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Fosso Scoccio (Escursione)

Antefatto: “Si va a Fosso Scoccio” propone Giorgio ed, essendo il primo di Aprile, più che un percorso sembra un pesce. Ma posso io perdermi un’escursione con “QuellidelCAI”???Mai e poi mai (che fa pure rima….).

L’epica impresa:
L’appuntamento è prima del solito, alle 5,45, questo perché entro le 7 di sera dovrei stare a casa e già la dice lunga sulla durata del percorso, di cui non so nulla, tranne che sta sui Monti Caprini (Massiccio dei Prenestini), è sconosciuto ai più, e trattasi di far cinghialismo tra rovi. Bon, stavolta metto due sveglie e alle 5 e mezza sto seduta davanti al bar chiuso ad aspettare Arnolfo. Aspetta aspetta aspetta, il bar apre con una fragranza di cornetti appena fatti e di Arnolfo non c’è traccia. “Ecco è il primo di aprile e quellidelcai mi stanno facendo il pesce” penso, ma prima di entrare al bar e strafogarmi di cornetti, telefono ad Arnolfo. “Non ha suonato la sveglia!!!” mi risponde ancora dormendo “avverti Giorgio che ora arrivo”. Avvertire Giorgio è un’impresa perché lui, notoriamente, si alza alle 4, gira per tutti i bar e supermercati di zona facendoli aprire, scrive un quintale di mail burocratiche a “quellidelCAI” del suolo italico, pota i limoni, il tutto mentre ci aspetta. Lo troviamo che gli fumano pure le orecchie dal nervoso così, per calmarlo, gli dico subito che devo tornare ancora prima, massimo per le 6. C’è problema? No! Basta andare a passo svelto. Appunto. Così, in meno che non si dica, eccoci dopo Pisoniano a cercare l’albero secco che è il segnacolo del sentiero. No i bei segni bianco-rossi che ci stanno, no, l’albero secco. Dopo l’albero secco il sentiero prosegue orizzontale e, ormai è cosa certa ed inconfutabile, quando c’è l’orizzontale “Quelli delCAI” vanno piano, chiacchierando piacevolmente e intrattenendosi con passanti, nel caso specifico, con uno che va a estirpare canne rossa (Arundo donax per essere scientifici, ma rosse, boh, botanicamente mai sentite). Ma appena il sentiero s’inerpica, seguendo pedissequamente la parte destra del Fosso Scoccio, li vedi prendere un’anda forsennata come se dovessero salire il Nanga Parbat in due e due quattro e battere tutti i record. Siccome mi sento in colpa per via dell’ora di rientro, tento di stare al passo, riprendendo fiato solo nelle soste che fanno per verificare l’esattezza del percorso. Come se ce ne fossero altri, poi, è unico, segnato, senza rovi, dritto per dritto che al limite puoi cascare nel fosso e amen. Giorgio non fa in tempo a rallegrarsi che non mi deve aspettare troppo che ecco fatto, arrivati ai Sgrimuni Nocini (capoccia pelata, come traduzione), devia sulla destra per vedere la cresta. In sto frangente mi telefona Francesco a ricordarmi della cena e della dichiarazione dei redditi e, sentito dove sto, mi fa presente che c’è buon calcare da grotte. A questo punto la mia attenzione si sposta dal passo lesto al calcare buono. Così per arrivare al cimitero rallento e mi fermo pure a mangiare. Cosa gravissima. Al cimitero poi scopro che Arnolfo ha preso una traccia che gli ha evitato una bella salita, ma Giorgio mi fa presente che siamo qui per allenarci, mica per prendere scorciatoie. Ma alla finestra orografica, mi metto bella seduta e li aspetto che devono tornare indietro a cercare il percorso canonico per arrivare qua, mica dal cimitero (che porta pure sfiga). Anche questa sarebbe cosa gravissima, ma mi frega assai che li conosco a sti qua, minimo scendono a Pisoniano a cercarlo, il sentiero canonico. Infatti li aspetto un’ora secca e mi viene anche una certa ansia. Però tornano tutti soddisfatti “com’è che avete impiegato tanto?” “abbiamo fatto gli ometti”. A sto punto andiamo alla Mentorella e lì anche “QuellidelCAI” mettono le ginocchia sotto il tavolo per mangiare. Non io che mi sono mangiata tutto ad aspettarli, anche le transpulmine. Perdo tempo a vedere la grotta di San Benedetto e farmi foto sante da mandare a mia mamma. La discesa, ad anello, è per il sentiero Karol Woitila e percorrerlo sembra che ti tolga non so quanti anni di purgatorio. Io non credo, intanto lo facciamo in discesa e poi a salire Fosso Scoccio in salita, dietro “QuellidelCAI” ti dà indulgenza plenaria, santa subito!
Alla prossima!! Mg 1.4.2016

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