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7.6.2009 Oggi dedichiamo la giornata all'esplorazione dell'isola. La parte ad est è metamorfica, verdeggiante ma con la gariga (in greco phrygana) a causa degli incendi, viceversa doveva essere, come Chios, ricoperta di foreste di pini e querce. Arrivati a Karavostano facciamo la tappa presso una sorgente invitante, tra immancabili maestosi platani. Saliamo a visitare il paesino e una gentile signora c'invita a prendere il caffè, lei viene dalla Bulgaria, ci parla in greco e dell'Italia apprezza Remos Ramazzotti, Gianni Morandi e Peppino di Capri, meglio che niente...è stato un piacere immagino che gli italiani non le offrirebbero un caffè, forse un foglio di via, ma, come ci dice salutandoci "gli uomini s'incontrano, solo le pietre restano". Percorriamo ora l'altro versante dell'isola, quello dove siamo sbarcati , saliamo per una sterrata fino a Christos Rahon, paese di montagna troppo turistico, saliamo ancora fino ad arrivare ai graniti, splendido paesaggio su un lago "megalo fragma" formato dallo sbarramento di un torrente, ancora più in alto arriviamo alllo spartiacque, mai visti graniti così belli. Al ritorno ci facciamo il bagno della famosa spiaggia di Armeniski dall'acqua cristallina.

8.6.2009 Non possiamo non visitare le Seychelles, si chiamano proprio così e il nome rende giustizia al posto, nuoto con scopo geologico, il posto tra granito e metamorfiti è troppo interessante tant'è che leggo al Nozzolone un trattato sulle rocce metamorfiche a scopo culturale. Unico neo, una marea di ragazzi e ragazze che si riversano sul posto, fortuna, quando noi decidiamo di andarcene, essendo mattinieri andiamo sempre in controtempo. Altro neo, l'assenza di qualsivoglia kafeneion alla vicina Maganitis, quest'isola mi deccafeina proprio. "Sei tornata distesa", ettecredo, qua di caffè manco l'ombra!.

9.6.2009 La giornata odierna la passiamo nei dintorni di Livadia per sondare la possibilità di scendere due gole entrambe in uno sputo di marmo tra rocce di altra natura, restiamo estasiati dai marmorei campi solcati sopra la gola di Chrysostomos .

10.6.2009 Finalmente qualcosa di concreto da fare, una gola, almeno. Iniziamo da quella sotto Ikaris, stupenda, nel marmo saccaroide a tratti bianco come il Partenone, laddove l'acqua l'ha levigato. Lungo la gola, scendendo sulla sinistra, Sergio individua subito un pozzo, sicuramente nuovo, lo arma e scendo. Il pozzo è molto bello, lavorato, ma non c'è aria, scendo circa 5 metri, uno stretto pertugio immette un un altro micro salto che stimo 3 metri, a parte qualche ragnatela non vedo niente di eclatante, in ogni caso, prendiamo il punto. La gola scende senza troppe difficoltà , con un unico saltino (corda da 15 metri) fino ad arrivare ad un altro salto, arrampicabile, che butta direttamente nel mare, peraltro mosso. Non c'è baietta, solo una distesa di rocce a destra e sinistra di una bellezza sconvolgente. Memore che il libraio di Agius Kirkyros mi ha parlato di un minerale che si trova, unico al mondo ad Ikaria, mi metto a fotografare sassi, esaltata da tanta varietà. Il posto è semplicemente fantastico.Visto che abbiamo fatto presto andiamo dall'altra parte dell'isola, a Nas, per risalire il gorge di chalaris, con acqua, in roccia metamorfica. Di notevole è da segnalare l'agama stellio daami, una specie di ramarro endemico e protetto.La gola è molto bella, facile, segnata.

11.6.2009 Con nostra fortuna abbiamo incontrato il libraio di Agios Kirykos che parla italiano, nella sua libreria ci sono le più belle foto-cartoline dell'isola, in una c'è fotografata una grotta, c'informiamo e ci racconta che nell'isola ce se sono parecchie ma difficili tra trovare, questa, invece, è anche segnalata. Ci racconta anche che la zona della gola di ieri si chiama Ikaris perchè proprio lì si trova in mare la roccia nera dove Ikaro è cascato quando si sono sciolte le ali di cera.Oggi andiamo in entrambi i posti. Ikaris ci lascia senza fiato, una lastra di marmo bianco intervallato da zone più scure si getta in mare formando una serie di buchi tra i quali scorre l'acqua. L'effetto è stupefacente tanto che voglio proprio percorrere a nuoto le gallerie formate nel marmo. Male me ne incoglie, il modo ondoso mi butta tra le rocce strette e mi riempio le dita di spine di riccio..ma ne valeva la pena. A malincuore lasciamo il posto per cercare la grotta "apo tov pao tov xoutpa ikaria" a Petropouli. Nel paese due greci ci indicano il sentiero che salendo dietro una casa, "apano..apano", ci porterà direttamente all'ingresso, un buco per terra . La grotta è composta da tre ampi saloni ben concrezionati, con cristalli su stalattiti mammellonari, stalagmiti, fango sul pavimento, assenza di aria. Le elettriche a malapena illuminano gli ambienti, beata carburo, ma riusciamo a visitarla tutta. I dintorni in effetti sono abbastanza calcarei da presupporre l'esistenza di qualche altro fenomeno carsico. Degna di nota è anche la taverna di Seli dove si mangiano cibi prettamente di Ikaria, portati dal cuoco-gestore, un ragazzo simpatico con la maglietta del Che.

12.6.2009 L'ultimo giorno a Ikaria lo dedichiamo alla gola sotto Chrisostomos, quella vista dai campi solcati marmorei. Appena iniziamo a scenderla scopriamo che non è nel marmo ma nello scisto cristallino bianco, con venature argentee, favoloso ma non carsico. Pazienza, da quota 315 m, percorso un tratto orizzontale ecco il primo salto, serve senz'altro una corda da 25, tutta quanta. Il Nozzolone arma su lentisco e dente di roccia come sicura, con grande nonchalance scende mentre invoco Apollo che non si stucchi l'albero. Apollo m'ha dato retta, scendo anch'io sul pozzo in appoggio, molto suggestivo.Sotto il salto uno stormo di quaglie si alza allarmato dal nostro inaspettato arrivo. Percorriamo la gola che si stringe, forma altri saltini aggirabili, ci sono alcune pozze d'acqua che dall'alto avevamo scambiato per pozzi carsici, fino ad arrivare ad un inestricabile roveto a 170 metri dal mare e dal paese di Livadi. Facciamo il bagno in una baietta presso Ikaris, tra un caos di blocchi di rocce mai viste così belle, più che fare il bagno passo tempo a fotografarle. Ikaria non ci ha deluso.

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