di campi solcati non c'è traccia. Eppure il Vercors si presenta bene, cascate a non finire che escono sempre da grotte, strati metrici di calcare urgoniano a pacchi, gole incise da torrenti impetuosi. Cambio di paese, quest'altro, Pont du Royans, è gemellato con Bassiano. Stavolta i Nozzoli vanno in basso e mentre sondano il gorge de la bourne, scorgono un gruppo di speleo appollaiati in una grotta risorgente ma secca, e vai!!!

Nonostante uno speleo francese, opportunamente interpellato, avesse, a gesti, fatto capire che la grotta è stretta e sifona presto, i due entrano, iniziando un calvario di strettoie e passaggi, tutti liscissimi non si sa se dall'acqua o dallo strusciamento di innumerevoli speleo. Il Nozzolone viene convenientemente circuito da Mg "vieni, mi pare che si allarghi" finchè rimane incastrato con il torace a metà e le gambe penzoloni ad aspettare il ritorno della consorte che vagola indefessa alla ricerca del largo. A sto punto un dilemma sorge evidente, sgonfiarsi con il rischio di restare per sempre in attesa di dimagrire per consunzione o mollare sta stupenda risorgente tutta strettoie? vince la seconda che hai detto. Aricambio di paese, "vallelapesca du vercors" rigorosamente gemellato con Roccasecca dei Volsci, stavolta, per non sbagliare, si va nei pressi della grotta turistica di Choranche, laddove c'è l'altra grotta non turistica di gournier, ariincontro con gli stessi speleo di prima, muniti di canotto, ma niente da fare per gournier, un lago iniziale sbarra ogni velleità.

Mg però non è ancora soddisfatta, più avanti c'è indicata la baume rousse, e convince il reticente Nozzolone a cercarla.

Un sentiero sotto le calde pareti, con un clima inusualmente torrido, porta al fin alla grotta, grande, bella, con scavi archeologici aperti, vaschette in salita, ci siamo.
Un sifone fangoso, identico al nostro di Bellegra, con gli stessi identici scavi impossibili, chiude inesorabilmente la grotta.
E va beh, il Vercors non si fa penetrare, allora si va in altra zona ancora, con attrezzatura speleo al minimo.
Stavolta randonnè sopra la cascata carsica del bournillon, che, ovviamente, esce da grotta.
Incontrata così la grotta del gaulois, in pratica la parte fossile della risorgente, i due procedono tosto all'esplorazione, ma una piacevole galleria semi allegata ed assai fangosa, rende davvero ostico il proseguimento "ma chi ce lo fa fà, non è manco nostra" e via a vedere l'uscita dell'acqua da grotta subito sifonante, e la grotta immensa sottostante, quella sì, ma essendo al momento irraggiungibile, si opta per una prossima vacanza spelea.
Uno speleologo francese di passaggio, avverte però i due che quella grotta immensa, è molto pericolosa e gli indirizza verso altre gouffre, tra cui la fangosa di prima, contemplando con perplessità la pancia del Nozzolone.
Cambio di zona, stavolta si va sul sicuro, la grotta di Pellebit, già percorsa dal Nozzolino e suggerita ai genitori "c'è solo da salire 600 metri di dislivello, qualche passaggio circospetto ed è labirintica, tutto qua". Partenza con zaini mega pesanti, pieni di materiale per passaggi circospetti, salita interminabile tra boschi celtici e poi lei, la grotta. Si entra carponi su sassi, trascinando lo zaino a turno, "ecco, mò si alzerà" e si procede ginocchioni ancora e ancora per un tempo interminabile "ecco non mancherà molto" . Due bivi, uno più infimo dell'altro, "ma che grotta è?" orrendo presentimento "è uno degli ingressi, impossibile sia lei, qua non ci passa manca una mano" ma inglobato nel pavimento calcitico fa bella mostra di se un osso umano. La grotta, abitata 80.000 anni fa dal neanderthal è piena di schegge di selce, il calcare, infatti, contiene innumerevoli noduli di selce, di quella proprio buona per strumenti.
Continua il pellegrinaggio alla ricerca dell'ingresso buono che si presenta in tutto il suo gelido soffio " è lei!!" .
Come forsennati si vagola per rami più o meno grandi e nessun passaggio circospetto, la grotta è bella, fossile e polverosa, pienissima di selci in vari stadi di pseudo lavorazione, la frenesia di Mg cresce all'infinito, non sa se raspare o cercare le vie della grotta. Ma il Nozzolone, affranto, all'ennesima galleria stramazza al suolo "non gliela faccio più". E con la fine dell'esplorazione si decreta di buon grado, vista la segaggine di uno dei due componenti del team "vorrei ma non posso", anche la fine della vacanza.
La sega Vercors va senza ombra di dubbio al Nozzolone.

Alla prossima!!! Mg 30.4.2005

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