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Grecia
Kythira


carta geologica


10.6.2006
Arriviamo prestissimo a Igoumenitsa, spostiamo le lancette di un'ora dopo, e via, mezzi assonnati, verso sud. A Mitikas vorremmo dormire, ma è ancora tutto chiuso, la spiaggia un'ammasso di ciotoli, alghe ed immondizia, per cui proseguiamo fino ad arrivare ad Olimpia. Inizio, ovviamente, immediatamente il mio vagabondonare, e scopro un museo mai visto, quello delle gare olimpiche, sito in un colle ameno,ingresso gratuito; lo visito di corsa, riservandomelo per il giorno dopo, col nozzolone, continuo quindi la salita di tutti gli altri colli ameni circostanti fino a riposarmi nel cimitero,laddove faccio tombale amicizia con un greco.

11.6.2006 Visita l'obbligo al sito archeologico di Olimpia, con geologiche osservazioni sul calcare conchiglifero nonchè sui disastri tettonici,che hanno ridotto le colonne del tempio di Zeus ad una pila di rocchi sul terreno. Torniamo all'interessantissimo museo delle gare olimpiche.
Proseguiamo per l'Elide fermandoci in tutti i siti archeologici segnalati, il più interessante dei quali è la fortezza militare di Elei. Dormiamo ad Andristena ed abbiamo la fortuna di goderci una festa con danze greche.

12.6.2006 Scendiamo lungo il Peloponneso, dall'Elide all'Arcadia, visitando Megalopoli, la città fondata da Epaminonda dopo la vittoria contro gli spartani, al fine di farne un bastione antispartano; il montastero di Moni Ampelaki, arroccato su un costone roccioso; un colle paleolitico ed un altro, di Apollo Amikzaio, a Sparta. Dormiamo ad Elea.Mare pulito, freddo cane.

13.6.2006 Arriviamo a Neapolis, in Laconia, gironzoliamo per i carsici dintorni di capo maleas e c'imbattiamo nel sito di Paleocastro, laddove riusciamo a farci un bagno giaccile tra uno stupefacente calcare conchiglifero, davvero impressionante.

14.6.2006 Ed eccoci sbarcati a Kythira, l'isola dove nacque Venere, dalla spuma del mare.
Percorriamo la strada che porta a sud, verso il capoluogo, anch'esso Kythira, chiamato anche Chore. Troviamo da dormire sopra Kapsali ed il posto ci piace talmente tanto che decidiamo di fare base qua.

15.6.2006 Forniti di una cartica con grotte indicate, inziamo a cercare la più vicina, Feloti, lungo una mulattiera ventosissima.
La grotta è stata trasformata in chiesa "agia pelagia", antichissima, all'interno della quale c'è un cratere in terracotta che raccoglie l'acqua di stillicidio. E' il primo degli innumerevoli antri che non proseguono, trasformati in chiesa, che visiteremo. Tutti si rilevano estremamente interessanti dal punto di vista paletnologico, tutti conservano antiche pitture ed icone bizantine. La loro visita è una delle cose più suggestive della Grecia.

16.6.2006 Andiamo ad Ovest, a cercare la kataraktes di Mylopotamos, una cascata, l'unica dell'isola, su roccia di travertino e bel boschetto di platani, con la solita immondizia sparsa, tipica dei luogi visitati spesso. Scendiamo alla baia di Limionas ma benchè trasparente, l'acqua presenta in sospensione immondizie di vario genere. Delusi cerchiamo la grotta, finalmente grotta, di agia sofia, chiusa che più chiusa non si può.

17.6.2006 Stavolta andiamo a vedere la baia di chalkos, dalla pulitissima e fredda acqua cristallina, con fondali pieni di pesci guizzanti. Nella baia si sente parlare solo italiano. Tentiamo di percorrere la goletta soprastante, ma una vegetazione di impenetrabile calicotome spinosa ce lo impedisce categoricamente.

18.6.2006 Ci spostiamo al nord est, lungo la strada principale dell'isola, cercando le terme, ovvero delle sorgenti ferrose a Karavas, ma il posto è abbastanza degradato, le vasche dell'acqua vuote, le sorgenti inesistenti. Passiamo quindi alla spiaggia di Platia Amnos, ma preferiamo fermarci nella baia di Fournoi, dai bei ciottoli metamorfici, ancorchè conditi con un pò di catrame, visto il transito ininterrotto di navi nel braccio di mare che separa l'isola dal Peloponneso.
Anche lì la goletta invitante si presenta subito impenetrabile a causa della spinosa vegetazione.
Non riusciamo, invece, a scendere alla baia di Melidoni, a causa della strada dissestata. Lungo la gola che conduce a Melidoni, occhieggiano invitanti ripari sotto roccia, ma un caldo implacabile ci fa desistere dal visitarli (del resto non sono nemmeno segnati come grotte..ossia,la volpe e l'uva...).

19.6.2006 Oggi, torrentismo. Scendiamo una gola, da noi individuata nel nostro vagabondare, che inizia con un salto.
Ci portiamo corde e materiale da armo, ma, prima di armare, proviamo ad aggirare il salto con passaggi di roccia.
Con nostro immenso stupore, scopriamo un by pass sotto roccia che ci porta alla base del salto.
La gola è praticabile, tra massi e passaggetti, sopra di noi volteggiano coppie di rapaci assai preoccupati del nostro transito, che ci seguiranno dall'alto, strillando lungo tutto il percorso.
La gola è piena di helichrysum orientalis, per la gioia di Mg, che li aveva visti fare bella mostra di sè nei negozietti di Chore, senza averli mai trovati prima.
Lungo la gola si aprono grotte,tutte assai difficili da raggiungere causa calicotome spinosa ed affini.
Un putrido laghetto ci impedisce di proseguire oltre ma ormai il mare è lì che ci aspetta, per cui armiamo la parete e scendiamo, finalmente, nella più bella baia dell'isola.

20.6.2006 Basta mare, si va all'interno, in cerca della "grotta nera" di Mitata. Il paese è in ristrutturazione, perchè il recente terremoto ha fatto i suoi danni. L'interno dell'isola è arcaico,muretti antichi delimitano campi calcarei ormai incolti. Questa zona presenta un calcare conchiglifero a pecten, quasi sabbioso. La grotta nera è l'ennesimo riparo sotto roccia con interessanti tracce di pitture estremamente deteriorate.

21.6.2006 Oggi andiamo a visitare, dapprima, la spiaggia di Fyri Ammos, lunga e senza ombra, con grotta marina (che non continua) dalla bella volta; successivamente, quella di Komponada, dal mare cristallino sovrastato da una parete scoscesa e franosa, che sembra il sardo "Sumasongiu".

22.6.2006 La gola c'era piaciuta assai, così ci torniamo, stavolta decidendo di bagnarci nell'acqua putrida, senza portarci corde e imbraco. Presa da rapts esploratorio, con alto sprezzo del pericolo, vado a vedere un arco di roccia in alto, aprendomi un varco tra la vegetazione puntuta. L'arco ne contiene un altro, all'interno c'è una specie di muretto e si affaccia all'altro versante della gola. Un ottimo punto di osservazione per i paleolitici. Stendiamo un velo pietoso sulle condizioni delle gambe, effettuata l'esplorazione...I rapaci, stavolta, dopo alcuni gridi di avvertimento, pare si siano abituati alla nostra presenza.

23.6.2006 La giornata è particolarmente afosa, una specie di caligine è sospesa nell'aria, troppo caldo per fare tutto per cui decidiamo di esplorare la punta tra Kapsali e Chore, Diakopi. Nella cartina è segnato un sentiero che, invece, diventa inesistente, per cui non arrivamo all'estremità, mugugno un pò, e mi accontento di esplorare un'ennesimo riparo sotto roccia, pieno di schegge di granate. Dopo un pò ecco la famosa "provenza" la nebbia di kythira, avvolgere suggestivamente la baia di kapsali e l'isolotto Avgo, lo spettacolo è assicurato.

24.6.2006 Ultimo giorno nell'isola, stavolta andiamo dove siamo sbarcati, a Diakofti.Il mare di un incredibile azzurro, presenta in sospensione parecchia schiuma, non c'è ombra alcuna e quella che sembrava spiaggia si rileva una costa bassa e puntuta. Però Sergio scorge un cartello divelto "spilia" e vai...alla ricerca della spilia. Troviamo la grotta, un pozzo di circa 10 metri, accessibile tramite alcuni gradini scavati nella roccia. La cavità, che non continua, presenta una serie di scavi archeologici. Purtroppo il museo di Kythira, dall'orario assai duttile, non ci permette di saperne di più. Restiamo con la curiosità e ci spostiamo a vedere la famosa baia di Kaladi, davvero bella.

25.6.2006 Siamo in Laconia, e, muniti di un libercolo redatto a cura dell'amministrazione provinciale autonoma di Laconia "itinerari nel tempo e nello spazio", capitolo "grotte" iniziamo la nostra ricerca.
La zona più interessante è verso capo kremidi, delle grotte segnalate....manco l'ombra. Nel paese di Gerakas riusciamo finalmente ad individuare la grotta-baratro di Pigadi. Situata proprio sopra il paese, all'apparenza sembra facilmente raggiungibile. Dalle laconiche indicazioni di un'anziana, "andate su" cerchiamo una qualsivoglia traccia di sentiero.
Una folta vegetazione di calicotome spinosa, ed altre specie puntute, ci sbarra il cammino, ma noi stavolta non desistiamo, questa di grotta l'abbiamo vista, deve stare lì, per cui tentiamo di salire zizzagando tra hum calcarei, fino ad arrivare, sanguinanti, alla "grotta-baratro".
Già usata in tempi antichi quale discarica, il baratro è inaccessibile, c'è effettivamente un baratro, non tanto fondo per la verità, ma da armare e non suscita per niente il nostro interesse.
Alla sera siamo a Monenvasia dove vado, solitaria, a vedermi le suggestive rovine della città alta.

26.6.2006 Dopo una doverosa visita alla grotta dei ciclopi nei pressi di capo kremidi, l'ennesimo riparo sotto roccia dalle gigantesche proporzioni, e dove trovo un vago di calcite lavorato, andiamo direttamente al monte Taigeto, convinti (sempre a leggere il famoso libercolo lacone) di poter dormire al rifugio e fare l'ascesa alla cima il giorno successivo.
Fortunatamente una strada bianca porta al rifugio e, sfortunatamente, lo troviamo chiuso.
Nei pressi c'è un fuoristrada italiano, sbirciamo incuriositi l'interno, e deduciamo che dev'essere di botanici catanesi.
E' tardi ma la voglia di salire il Taigeto tanta, per cui decidiamo senz'altro di cominciare il sentiero per la cima. Resto impressionata dalla maestosità dei pini cefalonici lungo il sentiero, peraltro molto semplice.
Sali sali, incrociamo i botanici, un professore universitario di Catania, un laureando e un dottorando, in cerca della flora dei monti greci.
Devo frenare la mia voglia di sapere di tutto e di più sull'argomento, mi limito ad esprimere la mia profonda invidia per quello che sarebbe il mio lavoro ideale.
Salutati i botanici continuiamo a salire verso la vetta, tra prati e bianche rocce di un calcare metamorfosato, finchè un vento fortissimo e l'ora tarda ci fanno desistere.
Dopo aver un pò vagabondato alla ricerca di grotte, nei pressi di un ghiacciaio, piantiamo la tenda vicino al rifugio.

27.6.2006 Un vento fortissimo ci fa desistere dall'ascesa al taigeto, meglio sentieri più riparati, pertanto, in virtù delle indicazioni del libercolo, ne facciamo uno che dal monastero di moni golas porta al paese, ora abbandonato, di Koumousta.
Il paese è stato abbandonato perchè nell'inverno il torrente ha letteralmente spazzato via la strada, sita in una gola piena zeppa di buchi invitanti.
Sergio si sente torlupinato, scoprendo che il sentiero è tutto in discesa, ergo, tutto in salita al ritorno. Io invece mi godo la vegetazione, il sentiero passa tutto dentro un bel bosco, dapprima di immensi castani diventando poi bosco misto.
Lungo il percorso attraversiamo un torrente, essenziale per riprendere la temperatura corporea, fa un caldo torrido.

28.6.2006 Siamo a Sparta, doverosa visita al museo archeologico, un saluto a Leonida e poi verso il Parnonas, sul quale vorremmo salire.
Lungo la strada un cartello archeologico ci invita a deviare per Pellana, tenuto conto che al museo avevamo visto i reperti trovati là.
Il sito è chiuso, ma per campi e spinosissime siepi, riusciamo lo stesso ad entrare e visitare l'acropoli, peccato non ci sia indicazione se non alcuni cartelli, uno dei quali ci conduce anche alla necropoli,con tipiche tombe a tolos micenee.
Pellana è ricca di sorgenti fresche e, degna di nota, è una taverna dove mangiamo il buon cibo greco, condito con un olio eccellente, a prezzi stracciatissimi.
Tutto il resto della giornata è passato per tentare di salire sul Parnonas e trovare da dormire nei pressi.
I posti sono bellissimi e boscosi, ma di stanze nemmeno l'ombra, il rifugio è chiuso, per cui,a malincuore, torniamo a Sparta.

29.6.2006 Una zona carsica a ricca di grotte, nei pressi di Paleochori, ci tiene tutto il giorno alla ricerca di un fantomatico -300 ("propades").
Non riusciamo a trovarlo, per cui scendiamo nella gola per Leonidio, altrettanto carsica ed interessante.
Dormiamo a Tiros, bel paese di pescatori in procinto di diventare assai turistico, come tutta la costa dell'Arcadia.

30.6.2006 Tappa d'obbligo a Tirinto, sotto un caldo allucinante (sui 40 gradi), ore 14, solo noi e due pazzi francesi a visitare le mura.
Attraversiamo il canale di Corinto, ci bagnamo alla risorgente di Loutraky (con tanto di bar costruito direttamente sopra e finta cascata), per arrivare al sito archeologico di Heraion, con un mare invitante, tra rovine di templi.
Dormiamo, anzi, stiamo svegli, in un orrido campeggio a Schinos dov'è convenuta metà Atene. Il campeggio è situato in una baietta incantevole, a ridosso di una boscosissima penisola, unico neo, è un rumoroso, trafficato, affollato assembramento di persone.

1.7.2006 Percorriamo il periplo del golfo di Corinto, fermandoci ad Egosthena, l'antica Aigosthena, per visitare la più conservata fra le fortificazioni del IV secolo a.c.. La corrispettiva località marina è piena di gente, il mare cristallino ha la schiuma, la stessa cosa la troviamo anche ad Aliki, per cui puntiamo direttamente all'interno, verso Tebe, per dormire ad Alliartis, nel classico squallido alberghetto.

2.7.2006 Oggi saliamo l'Eliconas, il monte delle muse, carsico. Incontriamo un cercatore di the, che ci regala delle piante in bocciolo, da usarsi come the, alla nostra richiesta sulla presenza di spilie, risponde categorico "spilia NO! baratro NO!".
Ciò nonostante, ficchiamo il naso in ogni anfratto, inutilmente speranzosi.

3.7.2006 Siamo a Kirra, vicino ad Itea, il mare, sempre golfo di Corinto,non ci attrae più di tanto, siamo invece assai interessati ad un fiume che esce da un monticello (classico=piccolo monte, grande grotta) con grotta e una serie di risorgenti che buttano un sacco d'acqua..salmastra.
Prima andiamo alla ricerca di eventuali ingressi sopra le risorgenti, poi puntiamo decisamente verso la grotta.
Non vediamo, se non alla fine, un comodo sentiero che porta alla cavità, per cui intraprendiamo, sotto il solito sole cocente e caldo torrido, un cellymassag da paura tra piante spinose e campi solcati. Arriviamo alla grotta affranti, grondanti, sanguinanti.
Una corda con nodi pende invitante, per cui salgo decisa, sicura che Sergio poi mi aiuterà a scendere. La grotta sale ancora, c'è un condotto rotondo e lavorato, ne percorro un pezzo fino ad arrivare all'orlo di un pozzo di circa 10 metri, per niente arrampicabile.
Il condotto prosegue oltre il pozzo, esco a chiamare Sergio "la grotta continua, vieni!!" ma un deciso "non gliela fo" mi tarpa le ali, insomma ali, per scendere mi catapulto tra le forti braccia del Nozzolone,che non gliela fa...peccato, l'unica grotta degna di tale nome..s'ignora quale nome....

3.7.2006 Ancora golfo di Corinto, sempre più su, con tappe nei vari paesi, più o meno ameni, e nei siti archeologici.
Uno, in particolare, ha attratto il nostro interesse. Porto Melas. Il sito non è segnalato, ma noi scorgiamo delle mura.
Decidiamo senz'altro di andare a curiosare, e lungo la salita, trovo tre strumenti di ossidiana.
Dalle mura il punto di osservazione sul golfo di Corinto e sul Peloponneso è davvero spettacolare, una cinta di mura e un naturale bastione calcareo proteggono una specie di campo chiuso e sembrano impedire ogni accesso sia da mare che dall'interno.
La baia sottostante, bellissima, attualmente serve da discarica.
Visitiamo anche Kalydon, antichissima città dell'Etolia, famosa per il mito della caccia al cinghiale. Le rovine sono sparse per un vasto territorio ed il sito è ancora in fase di scavo.

4.7.2006 Mitikas, basta la parola, con le sue risorgenti di acqua ghiaccia nel mare, i suoi monti calcarei dietro, le baie che ogni anno stanno riempiendosi di cemento, e vengono chiuse, diventando proprietà privata di chi compra il terreno.
Mitikas, bellissima costa dell'Epiro, con fumante discarica a cielo aperto, chissà quanto durerà la sua magia?

5.7.2006 Ancora Epiro e le sue baiette, le sue spiagge, il mare ancora miracolosamente limpido e cristallino , insediamenti turistici che sorgono da un anno all'altro, come funghi..

6.7.2006 Eccoci al punto di arrivo, o di partenza, per salutare degnamente la Grecia, visitiamo il sito archeologico di Gitani, antica città della Trespozia, in corso di scavo.

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