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12.3.2013 La costa garganica
Dai anche oggi c'è il sole in sto sperone d'Italia, sbrighiamoci che sono in arrivo freddo siberiano e neve. “Dove si va?” “Baia delle zagare” . Ovviamente là non ci fermiamo proprio, troppo pieno di ville e alberghi di lusso, manco vogliamo avvicinarsi, andiamo al sentiero successivo del vallone vignanotica che in un'ora di rosmarino immersion porta al mare. Tanto la baia delle zagare la guardiamo dall'alto. La spiaggia è da togliere il fiato,non la spiaggia in se ma la falesia soprastante, un centinaio di metri incombente di bianco calcare intervallato da strati orizzontali di selce che un paleolitico c'andrebbe a nozze, faglie e grotte, la storia geologica scritta e spiegata. Fotografo ogni millimetro di roccia sotto il cartello “pericolo di crollo state distanti 30 metri” cioè in mezzo al mare. Sarei rimasta qua i prossimi 70 anni a godermi tutto, sole compreso visto che ha avuto l'ardire di brillare anche oggi. Ma tocca fare il giro della costa garganica, mica possiamo tornare a casa dicendo che abbiamo passato la vacanza a s.giovanni rotondo, che poi ci riportano con la badante e ci sbattono davanti a padrepio,visto che c'è piaciuto tanto. Mal ce ne incoglie. Perchè la costa intorno a Vieste è assolutamente inaccessibile, tutta privata, recintata, alt non avvicinarsi proprio vade retro volgo che solo noi pochi ricchi possiamo godercela. Mihhh nervoso cane. Vieste la snobbiamo, vorrei cercare la miniera preistorica della defensola, dove i paleolitici estraevano la selce ma già so la risposta dei locali “miniera de che?” allora cerchiamo la necropoli la salata, sul mare con grotte e risorgente. E' segnata dal cartello. Chiusissimissima ed inaccessibile come tutto intorno. Nervosissimo peggio. L'unico posto accessibile è torre di monte Pucci, anche qua ci dovrebbe essere una necropoli ma al posto c'è una stangona che aspetta clienti. Non vogliamo disturbare il commercio che già c'è crisi e poi le roviniamo gli affari, sia mai. Ci fermiamo invece a grotta sospetta,ci piace il nome, il cartello superscientifico con tutte le spiegazioni geologiche, è tutta di gesso e divento bianca mentre fotografo immersa nell'immondizia del suolo, che l'hanno presa per discarica invece di leggere il cartello e cascare per terra dall'emozione. Tralasciamo Peschici e Rodi Garganico che siamo tutti incazzati contro i ricchi che recintano il mondo e lasciano solo immondizia. Così per riprenderci torniamo per la foresta umbra e finalmente la natura incontaminata ci riporta il buonumore. Così cerchiamo e troviamo, finalmente, la grava di campolato. “E' armata!!!!!” 100 metri di pozzo tutto di fila, che facciamo,lo scendiamo? “per scendere lo possiamo scendere..” “per salire te voio!!!!!!!!!” va beh, l'abbiamo già fatto, dobbiamo ancora fare valle dell'inferno, il monte nero, il museo di rignano garganico con grotta paglicci, la grotta di pian della macina, valle campanile e domani piove, dopodomani nevica...e quante scuse per non fare un pozzo da cento, fra un po' grasso che cola fare ginocchioni la scala per padrepio e stare contenti pure!

13.3.2013 La valle dell'inferno
Anche oggi fortunatamente il sole accarezza il nostro risveglio. Presto che è tardi, alle due inizia a piovere e dobbiamo percorrere valle dell'inferno, meta necessaria per controbilanciare le irradiazioni santifiche. Nonostante le classiche vicissitudini che succedono quando hai fretta, tipo riaddormentarsi, trovare la macchina incastrata tra altre di pellegrini che ci mettono enne anni luce a sbrigarsi (tipico dei pellegrini che vivono nelle celesti sfere..), trovare traffico nientemeno che a san-giovanni-rotondo-padrepio-ti-illumini-per-darti-una-mossa-amen, arriviamo sulla sommità di quella che dovrebbe essere la valle dell'inferno. É doveroso fare una premessa. Il Nozzolone, facendo una ricerca su internet, ha deciso che invece di partire da sotto, seguendo la descrizione millimetrica dell'itinerario da cartina del parco, dobbiamo partire da sopra, perchè c'è il monumento a San Camillo De Lellis, che è stato ivi fulminato mentre percorreva sta valle dell'inferno sua preferita. Visto il maltempo incombente non vorrei fare la stessa fine, ma non oso contrastare il Nozzolone che oggi zoppica vistosamente. Arriviamo a sto obbrobrio di monumento e non si vede traccia della valle. Il Nozzolone prende la prima a sinistra (che sempre là si dirige, a sinistra) ma il sentiero del fulminato diventa un roveto. “Non è questa” decide il Nozzolone e prende la valle al centro. La strada va avanti dritta che pare proprio la giusta finchè finisce del tutto su una masseria con nessuno dentro a cui chiedere lumi. Allora a malincuore il Nozzolone prende quella a destra. Nessun sentiero, solo tracce di capre così anche lui viene fulminato da st'idea “prendiamo quella da sotto e seguiamo le indicazioni della cartina”. MA VA?. Allora chiedo spiegazioni su sto santo fulminato “non è che è morto da fulmine, è stato preso da sto raptus come Paolo sulla via di Damasco”. Tutto chiaro, hanno messo il monumento a caso, in assenza di cadavere abbruciato. Non tutto il male vien per nuocere, mi prendo un caffè. Dovete sapere che in sto posto pullulano gli alberghi, le case di sofferenti, i ristoranti, ma i bar sono una rarità assoluta, quando ci sono sono chiusi, questo che è aperto ci fa sapere che si, è bar, ma la macchina del caffè non funziona perchè loro vendono prodotti locali ai pullman di pellegrini. Segue ampia discussione sulla crisi, tanto perchè andiamo di fretta. Finalmente eccoci sotto la valle, effettivamente la cartina è precisa. Saliamo in fretta, cioè non tanto, per via dell'anca che oggi si è pure bella incazzata che ha dovuto fare camminata extra, e ci troviamo in un posto pieno di grotte, più che altro, ripari sotto roccia dove sicuramente bivaccava il fulminato prima di fulminarsi. Ancora avanti ecco due belli archi, uno sopra uno sotto, ma più che altro una piantina endemica che mi manda in visibilio. Perdo tempo a fotografare e il Nozzolone proclama “è l'una, fra un ora piove, torniamo”. Tanto la valle ormai si sta allargando e vedrai che fra un po' vediamo anche il monumento. Come preventivato, alle due piove. Andiamo a Manfredonia a visitare il museo archeologico. Secondo me siamo i rarissimi turisti che lo visitano da come ci trattano, tutti ossequiosi che siamo piombati a vedere le stele daune e il castello svevo. Diamo loro soddisfazione leggendoci pedissequamente ogni cartello, visitando stele, ritrovamenti acquatici, ritrovamenti paleolitici in grotta (Nozzolò, ma sti sassi incisi, sai quante volte ci saranno capitati e non abbiamo visto niente? Ci vuole fantasia a vederci le mucche!) , Siponto medioevale, e il castello tutto, cesso compreso. E domani? Nevica...

14.3.2013 Rignano garganico
Strano ma vero, a SanGiovanniRotondo splende sempre il sole...almeno di mattina. Però le previsioni dicono “pioggia salvete cielo!” A noi checcefrega? Andiamo a Rignano Garganico, a vedere il museo del paleolitico, il dolmen di lama secca e la grotta paglicci,la più importante in Italia per i ritrovamenti paleolitici,almeno così dice la guida del parco. Lungo la strada ecco la dolina cento pozzi, andiamo? Il Nozzolone, gamba o non gamba, s'incammina baldanzoso nel sentiero natura, ovviamente inizia a piovere. Poco male stiamo in ballo e tocca ballare, facciamo sto sentiero più fangoso di una grotta,acqua sopra acqua sotto, tutti contenti di vedere la roccia del Malm, giurassico buonissimo, come quella della Preta, dell'altipiano di Asiago e di impronte di dinosauro. Ne prendo un pezzo che mi serve per la lezione. Poi di corsa a cercare il museo. C'è, ben segnato in ogni cartello del paese. Eccoci al museo. Chiuso. Senza campanello, cartelli, orari,c'è solo indicato che è gestito da un gruppo speleologico. Va beh, andiamo al bar, uno pare aperto ma appena arriviamo la padrona si sbriga a chiuderlo ben bene a chiave. Te pareva. Fortuna ce c'è un altro dove chiediamo lumi sul museo, sulla grotta e sul dolmen di lama secca. Il padrone ci dice di essere uno dei soci fondatori del gruppo speleo, allora siamo a cavallo, come si fa a visitare il museo? Ahh no, non si può, è aperto solo nelle grandi feste, si e no, ogni morte di papa, ma questo non è morto, si è dimesso e quello nuovo pare star bene. Certo vengono anche da tutta Europa a vedere inutilmente sto sito ma sai com'è, sta tutto alla sopraintendenza, voi da dove venite? Visto che anche noi siamo venuti apposta come gli europei, ci porta da uno che può darsi ci faccia vedere sto museo, e affida il bar a un vecchio del paese. Il tizio non c'è e, al buon bisogno, ha spento anche il cellulare, che tutti sti europei hanno scocciato proprio. Va beh, il dolmen di lama secca è indicato? No, ma potete trovarlo, visto che siete speleologi, e un cacciatore ci dice come. Intanto ammiratevi il panorama, perchè questo paese oltre che patria paleolitica è anche un balcone d'Italia. Mi pare doveroso guardare, ancorchè piova, e vedo una villona cettaolaqualunque con piscina per cui mi rifiuto di fotografare, tiè, tu e la villa. Andiamo a cercare il dolmen, che nessuna guida del parco indica, l'ho scoperto da internet che ne segnala due qua. Il cartello del parco segnala solo una chiesa che c'è, quelle non mancano mai e sono indicate in tutti i cartelli e in tutte le guide, anzi, secondo le guide uno dovrebbe vedere solo chiese, chiesette e monasteri e fregarsene del resto. Da sta chiesa dovremmo prendere una traccia in piano e dritto per dritto (il cacciatore non ha saputo dirci quanto camminare, se 5 minuti o mezza giornata) arrivare al dolmen. La traccia c'è, seguiamo dei segni rossi ma niente. Torniamo indietro e cerchiamo intorno, sotto una pioggia sempre più intensa. Saremo anche speleologi ma qua del dolmen non c'è traccia. Allora cerchiamo almeno grotta paglicci. Questa la troviamo, è chiusa, giustamente, e anche mezza crollata. Il sentiero è fatto di bellissime lastre di calcaree, una vera autostrada paleolitica. Siamo bagnati come pulcini, per camminare abbiamo camminato, per vedere non abbiamo visto niente e restiamo ignari del paleolitico pugliese, amareggiati che un sito di tanta importanza sia così sottovalutato. Secondo me, se nella grotta invece di paleolitico inferiore medio superiore, 45000 reperti, graffiti, pitture,scheletri con ornamenti c'avesse dimorato padrepio a quest'ora qua ci sarebbe un museo aperto 24 ore su 24 e tutto l'ambaradan annesso e connesso. Chi erano i nostri avi frega niente a nessuno. Nozzolò, annamo ad asciugarci che è meglio, irradiati dalle radiazioni padrepiose, ti guarisse la gamba hai visto mai...
e poi....
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